Salta al contenuto principale

Convegno verde urbano: gli alberi in città tutelano salute e benessere

Pubblicato il

Verde urbano: tutela della salute, servizi ecosistemici e buone pratiche di gestione. Al convegno online di oggi 26 relatori dal mondo accademico, ordini professionali, enti pubblici. Oltre 1.800 gli iscritti

Assorbono anidride carbonica, emettono ossigeno, catturano gli inquinanti, abbassano la temperatura dell’aria. Sono i grandi benefici che gli alberi portano alla nostra salute e alla qualità dell’ambiente. Se n’è parlato oggi al convegno “Verde urbano: una questione di salute, economia, legalità - dai servizi ecosistemici ai diritti degli alberi”, organizzato dall’Università di Pisa, dalla Lipu-BirdLife Italia, da GrIG Onlus e dall’Accademia dei Rinnovati di Massa, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, Ispra, Provincia di Massa Carrara, Ordine degli Agronomi, Ordine degli Architetti e altre associazioni.

Il convegno, che si colloca nell’ambito del “2020 Anno internazionale della salute delle piante" proclamato dall’Onu, ha registrato circa 1800 iscritti. I 26 relatori si sono fatti portavoce delle posizioni e delle esperienze dal mondo accademico e della ricerca, dagli ordini professionali, dagli enti pubblici, dalle associazioni ambientaliste, consentendo un confronto con professionisti, tecnici e cittadini sul tema della complessa gestione del verde urbano.

Argomento centrale il ruolo delle piante nelle nostre città, troppo spesso trasformate in isole di calore con nocive ricadute sulla salute dei cittadini: la relazione di Rita Baraldi del Cnr ha illustrato come gli alberi riducano la CO2 atmosferica ed emettano ossigeno. E lo fanno in funzione delle proprie dimensioni: ogni singola pianta, ogni anno, è in grado di sequestrare tra i 20 e i 150 chilogrammi di anidride carbonica e altri inquinanti pericolosi per la salute, quali polveri sottili e ozono. Una funzione molto importante per la nostra salute soprattutto nei contesti urbani, i quali, nonostante coprano il 2% della superficie terrestre, sono responsabili dell’emissione del 70% dei gas serra.

Ma il verde pubblico va governato e gli strumenti per farlo sono stati illustrati da Anna Chiesura di Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Il censimento, un database delle caratteristiche delle aree verdi pubbliche, è stato adottato in 106 dei 124 Comuni indagati, mentre il Regolamento del verde pubblico e privato risulta adottato da 60 di essi. Scarsa (solo sei Comuni) l’adozione dei Piani del verde, una sorta di piano regolatore. Inoltre è stata sottolineata l’importanza degli atlanti ornitologici urbani, strumenti di monitoraggio della biodiversità, per una pianificazione sostenibile delle città e una gestione corretta delle aree verdi urbane. La Lipu ha apportato un contributo importante al loro sviluppo, tanto che l’Italia è il paese europeo con il maggior numero di atlanti (61), relativi a 41 aree urbane, di cui 31 capoluoghi di provincia.

L’innovativo tema dei “diritti degli alberi” è stato affrontato da Marcello Di Paola della Luiss di Roma, mentre gli aspetti centrali della loro gestione e dei servizi ecosistemici sono stati approfonditi con diverse relazioni, tra cui quelle di Fabrizio Cinelli, Agnese Amato e Massimo Rovai del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Pisa. Carlo Blasi dell’Università “La Sapienza” di Roma ha invece trattato il tema delle “foreste urbane nella Strategia nazionale per lo sviluppo e la gestione del verde urbano” mentre Francesca Cirulli e Marta Borgi dell’Istituto Superiore di Sanità hanno relazionato sul rapporto tra salute mentale e verde urbano.

