Salta al contenuto principale

Politica agricola comune: il Commissario Hogan non riconosce la crisi ambientale

Pubblicato il

Non riconosce la gravità della crisi ambientale che colpisce l’agricoltura europea, il crollo della biodiversità e l’esaurimento delle risorse naturali come acqua e suolo.

E’ il severo giudizio della Lipu-BirdLife Italia in merito alla Comunicazione ufficiale diffusa oggi dal Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale Phil Hogan in merito alla riforma della Politica agricola comune (Pac). Tra i punti fortemente negativi della Comunicazione, la Lipu sottolinea il fallimento nel correggere le distorsioni del “Primo Pilastro” della Pac, i cui sussidi, in prevalenza, non si relazionano al raggiungimento di risultati concreti. La principale proposta che scaturisce dalla Comunicazione è invece una maggiore libertà per gli Stati membri di spendere i fondi secondo finalità proprie e non, invece, per raggiungere obiettivi condivisi a livello europeo. “La Comunicazione sembra negare la dimensione e l’urgenza dei problemi esistenti, che sono di natura ambientale, sociale ed economica – afferma Claudio Celada, direttore Area Conservazione della natura di Lipu-BirdLife Italia - La scomparsa di almeno l’80% degli insetti e della metà degli uccelli selvatici, o il collasso a livello idrico a cui stiamo assistendo oggi nelle regioni mediterranee dell’Europa, non sono per nulla contemplate. Non è chiaro inoltre quali siano le prospettive per il finanziamento di rete Natura 2000. Allocare maggiore responsabilità agli Stati membri senza dotarsi di idonei strumenti di controllo e valutazione dei risultati vuol dire impedire alla Pac di raggiungere gli obiettivi comuni preposti. Noi ci aspettiamo qualcosa di completamente diverso dal budget dell’Unione europea. La Commissione, a quanto pare, ha completamente ignorato, le risposte fornite dai cittadini nella consultazione pubblica sulla Pac. L’80% dei partecipanti chiedeva un cambiamento radicale, maggiore sostenibilità ambientale e sociale, un utilizzo mirato dei fondi”.

“Mentre l’idea di combinare una maggiore flessibilità degli Stati membri con una più forte responsabilità per i risultati è una tesi valida – conclude Celada – questa debole e confusa Comunicazione non può essere il riferimento per allocare decine di miliardi di euro dei contribuenti. Ora occorre che la proposta della Multi Financial Framework, ossia il budget complessivo, per affrontare sia la crisi ambientale e il bisogno di una spesa seria e di qualità, e far sì che l’allocazione del budget della Pac sia indirizzato a chiari e stringenti obiettivi”
 

Immagine
©