Politica agricola comune: serve una rivoluzione
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Danneggia l’ambiente e la salute pubblica. Mette in difficoltà molte specie di uccelli e non riesce a fermare il crollo del numero di imprese agricole attive nell’Unione europea.
Sono gli effetti economici, sociale e ambientali dell’attuale Politica agricola comune (Pac), che rappresenta circa il 35% dell’intero budget dell’Unione europea.
A sottolineare questa sconcertante situazione sono le associazioni aderenti a BirdLife Europa (tra cui la Lipu per l’Italia), che chiedono, nel giorno del lancio della consultazione pubblica da parte della Commissione europea sul futuro della Pac, l’avvio di un percorso totalmente nuovo, che porti la Politica agricola comune ad essere coerente con le altre politiche, specialmente quelle sull’ambiente, e assicurare così un futuro sostenibile ad agricoltori, cittadini e natura.
La Pac attuale, così come quella attuata nei decenni scorsi, si è rivelata una politica nociva per l’ambiente, che contribuisce ad aggravare i cambiamenti climatici, a causare perdita di biodiversità, ad erodere il suolo e inquinare le acque. Tra i più efficaci indicatori della perdita di biodiversità ci sono proprio gli uccelli: quelli tipici dell’ambiente agricolo sono il gruppo più minacciato in Europa, avendo subito un declino di almeno il 50% negli ultimi 30 anni: in Italia 13 specie sulle 27 monitorate dal progetto Mito2000 sono in calo, tra cui allodola, calandrella, averla piccola, torcicollo e saltimpalo.
I tentativi precedenti di rendere “verde” la Pac (greening) stanno fallendo sia sul lato dell’ambiente che su quello della biodiversità, secondo quanto confermato da numerosi e recenti studi
“Il lancio odierno della consultazione pubblica sulla riforma della Pac – afferma Patrizia Rossi, responsabile agricoltura Lipu-BirdLife Italia – rappresenta un’opportunità importante per costruire una politica che incentivi un’agricoltura al servizio dei bisogni delle persone e del pianeta intero. Il Commissario Hogan guidi questa transizione che trasformerebbe una politica vecchia e inadeguata in una più adatta ai tempi in cui viviamo e al futuro che dobbiamo costruire, per i quali il rispetto dell’ambiente, il cibo sano e la qualità della vita saranno fattori decisivi”.
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