G20 e Cop 26: "Unire le azioni per il clima a quelle per la biodiversità"
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G20 e Cop26, Lipu: l’Italia sia protagonista nei fatti e non solo a parole, unendo indissolubilmente le azioni per il clima a quelle per la biodiversità.
“La gigantesca sfida climatica va necessariamente affrontata assieme a quella della natura, a partire dalla piena attuazione della Strategia europea per la biodiversità. L’Italia deve essere attiva a livello internazionale ma anche, da subito e con azioni concrete, nel nostro Paese”. Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia alla vigilia del doppio appuntamento del G20 di Roma e della Cop26 sul clima di Glasgow.
“E’ sempre più evidente che le due crisi, quella climatica e quella relativa alla perdita di natura – dichiara Claudio Celada, direttore area Conservazione della natura - vanno affrontate assieme, con scelte integrate e lungimiranti, come affermato dalla Dichiarazione di Kunming del 13 ottobre (pre Cop15 sulla Biodiversità) e come richiesto solennemente dal Parlamento europeo nella relazione a sostegno della Strategia europea per la biodiversità al 2030.
“Proprio la Strategia europea è, in questo senso, uno strumento essenziale a cui dare piena attuazione – prosegue Celada - con l’estensione delle aree protette ad almeno il 30% del territorio nazionale, una grande opera di restauro degli habitat e di incremento delle reti ecologiche, la tutela delle specie, il cambio di passo sui fronti dell’agricoltura e della pesca e altro ancora.
“Parlando di tutela della natura, la recente Lista rossa europea ha evidenziato gravi problemi di conservazione degli uccelli selvatici, basti pensare che sono 71 le specie minacciate (1 su 8), e che, tra quelle a più grave rischio, sette sono in grave declino a causa dei cambiamenti climatici e della perdita di habitat: dalla berta balearica al sacro, dalla pavoncella gregaria al gabbiano di Ross, dal pulcinella di mare al gabbiano tridattilo fino al corvo comune.
“Fondamentale, inoltre – continua il direttore area Conservazione della Lipu - è il corretto recepimento della Direttiva europea sull’energia rinnovabile, che prevede di individuare le aree idonee per la realizzazione degli impianti di energia rinnovabile salvaguardando nel contempo le zone pregiate per la conservazione della natura.
Troppe volte l’Italia si è impegnata a parole, mancando ampiamente di tradurle in fatti, e anzi agendo per il peggio. I due grandi appuntamenti internazionali che si aprono nelle prossime ore, il G20 di Roma e la Cop26 di Glasgow, devono segnare il cambio di passo: l’Italia – conclude Claudio Celada - sia protagonista nell’opera di buona persuasione politica verso una transizione ecologica globale e al tempo stesso nell’intraprendere essa stessa, seriamente, con i fatti, la strada del cambiamento. Non è più tempo di proclami”.