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Giornata della Terra: le "Lipu" di tutto il mondo chiedono all'Onu che l'ambiente sia un diritto umano

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Giornata della Terra, BirdLife International scrive alle Nazioni unite: “L’ambiente naturale sia un diritto umano”. Nel 50esimo Earthday mondiale, le Lipu di tutto il mondo, in rappresentanza di 10 milioni di sostenitori, chiedono ad Antonio Guterres l’inserimento dell’articolo 31 nella dichiarazione universale. “E’ un impegno per il benessere del pianeta e un dono inestimabile per le generazioni future”.

Con una lettera sottoscritta da circa 100 partner di tutti i continenti (in fondo a questo testo la lettera integrale) e inviata al Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, BirdLife International, il più importante network globale per la conservazione della biodiversità che raccoglie le associazioni di protezione degli uccelli di tutto il mondo, tra cui la Lipu per l’Italia, chiede alle Nazioni Unite di compiere “un passo coraggioso e senza precedenti”: dichiarare l’ambiente naturale come diritto umano fondamentale e inalienabile. La lettera, inviata oggi nella 50esima Giornata della Terra, pubblicata in versione integrale sui siti di BirdLife International e della Lipu, chiede alle Nazioni Unite, come parte della Loro risposta alla pandemia da Coronavirus, di aggiungere un articolo, il 31, alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che rappresenti il diritto universale a un ambiente naturale sano, tutelato dalle politiche pubbliche e governato sulla base di principi di sostenibilità, conoscenza scientifica e conoscenza tradizionale dei popoli indigeni.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nata sulle ceneri della seconda guerra mondiale, ha sancito per la prima volta i diritti umani fondamentali da tutelare globalmente. I suoi 30 articoli riguardano aspetti essenziali tra cui la libertà, l’uguaglianza, la proibizione della tortura, l’educazione e l’accesso alla giustizia ma non citano la protezione dell’ambiente, da cui pure la vita umana e di tutti gli esseri viventi dipende. Una mancanza che deve essere colmata. L’emendamento per l’ambiente sano e protetto sarebbe il primo da quando la Dichiarazione venne proclamata nel 1948.
“Quella del Covid-19 è la più grande crisi globale dalla seconda guerra mondiale - dichiara Patricia Zurita, Ceo di BirdLife International - Benché la pandemia in corso, che ha le sue radici nella distruzione degli habitat e nel commercio illegale di animali selvatici, sia devastante, essa fornisce ai leaders mondiali e all’intera umanità la chance di agire in modo coraggioso e l’obbligo morale di trasformare la società per proteggere il nostro benessere e quello delle future generazioni. L’emergenza ci dice chiaramente che la salute del pianeta è la nostra stessa salute. Dunque, come per le crisi climatica e della biodiversità, Covid-19 mette in risalto la necessità e la possibilità per l’umanità di agire insieme, in modo coraggioso”.
”Con la lettera al Presidente Guterres - dichiara Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu - BirdLife Italia - chiediamo che la discussione sul nuovo Articolo 31 sul diritto a un ambiente naturale sano e protetto venga subito inclusa nell’Agenda del Summit sulla Biodiversità dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che avrà luogo a settembre. E’ un modo per segnare la svolta globale, per dire che l’umanità deve finalmente voltare pagina e che la nuova storia degli esseri umani dovrà essere all’insegna della conoscenza e dell’armonia, tra le persone e con la natura. Non c’è più molto tempo e non ci sono alternative”.
“In passato si era già provato ad includere il diritto a un ambiente sano nella Dichiarazione Universale - ricorda Melanie Heath, Direttore Scientifico e delle Politiche di BirdLife International - Vogliamo credere che la gravità della pandemia costituisca un sufficiente campanello d’allarme affinché questa sia la volta buona”.
“L’ Articolo 31 rappresenterebbe un dono al mondo e alle future generazioni - aggiunge Asunción Ruiz, direttore generale della Seo - BirdLife Spagna - e non esiste momento più appropriato della 50esima Giornata della Terra per annunciare questo regalo. Riconoscere l’ambiente naturale in salute come diritto umano sacro e inviolabile rappresenterebbe una conquista che beneficerebbe l’umanità per i secoli a venire, nonché un grande viatico per conseguire i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite”.
La lettera, supportata da una petizione, è sottoscritta da circa 100 organizzazioni nazionali di BirdLife International, in rappresentanza di 10 milioni di sostenitori, dal Sudamerica (tra cui Save Brazil, Aves Argentina, Guyra Paraguay) all’Asia (tra cui Bombay Natural History Society, WBS Japan, Burung Indonesia), dal Nord America (Audubon Society degli Stati Uniti, Nature Canada) all’Africa (tra cui Grepom Marocco, Syrian Society for Conservation of Wildlife, Birdwatch Zambia) all’Australia e all’Europa (oltre 20 partner tra cui gli inglesi della Royal Society for Protection of Birds e la Lipu).
Per approfondire e per firmare la petizione pubblica di BirdLife International a sostegno dell’Articolo 31: www.birdlife.org/article31

