Politica agricola comune: a Milano le proposte per una riforma seria
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“Riformare in modo radicale la Politica agricola comune per una maggiore sostenibilità verso la natura, la salute e la biodiversità e una maggiore equità sociale ed economica”.
E’ il messaggio centrale lanciato oggi dalle associazioni della Coalizione “Cambiamoagricoltura” (Legambiente, Lipu, Wwf, Fai, Aiab, Federbio, Pronatura, Isde e Associazione per l’agricoltura biodinamica) al convegno Metropoli Agricole che si è svolto all’Università degli Studi di Milano e organizzato da Fondazione Cariplo, Università degli Studi di Milano, Lipu-BirdLife Italia e altri enti in collaborazione con le altre associazioni di Cambiamo agricoltura (www.cambiamoagricoltura.it). Mentre alla Fiera di Verona si celebrava questa mattina il vecchio modello della Pac che tanti danni ha causato alla salute dei cittadini e all’ambiente, le associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica lanciavano le loro proposte: profonda revisione dei pagamenti diretti che incentivano in modo iniquo e distorto la produzione, una riforma radicale delle politiche in modo da premiare gli agricoltori che nello svolgere la loro attività partecipano attivamente al mantenimento delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio, un forte ridimensionamento nell’uso di pesticidi e prodotti chimici di sintesi, una politica di educazione alimentare e un cibo di qualità.
Cifre impressionanti sono emerse oggi in merito all’impatto del settore agricolo sull’ambiente e la salute, come per esempio le emissioni in atmosfera di ammoniaca, il principale precursore delle polveri sottili secondarie, pari a 100mila tonnellate all’anno nella sola Pianura padana, che si sommano a quelle di metano e ossidi d’azoto; l’altissima densità di allevamenti di regioni come la Lombardia (2,75 unità di bestiame per ettaro rispetto a una media italiana di 0,77); il calo del 42,4%, in pianura, degli uccelli tipici dell’ambiente agricolo negli ultimi 15 anni.
Un esempio virtuoso per la costruzione di un corretto paradigma agroecologico viene invece dall’agricoltura biologica e biodinamica dove l’ aumento di imprenditori agricoli e l’incremento delle vendite è stato pari al 20%, con forte presenza di giovani nelle vesti di nuovi imprenditori.
“Le opportunità di lavoro che offre un diverso modello di agricoltura sono notevoli – afferma Maria Grazia Mammuccini, di Federbio, associazione membro della Coalizione Cambiamo agricoltura– così come i benefici per l’ambiente e la salute dei consumatori. Serve inoltre un fondo dedicato alla biodiversità dato il grave stato di crisi della stessa”.
Durante la mattinata si è tenuta una tavola rotonda cui hanno partecipato Andrea Vettori della Dg Ambiente della Commissione europea, Gianni Fava, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Andrea Magarini Pellini del Coordinamento Food Policy del Comune di Milano e altri esponenti in rappresentanza di Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Slow Food Lombardia, Isde Italia, Federbio e Università di Milano.
“Siamo aperti anche per il futuro a un confronto con gli altri stakeholders per trovare punti in comune – conclude Claudio Celada, di Lipu-BirdLife Italia che oggi ha parlato in nome della coalizione - e lavorare insieme per un cambiamento serio di un modello che si è dimostrato insostenibile e dannoso a livello sociale, economico e ambientale”.