Venendo all’emergenza sanitaria degli ultimi tempi, è stato sottolineato come sarebbe più facile garantire il distanziamento sociale se nei giorni che hanno accompagnato e fatto seguito al lockdown la disponibilità di verde urbano fosse stata maggiore. Ed è proprio durante la quarantena da Covid-19 che è stata condotta una ricerca dall’Istituto per la BioEconomia-Cnr e l’Università di Bari, i cui risultati preliminari mostrano che ben l’86% del campione ha sentito la mancanza di poter recarsi in un’area verde e ha affermato di considerare le aree verdi diritti primari per i cittadini. Inoltre, gli intervistati hanno espresso l’esigenza che la pianificazione urbana metta in atto politiche di compensazione per il consumo di suolo e che si pratichi la cura delle aree verdi pubbliche anche attraverso un’adeguata formazione di coloro che sono coinvolti nella loro gestione e manutenzione.

Ma il verde urbano non è tutto uguale: a sottolinearlo è stata la Lipu, con Marco Dinetti e Paola Ascani, che hanno spiegato l’importanza del ruolo degli alberi maturi per le persone e per la biodiversità, e dimostrato come la loro sostituzione con alberi giovani comporti inevitabilmente una notevole perdita di servizi ecosistemici.

L’intervento di Florida Nicolai del GrIG Onlus documenta invece, a partire da un caso concreto, la diffusa disinvoltura delle amministrazioni comunali nella gestione del verde pubblico, la violazione di leggi, il mancato intervento di organi statali preposti alla tutela paesaggistica, lo iato tra acquisizioni scientifiche e pratica, la solitudine del cittadino che vive con disagio lo scollamento con le istituzioni.
Al contrario l’esperienza del Comune di Bolzano, illustrata nel fascicolo di “Ecologia Urbana” realizzato in occasione del convegno, mostra con chiarezza come anche in Italia sia possibile gestire bene il verde urbano.

I relatori e i partecipanti al convegno si sono fatti promotori di un appello (si veda allegato completo) che ribadisce i contenuti di alcuni importanti documenti nazionali e internazionali sul verde urbano: il ruolo fondamentale delle infrastrutture verdi nel collegare le aree naturali e semi-naturali con le aree urbani e rurali; l’esigenza di una vision per la protezione, conservazione, ripristino e promozione degli ecosistemi nelle città e negli insediamenti umani; la necessità di assicurare alla comunità la percezione dei cicli della natura e di garantire un’ampia gamma di servizi e benefici; la promozione di città più verdi, sane, vivibili, naturali, pulite, sicure e salubri.

Nel sottolineare l’importanza della recente approvazione dei Criteri Ambientali Minimi per il servizio di gestione del verde pubblico (CAM), approvati dal Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 63 del 20 marzo 2020, l’appello così conclude: “L’emergenza sanitaria globale che caratterizza questo inizio 2020 e che sta travolgendo le economie e i comportamenti delle società dovrebbe suonare come un estremo campanello d’allarme e portarci alla piena consapevolezza che non stiamo abitando il Pianeta nel modo corretto.
“Ben note ed evidenti sono le interrelazioni e i collegamenti tra la salute umana, l’inquinamento dell’aria e la distruzione della biodiversità. Prenderne atto come individui e orientarci verso modelli di società compatibili con le dinamiche e i limiti dei sistemi ecologici di cui facciamo parte - conclude l’appello - sono imperativi etici e di reale sopravvivenza”. (Cs a cura di: Università di Pisa, Lipu-BirdLife Italia, GrIG Onlus e Accademia dei Rinnovati di Massa)

 