PER FIRMARE DIRETTAMENTE LA PETIZIONE: https://secure.avaaz.org/en/community_petitions/antonio_guterres_un_secretary_general_a_new_human_right_the_right_to_a_healthy_natural_environment

 

LA LETTERA DI BIRDLIFE INTERNATIONAL AD ANTONIO GUTERRES, SEGRETARIO GENERALE ONU

April 21, 2020
His Excellency
António Guterres
Secretary-General of the United Nations
United Nations Headquarters in New York
405 East 42nd Street
New York, NY, 10017, USA


Your Excellency,
Today, on the 50th anniversary of Earth Day, as if the earth’s incessant rotation had slowed and stopped, coronavirus has created an unprecedented challenge. It connects us all in our fragility and the intimate connection we have with our planet and with nature. Whether confined at home or struggling to be distanced from each other in other ways, or heroically treating the ill and dying, or continuing to provide essential public services, all at personal peril – we all ask how have we come to this? That is why, at this epochal moment in human history, we need your leadership at the helm of our United Nations. The health of our planet, our ecosystems, our economies, indeed ourselves, cry out now for the General Assembly to recognize our universal right to live in a healthy natural environment – guaranteed by public policies and governed by sustainability and the best scientific and traditional  indigenous knowledge. We invite you – we implore you – to call for an addition to the UN Universal Declaration of Human Rights: to enshrine a new article 31, one that recognises the right to a healthy environment. Starting now, by putting it on the agenda of the UN General Assembly meeting in September and the Summit on Biodiversity, this could be achieved by December 2023, to mark the 75th anniversary of the  adoption by the General Assembly of the Universal Declaration. We know that we will eventually, in grief and pain, and economically devastated, emerge from coronavirus. Once we reach the brink of the galloping twin crises of climate and biodiversity, however, we will not escape. We can already see how our lack of care for the planet infringes other  established universal human rights, such as the right to life, liberty and security. The science is clear now. In this critical “Decade of Action”, we must take the necessary decisive actions to save the ecosystems of the planet from collapse. The effects of global warming, and the loss of biodiversity on people's health and their economies, if left unaddressed, will be irreparable.
The initial declaration of human rights was forged out of the ashes of the conflagration of the Second  World War. Now we too must we rise to the challenge of finding a better way to conduct ourselves  on our spinning home. The inspiring and determined Greta Thunberg, and the global youth movement she has pioneered, put the faces of the future viscerally on what it means to fail to secure the planet’s health. Indeed, we risk making a mockery of and undermining the Sustainable Development Goals and the 2030 Agenda.
We know that adding to the Universal Declaration of Human Rights is a profound act. Sacred even.  But we are convinced that at this moment of crisis your courage and leadership is needed to address  the collapse of ecosystems and the irreversible overheating of the planet which loom with such  menace. Our magnificent Earth is equally sacred, and there has perhaps never been a more important moment to enshrine a human right that would oblige us all to respect it, for the benefit of all.
At BirdLife International, a family of scientists, conservationists and local people from over 100 countries, founded in 1922 shortly after the League of Nations, we believe we share this historic  responsibility. As a United Nations-recognized civil society observer, we therefore humbly urge you  to raise this issue at the next UN General Assembly in September.

We appreciate your urgent attention to this matter and stand ready to move forward and mobilize the planet’s citizens, across all continents, seas and oceans, to back such a vital call and support your leadership.

Yours sincerely,

Patricia Zurita
Chief Executive BirdLife International
on behalf of the BirdLife International Partnership
 

 

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