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La caccia in Italia: verità e "falsi miti"

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La caccia serve a regolare gli equilibri della natura? E’ vero che la caccia è sostenuta dalle tasse di tutti? I cacciatori hanno privilegi speciali rispetto ai normali cittadini italiani? La caccia è davvero necessaria alla nostra sopravvivenza?

Quando si parla di caccia in Italia è facile scontrarsi con “falsi miti” e posizioni superate. Per fare chiarezza su un argomento così delicato, che coinvolge la sicurezza di uomini e animali, abbiamo chiesto ai nostri esperti di rispondere ad alcune semplici domande.

La caccia e l’attività dei cacciatori sono utili per regolare gli equilibri della natura. FALSO

Le regole che governano gli equilibri naturali sono complesse e dipendono dall’interazione tra molte specie, vegetali ed animali. Non si può pensare di risolvere con le armi da fuoco gli squilibri, spesso provocati dall’uomo e talvolta dagli stessi cacciatori.

Dobbiamo sfatare il mito che la caccia aiuti a regolare la natura, per due motivi. Anzitutto, una parte degli squilibri è dovuta proprio alla crisi degli ecosistemi, all’incessante urbanizzazione e alla scomparsa di grandi carnivori come lupi e orsi (peraltro anche a causa della stessa caccia). In secondo luogo l’introduzione di animali estranei ai nostri ambienti naturali per fini venatori (si vedano alcune sottospecie di cinghiali) ha creato danni e gravi squilibri.

E’ impensabile affidare la soluzione a chi in gran parte ha causato il problema. Servono invece buone pratiche, una corretta gestione di habitat naturali e risorse e un serio management ambientale. Solo così gli squilibri saranno risolti, evitati o comunque contenuti e col tempo potremmo avere un ambiente nuovamente in equilibrio.

I cacciatori possono aiutare a controllare le popolazioni di specie ritenute problematiche come il merlo e il germano reale. FALSO

In natura non esistono specie cattive o problematiche. Tutte le specie svolgono importanti funzioni nell’ecosistema. Esistono specie che, per loro caratteristiche e abitudini, approfittano di situazioni di squilibrio o disordine, spesso proprio causato dalla cattiva gestione umana (si pensi ad esempio alla gestione dei rifiuti in città). In ecosistemi o ambienti ben trattati, anche con presenza di predatori, non ci sono reali squilibri.

La caccia è necessaria alla nostra sopravvivenza. FALSO

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Per millenni la caccia è stata fonte di sussistenza alimentare. Oggi fatta eccezione per talune popolazioni, non lo è più. La caccia al bisonte era, per gli indiani d’America, parte integrante dello stile di vita. Non rompeva gli equilibri naturali e richiedeva grandissima attenzione e parsimonia nel prelievo degli animali, a fini alimentari e di vestizione. Col tempo queste necessità e questo approccio sono scomparsi, e sono rimaste forme di caccia superflue, consumistiche, inutili e dannose. Oggi la fauna selvatica è “patrimonio indisponibile dello Stato”, quindi un bene della collettività. La cultura è cambiata, la società è cambiata. Perché mai qualcuno dovrebbe privarci di qualcosa che è patrimonio collettivo?

I cacciatori sono capaci di riconoscere con facilità le specie cacciabili di uccelli da quelle protette quando sono in volo. FALSO

 

Talvolta anche molti scienziati e ornitologi incontrano difficoltà nel riconoscimento delle specie, soprattutto in volo. Se tuttavia è un cacciatore a sbagliare, il danno è ben maggiore, perché le conseguenze sono gli abbattimenti di specie superprotette e non cacciabili, che dunque non dovrebbero assolutamente essere abbattute. A ciò si aggiunga la superficilaità con cui talvolta si tengono gli esami di abilitazione e si rilasciano le licenze di caccia.

Lo Stato italiano usa i soldi dei contribuenti per finanziare la caccia. VERO

Le spese sostenute da Stato, Regioni ed enti locali per gestire la caccia provengono dalla fiscalità, cioè dai soldi di tutti. Le tasse che i cacciatori pagano per svolgere la loro attività non sono sufficienti a coprire tutte le spese né tantomeno a curare i danni che la loro stessa attività, con l’abbattimento di milioni di animali o i ripopolamenti scriteriati, ogni anno comporta.

I cacciatori italiani godono di privilegi rispetto ai normali cittadini? VERO


L’articolo 842 del Codice Civile permette ai cacciatori di invadere la proprietà privata senza che il legittimo proprietario possa opporvisi. Se, nel corso della battuta di caccia, un cacciatore si trova a passare su terreni altrui per inseguire l’animale o appostarsi per abbatterlo, può farlo. E ciò in base a una norma vecchia, superata e da rivedere. Non si può privilegiare le esigenze di chi gira con un fucile, a discapito di quelle di chi desidera sicurezza e tranquillità, per sé e per i propri figli.

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