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Nuova Commissione europea. Green Deal o Greenwashing?

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Cosa pensare della nuova Commissione europea proposta dalla riconfermata presidente, Ursula von der Leyen? Come conciliare l’annuncio di voler continuare sulla strada della transizione ecologica con la sensazione di passo indietro?

 

Lo scorso 17 settembre Ursula von der Leyen ha presentato la proposta di Collegio dei commissari per la legislatura europea 2024/29.

Diciamolo: sotto il profilo ambientale, è un Collegio che non sembra tra i migliori possibili. Composto da 6 vicepresidenti, tra cui l’italiano Raffaele Fitto, e 20 commissari, ciascuno con un proprio portfolio di deleghe, la squadra dell’Ursula 2 dà l’impressione di voler battere altri percorsi o quantomeno strizzare l’occhio a una politica decisamente prudente, se non addirittura avversa alle politiche ambientali.

Certo, nella lettera di missione che i commissari hanno ricevuto, finalizzata a tradurre in azioni l’agenda politica della nuova Commissione, il riferimento al Green Deal è non solo presente ma evidenziato come una guida trasversale a ciascuna delle prossime politiche dell'Unione. Tuttavia, una prima analisi dei commissari proposti non riesce a suscitare entusiasmi e forse nemmeno fiducia. L’accento della Commissione sembra tutto posto sulla spinta alla crescita e alla competizione economica, le quali poco si sposano con l’idea di un’Europa diversa ed effettivamente ecologica.

Il quadro politico generale, peraltro grave ed ineludibile, segnato dalla guerra in Ucraina, dal conflitto mediorientale e dall’alta tensione globale, non aiuta a nutrire sogni di vera trasformazione. E però, è anche in questo senso che la conversione ecologica deve agire, per rompere gli schemi e promuovere una cultura della sostenibilità, della cooperazione, della pace, della cura del pianeta. Altrimenti è un cane che si morde la coda.

La presidente von der Leyen ha inteso affidare il ruolo chiave nel programma di transizione ecologica (più o meno quello che nella scorsa tornata era stato di Frans Timmermans) alla ministra dell’Ambiente spagnola, Teresa Ribera Rodríguez, con una prima differenza, non positiva, in un forte spezzettamento delle competenze ambientali, divise tra troppi commissari come a voler rendere più macchinoso e ostacolato il lavoro di ciascuno.

Politica capace e preparata, protagonista in positivo di una fase decisiva della Nature Restoration Law nella scorsa legislatura, Teresa Ribera farà comunque la sua parte., da vicepresidente con delega alla Transizione pulita, giusta e competitiva e alla guida di una squadra composta dal Commissario per il Clima, lo zero netto e la crescita pulita, l'olandese Wopke Hoekstra, dal Commissario per la Salute e il Benessere animale, l'ungherese Oliver Varhelyi (con delega alla sostenibilità della produzione e del consumo di alimenti lungo la catena alimentare) e dal Commissario all’Ambiente, Resilienza idrica e l'Economia circolare competitiva, la svedese Jessika Roswall. 

Il poster dei nuovi commissari europei
Il poster dei nuovi commissari europei
© Ue

Una riflessione speciale, non priva di una certa preoccupazione, merita proprio la (proposta) commissaria svedese all'ambiente. Roswall è una nota esponente di un governo che nei mesi scorsi si è opposto alla legge sul ripristino della natura contribuendo a metterla seriamente in discussione. Seguirà quella linea? Farà anche peggio? E, prima ancora, avrà lei o Teresa Ribera il compito di seguire l’attuazione della Nature Restoration Law?’

Un ruolo chiave per gli obiettivi del Green Deal sarà anche quello del Commissario all’Agricoltura, il lussemburghese Christophe Hansen, che insieme al commissario alla Pesca e agli Oceani, Costas Kadis, e al Commissario al trasporto sostenibile e turismo Apostolos Tzitzikostas, saranno coordinati dall’italiano Raffaele Fitto, candidato alla vicepresidenza con delega alla Coesione e alle Riforme. Anche qui, non pochi interrogativi.

Presentata la squadra, la palla passa ora al Parlamento europeo, che dopo le consultazioni e gli incontri con i candidati, potrà confermarli o chiederne la sostituzione, per arrivare a fine novembre alla nomina della Commissione.

Nutrendo questi stessi dubbi e preoccupazioni, BirdLife Europa, con la coalizione delle associazioni europee di VoteForFutureEU, he predisposto 19 domande per i candidati commissari, raccolte sul sito https://www.commissionerhearings.eu/, tra cui la seguente:

"Quali misure specifiche la Commissione adotterà per garantire la piena attuazione e applicazione della legge europea sul ripristino della natura e degli impegni previsti dall’accordo globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal... e come saranno assegnati ulteriori finanziamenti dedicati al ripristino e alla conservazione della natura e a soluzioni climatiche a base di natura?".

Si tratta di un buon modo per capire le reali intenzioni dell’Ursula 2, il secondo governo europeo guidato da Ursula von der Leyen, in materia di transizione ecologica, contrasto ai cambiamenti climatici e azione contro la perdita della biodiversità. Cioè, capire se l'Europa sosterrà convintamente un Green Deal vero o si accontenterà di un Green Deal falso, una falsa transizione ecologica sotto forma di greenwashing, con l’enorme differenza che la cosa comporta per il futuro di tutti noi.

QUI la proposta della Commissione 2024/29 di Ursula von der Leyen.

Comunicato stampa della presidente von der Leyen sulla nuova Commissione

Scarica il documento

LA NUOVA (PROPOSTA) COMMISSIONE VON DER LEYEN

6 vicepresidenti

20 commissari

COMMISSARI DI INTERESSE AMBIENTALE

Teresa Ribera, Transizione ecologica e vicepresidenza

Jessika Roswall, Ambiente ed economia circolare

Wopke Hoekstra, Clima

Oliver Varhelyi, Salute e Benessere animale

Christophe Hansen, Agricoltura

Costas Kadis, Pesca e Oceani

LE DOMANDE DELLA COALIZIONE AMBIENTALISTA AI COMMISSARI

19, su legislazione ambientale, ripristino della natura, biodiversità, clima, deforestazione, oceani, salute, economia circolare, investimenti verdi eccetera. QUI.

Immagine
Conferenza stampa di presentazione dei nuovi commissari europei © Ue