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Stato di conservazione degli uccelli in Italia

Nel corso degli ultimi decenni molte componenti della nostra avifauna hanno subito un vero e proprio tracollo demografico, che ha portato circa due terzi delle specie nidificanti nel nostro Paese in uno stato di conservazione non favorevole.

Il 30% delle 250 specie di uccelli che nidificano in Italia versa in stato di conservazione cattivo e il 33% in stato di conservazione inadeguato. Un quadro preoccupante, aggravato dal fatto che l'Italia ospita 16 specie globalmente minacciate per alcune delle quali la responsabilità del nostro paese è molto alta.

Il forte declino dei passeriformi legati alle zone agricole è emblematico (vedasi specie come il Calandro, l’Ortolano, lo Stiaccino, l’Averla cenerina) e tra i fenomeni più preoccupanti, anche perché segno di un malessere sistemico ampiamente diffuso nei nostri modelli produttivi. A questo si aggiungono le difficoltà delle specie legate alle aree umide, tra cui il Tarabusino, il Cannareccione, il Pendolino e il Basettino, o quelle di costa e di mare come il Falco della regina, il Fratino e le Berte. Per altre specie, tra cui il Capovaccaio e il Lanario, la situazione è drammatica e, se non intensifichiamo gli sforzi di tutela e interveniamo su alcune minacce, il destino appare segnato.

La distruzione o il disturbo dei siti, la crisi di habitat importanti quali le zone umide, gli ambienti agricoli, i prati, le minacce dirette come la caccia, il bracconaggio, gli avvelenamenti e la presenza di infrastrutture rappresentano le principali cause della crisi degli uccelli, alle quali la Lipu si oppone con attività pratiche, politiche, scientifiche e culturali che, nel corso del tempo, hanno dato risultati importanti.

Alla preoccupazione deve tuttavia affiancarsi l’impegno e la determinazione nel riuscire ad invertire la tendenza, anche considerando che numerose storie di successo sono derivate dalle azioni di protezione e conservazione degli uccelli condotte in questi decenni. L’Aquila di Bonelli e il Pollo sultano sono in netta ripresa in Sicilia. Molte specie di aironi (come la Spatola o l’Airone bianco maggiore), non più perseguitate come in passato, stanno recuperando i livelli di popolazione di tempi lontani. Le Gru sono tornate a migrare in massa lungo la nostra penisola. L’Albanella minore gode di un aumento di sensibilità da parte dei piccoli agricoltori, anche sensibilizzati dai volontari della Lipu. Il Grillaio è uscito dalla drammatica situazione dei decenni scorsi, ampliando il proprio areale riproduttivo, mentre il falco cuculo è oggetto di studi e azioni di conservazione, tra cui quelle nell’area del parmense condotte dalla Lipu, che ne stanno migliorando le prospettive.

Altrettanto dicasi per specie come la Cicogna bianca e il Pollo sultano, che negli scorsi decenni sono state letteralmente salvate dall’estinzione.

Ripristino e buona conservazione degli habitat naturali (si pensi alla Nature Restoration Law), monitoraggio, conoscenza, protezione diretta, politiche amiche della natura, sensibilizzazione sono le principali azioni perché la tutela degli uccelli possa avere successo e lo straordinario patrimonio rappresentato dagli uccelli selvatici possa essere infine salvato.

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Airone rosso
Airone rosso © Michele Mendi

Il 66% delle specie che nidificano in Italia è in stato di conservazione sfavorevole, ma ci sono molte storie di successo e tante buone soluzioni per invertire la tendenza e riuscire a salvarle