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Sardegna, concluso il campo contro il bracconaggio

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Bilancio largamente positivo per il campo antibracconaggio della Lipu in Sardegna, che si è concluso nei giorni scorsi nei boschi del Gutturu Mannu, in provincia di Cagliari, una delle aree più a rischio di bracconaggio sull’intero territorio nazionale.

I volontari della Lipu hanno rimosso e poi consegnato al Corpo forestale e vigilanza ambientale Regione Sardegna, ben 1.122 trappole “aeree” (ossia quelle posizionate sui rami) che “a terra” per la cattura di piccoli uccelli migratori quali tordi, pettirossi e merli, e 113 micidiali cavetti d’acciaio per la cattura di mammiferi, nei quali incappano cinghiali ma anche caprioli e gatti selvatici.
Al campo antibracconaggio, partito il 4 dicembre e conclusosi l’11 dicembre, hanno partecipato nella prima giornata anche 28 giovani “Natural leaders” tra i 16 e i 25 anni provenienti da tutta Italia, grazie ai quali sono state rimosse 200 trappole dai sentieri.

Nei giorni successivi del campo, i cinque volontari della Lipu, coordinati da Gigliola Magliocco, hanno smontato un intero sentiero già “armato” di trappole pronte ad entrare in azione, mentre hanno trovato numerosi sentieri “attrezzati” ma non ancora armati dai bracconieri, che evidentemente attendono la migrazione di ritorno degli uccelli intorno al mese di febbraio. (leggi qui tutte le info sul bracconaggio in Italia).
Durante le perlustrazioni dei boschi, sono stati rinvenuti morti appesi alle trappole 3 tordi, 2 pettirossi, 1 occhiocotto e 1 cinciarella. Un esemplare di verdone è stato liberato, così come è stato liberato, non senza fatica, un piccolo cinghiale incappato in un laccio che gli stringeva il collo.

Il bilancio del campo della Lipu è molto positivo – commenta Fulvio Mamone Capria, presidente della LipuIn questi anni la nostra costante presenza in quest’area a forte rischio bracconaggio, in coordinamento col corpo forestale sardo, ha fatto crescere la sensibilità e la conoscenza nelle popolazioni locali di questo grave fenomeno, che danneggia un bene appartenente a tutti e dà vita a traffici illegali e contrari alla tutela della natura. 


“Ringraziamo il Corpo forestale di vigilanza ambientale della Regione Sardegna – prosegue Mamone Capria - per gli importanti risultati operativi ottenuti in termini di contrasto effettivo al bracconaggio, con centinaia di denunce e sequestri di mezzi per la caccia illegale e di fauna selvatica avvenuti negli anni, ma anche per aver affiancato quella necessaria azione di prevenzione e di sensibilizzazione senza la quale non riusciremo mai a sconfiggere questo fenomeno.
Nelle prossime settimane
– conclude il presidente Lipu - torneremo nei boschi del Sulcis per proseguire come sempre la nostra azione che sta producendo importanti risultati a difesa di una Sardegna bellissima e ricca di biodiversità”.

Nel pomeriggio di sabato 3 dicembre è anche stata liberata in un parco urbano di Capoterra una poiana ferita e guarita nel centro recupero di Monastir, alla presenza del sindaco Francesco Dessì e del Comandante della Stazione dei Carabinieri di Capoterra, Luogotenente Carlo Porru, al quale va il nostro plauso per il sostegno nelle operazioni antibracconaggio sul territorio del Sulcis.
I volontari hanno poi consegnato, a fine campo, tutto il materiale (trappole, cavetti e animali ritrovati morti) al Corpo forestale e vigilanza ambientale della Regione Sardegna.
 

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