APPELLO SUL VERDE URBANO DI MASSA CARRARA
I relatori e i partecipanti del Convegno online “Verde urbano: una questione di salute, economia, legalità. Dai servizi ecosistemici ai diritti degli alberi”1 si fanno promotori del presente appello. Il Convegno si colloca nell’ambito del “2020: Anno internazionale della salute delle piante (IYPH)” proclamato dalle Nazioni Unite, ed è organizzato dal Dipartimento DESTeC Ingegneria dell’Università di Pisa, da Lipu-BirdLife Italia, da GrIG Onlus e dall’Accademia dei Rinnovati di Massa, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, di Ispra, della Provincia di Massa Carrara, dell’Ordine degli Agronomi e Forestali, dell’Ordine degli Architetti, e di altre associazioni. I molti contributi hanno presentato le posizioni e le esperienze di relatori del mondo accademico e della ricerca, degli ordini professionali, degli enti pubblici, delle associazioni ambientaliste, permettendo un confronto con i professionisti, i tecnici, i cittadini, in merito alla complessa gestionedel verde urbano.
L’appello riprende, condivide e integra la Risoluzione adottata nell’ambito del Convegno “La Festa all’Albero”, svoltosi il 28 novembre 2019 nella Tenuta di San Rossore a Pisa, organizzato dal Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli e dal Dipartimento DESTeC Ingegneria dell’Università di Pisa, con la collaborazione della Lipu-BirdLife Italia, e inserito nell’ambito delle iniziative della Festa Nazionale dell’Albero, istituita per il 21 novembre dalla legge 10/2013.
L’appello condivide quanto espresso nei seguenti documenti:
- Carta di Roma sul Capitale Naturale e Culturale, 2014
Specie, habitat, ecosistemi, unità territoriali e infrastrutture sono parte di una struttura multifunzionale e spazialmente interconnessa di aree naturali e semi-naturali. Le infrastrutture verdi collegano aree naturali e semi-naturali con le aree urbane e rurali. Sono i conduttori per la transizione verso un'economia verde e connettono diversi ambiti: naturale, culturale, sociale ed economico. Per affrontare questa sfida c’è bisogno di:
• identificare le interconnessioni e multifunzionalità delle aree naturali e semi-naturali;
• migliorare le sinergie tra aree naturali e semi-naturali (comprese le aree protette), infrastrutture verdi, aree urbane e rurali;
• mappare, valutare, monitorare, pianificare e gestire i collegamenti territoriali tra aree naturali e semi-naturali, infrastrutture verdi, aree urbane e rurali;
• considerare le infrastrutture verdi come alternativa economica o complementare alle “infrastrutture grigie” a vantaggio sia della natura sia delle persone.
- New Urban Agenda, adottata dalle Nazioni Unite a Quito, Ecuador, 20 ottobre 2016
Si sostiene una vision per la protezione, la conservazione, il ripristino e la promozione degli ecosistemi nelle città e negli insediamenti umani, insieme all’acqua, agli habitat naturali e alla biodiversità, minimizzando gli impatti ambientali e favorendo un modello di produzione e consumo  sostenibili.
- Call for Action del World Forum on Urban Forests, Mantova, 27 novembre-1 dicembre
2018

