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Pesca: Lipu chiede al Parlamento Ue di salvaguardare le specie

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“Una pesca realmente sostenibile per l’ambiente e per la biodiversità marina”. 

Lo chiede la Lipu-BirdLife Italia insieme a tutte le associazioni partner di BirdLife Europa in vista del decisivo voto che si terrà all’Europarlamento a inizio 2018 in materia di pesca. “Ci spiace dire che il regolamento votato nelle scorse settimane in Commissione pesca del parlamento europeo, col voto decisivo del gruppo socialista di cui fa parte l’europarlamentare del PD Renata Briano, è stato pessimo – sottolinea Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu-BirdLife Italia - Nessuna delle proposte avanzate dalle associazioni per la protezione della natura è stata accolta, pur trattandosi di misure ragionevoli, in grado di ridurre gli impatti devastanti della pesca intensiva su delfini, balene, tartarughe marini e uccelli marini”.

Il problema delle catture accidentali di mammiferi e uccelli nei mari europei è drammatico: 200mila sono gli uccelli vittime ogni anno In Europa delle reti da pesca calate dai pescherecci, appartenenti a specie come uria, gazza marine, moretta codona e orco marino, oltre alla berta delle baleari, una specie a rischio di estinzione e catturata accidentalmente in Spagna, Francia e Portogallo.

Eppure le soluzioni presentate alla Commissione Pesca dalle associazioni per ridurre in modo significativo il problema, esistono e sono ragionevoli: dai dispostivi acustici di dissuasione collocati sulle reti (una proposta particolarmente e incredibilmente osteggiata in particolare dall’onorevole Briano) all’uso di luci che allertano mammiferi, tartarughe e uccelli sulla presenza di reti; da semplici accorgimenti come la riduzione della lunghezza delle reti all’uso di reti verticali che affondano velocemente nell’acqua e riducono i rischi di “by catch” (cattura accidentale) per gli uccelli. I regolamenti approvati in altri paesi del mondo hanno portato a risultati molto positivi, come per esempio in Sudafrica, dove gli albatross uccisi per colpa della pesca a strascico del nasello si sono ridotti del 99%; o in Namibia, dove oggi tutti i pescatori praticano una pesca usano metodi che proteggono la biodiversità, o in Perù, dove le tartarughe marine vittime del “by catch” si sono ridotte del 64%, con un metodo che è attualmente in fase di test anche in Europa. Nel nostro continente non mancano le buone intenzioni: una task force, in collaborazione coi pescatori, sta testando alcune soluzioni ai problemi creati dalle reti Gill net (reti a imbrocco) e dalla pesca devastante coi palamiti. “Auspichiamo – conclude il presidente Mamone Capria – che i nostri europarlamentari, nel voto di gennaio previsto in plenaria al Parlamento europeo, votino in modo da dare protezione alla biodiversità marina, mettere insieme le esigenze della pesca con quelle volte a salvaguardare lo stock ittico ed evitare la cattura accidentale di uccelli e mammiferi. Il tema deve diventare una priorità dell’Europarlamento e degli stati nazionali, anche in coerenza con gli obiettivi europei di ridurre la perdita di biodiversità”.

 

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Urie e gazze marine vittime della pesca, coste del sud dell'Inghilterra, foto di Vero Cortés Vero Cortés © Urie e gazze marine vittime della pesca, coste del sud dell'Inghilterra, foto di Vero Cortés Vero Cortés