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Riforma parchi, Lipu in Senato: "Testo sbagliato, fermare la riforma"

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"La riforma della legge 394 sulle aree protette è tornata in Senato con molte modifiche ma con gli stessi gravi problemi di prima, che abbiamo dettagliatamente ribadito oggi al Senato."

Lo dichiara la Lipu, dopo l'audizione in Commissione Ambiente del Senato del direttore generale Danilo Selvaggi sulla riforma della legge 394/91 sulle aree protette.

"I siti della rete Natura 2000 sono stati mortificati, non avendo ricevuto il riconoscimento di aree protette nazionali. La governance dei parchi è del tutto sbilanciata sugli elementi localistici, a scapito delle competenze scientifiche, dell'interesse nazionale e della biodiversità come patrimonio comune. Il meccanismo di gestione della fauna, interamente affidato ai cacciatori, è inefficace e conflittuale con le norme comunitarie. Il Parco del Delta del Po viene definitivamente affossato, lasciando a quelle regioni che non lo hanno mai voluto il veto finale sul decreto istitutivo. Per non parlare delle possiblità di continuare senza limiti le attività estrattive all'interno dei parchi, in barba alla tutela della natura e alla stessa prospettiva culturale di progressivo affrancamento dal petrolio.

"Questi ed altri elementi dicono di una grande delusione ma anche di una forte preoccupazione per quello che, se la riforma passasse, potrebbero in breve tempo diventare i parchi italiani. Qualcosa che non ha più a che fare con la conservazione della natura.

Invevitabile la richiesta della Lipu alla Commissione Ambiente del Senato di fermare la riforma e riflettere su quale sia la strada giusta - ma non certamente questa - per migliorare la gestione delle aree protette italiane. È fondamentale che tutta la politica si ponga il problema di questa riforma, per la quale ragione stiamo chiedendo e ottenendo incontri ai vertici della politica italiana, così che la si possa profondamente correggere, finché si è in tempo".

 

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Aquila reale - Michele Mendi © Aquila reale - Michele Mendi