A partire dalla considerazione che la maggior parte delle persone vive nelle aree urbane, dove gli alberi e le aree verdi svolgono un ruolo critico per mantenere l’identità dei paesaggi urbani, si afferma la necessità di assicurare alle comunità la percezione dei cicli della natura e di garantire  un’ampia gamma di servizi e benefici, sostenendo l’impegno per città più verdi, sane, vivibili, naturali, pulite, sicure e salubri.
I sottoscritti sostengono un’integrazione alla legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi  verdi urbani”, allo scopo di dare impulso alle buone pratiche per la gestione del verde urbano. Il testo è già stato presentato da tredici associazioni ai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni e le Attività Culturali.
Nella direzione qui auspicata un ottimo passo avanti è rappresentato dal Decreto n° 63 del 10 marzo 2020 del Ministero dell'Ambiente, relativo ai criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico (CAM) (Gazzetta Ufficiale anno 161 numero 90), tra i cui punti di rilievo segnaliamo:
• team di progettazione multidisciplinare, con esperti in materia naturalistica e ambientale;
• “Rispetto della fauna” (articolo 9);
• evitamento di capitozzatura e potatura drastica (indebolisce gli alberi e li rende instabili);
• criteri premianti: promozione di attività educative per le scuole;
• piano di comunicazione, con coinvolgimento attivo dei cittadini e dei portatori di interesse;
• monitoraggio periodico della comunità animale (vertebrata);
• opera considerata come un frammento dell’infrastruttura verde della città (Nature-BasedSolution);
• promozione di corridoi ecologici e di zone con vegetazione spontanea;
• particolare attenzione alle specie di piante autoctone;
• ingegneria naturalistica nella sistemazione idrogeologica di scarpate e corsi d’acqua.
Questo disposto normativo potrebbe diventare la chiave di volta per allineare finalmente l’Italia agli approcci gestionali del resto d’Europa. Occorrerà vigilare sulla reale applicazione e sul rispetto della norma, considerando l’attuale divario - culturale e procedurale - tra la teoria delle buone pratiche e la corretta implementazione nella prassi ordinaria, riscontrabile nelle azioni svolte da non pochi enti locali, così come da soggetti privati. A tale scopo è opportuno il coinvolgimento della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste.
L’emergenza sanitaria globale che caratterizza questo inizio 2020 e che sta stravolgendo le economie e i comportamenti delle società, dovrebbe suonare come un estremo campanello d’allarme e portarci alla piena consapevolezza che “non stiamo abitando bene il Pianeta”. La Terra è unica e ampie, ben note ed evidenti sono le interrelazioni e i collegamenti tra la salute umana, l’inquinamento dell’aria e la distruzione della biodiversità (comprensiva anche del capitale naturale e dei servizi ecosistemici garantiti dagli alberi e dal verde urbano). Prenderne atto come individui e orientarci verso modelli di società compatibili con le dinamiche e i limiti dei sistemi ecologici di cui facciamo parte è un imperativo di reale sopravvivenza, oltre che etico.


Massa Carrara, 15 maggio 2020


I firmatari:
Organizzatori
Agnese Amato (DICI, Università di Pisa)
Paola Ascani (Lipu-BirdLife Italia)
Ettore Beccari (Presidente dell'Accademia dei Rinnovati di Massa)
Paolo Canepa (Lipu-BirdLife Italia)
Fabrizio Cinelli (DESTeC Ingegneria, Università di Pisa)
Dino Del Giudice (Socio dell'Accademia dei Rinnovati di Massa)
Marco Dinetti (Lipu-BirdLife Italia)
Florida Nicolai (GrIG Onlus)
Pamela O'Shaughnessy (Lipu-BirdLife Italia)


Relatori
Rita Baraldi (Istituto per la BioEconomia IBE, CNR)
Carlo Blasi (Direttore scientifico del Centro Interuniversitario "Biodiversità, Servizi ecosistemici e
Sostenibilità", Sapienza Università di Roma)
Marta Buffoni (Presidente dell’Ordine degli Agronomi e Forestali di Pisa, Lucca e Massa Carrara)
Giulia Caneva (Dipartimento Scienze, Università Roma Tre)
Anna Chiesura (Ispra - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Marcello Di Paola (Loyola University Chicago JFRC; Luiss - Libera Università Internazionale degli
Studi Sociali Guido Carli, Roma)
Renato Ferretti (Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali)
Bruno Giampaoli (Italia Nostra, Sezione Massa-Montignoso)
Luciano Massetti (Istituto per la BioEconomia IBE, CNR)
Massimo Rovai (DICI, Università di Pisa)
Giovanni Sanesi (Università di Bari)
Francesca Ugolini (Istituto per la BioEconomia IBE, CNR)
Silvia Viviani (Architetto, Assessore al verde urbano del Comune di Livorno)


Iscritti
1772 nominativi
 

 


 

Immagine
Foto Andrea Mazza/Ufficio stampa Lipu Andrea Mazza © Foto Andrea Mazza/Ufficio stampa Lipu Andrea Mazza