Chiurlottello addio
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Secondo la ricerca appena pubblicata, la specie, che un tempo si riproduceva nella Siberia occidentale e svernava nel Mediterraneo, si è estinta. Per gli uccelli selvatici, si tratta del primo caso di scomparsa a livello globale dall'Europa continentale, dal Nord Africa e dall'Asia occidentale.
Chiurlottello addio. Con una pubblicazione realizzata dagli scienziati di Rspb, BirdLife International, Naturalis Biodiversity Center e il Museo di Storia naturale è stata dichiarata l'estinzione del chiurlottello, un uccello migratore costiero che un tempo si riproduceva nella Siberia occidentale e svernava nel Mediterraneo. Si tratta della prima estinzione globale di una specie di avifauna dall'Europa continentale, dal Nord Africa e dall'Asia occidentale: l’ultimo avvistamento del chiurlottello risale al 1995, quando fu accertata la sua presenza nel nord del Marocco.
"Questa è una delle storie più devastanti che siano emerse nel campo della conservazione della natura da un secolo a questa parte – dichiara Nicola Crockford, Principal Policy Officer della Rspb - e va al cuore del motivo per cui l'Rspb e la BirdLife Partnership fanno della prevenzione dell'estinzione delle specie una priorità.
“Si tratta della prima estinzione globale conosciuta di una specie di uccelli proveniente dall'Europa continentale, dal Nord Africa e dall'Asia occidentale – prosegue Crockford – ed è accaduto nel corso della nostra esistenza. Come possiamo aspettarci che i Paesi extraeuropei si impegnino per salvare le loro specie quando i nostri Paesi, relativamente ricchi, hanno fallito in questo?".
Le cause del declino del chiurlottello non saranno mai del tutto chiarite, ma le possibili pressioni alla base del fenomeno includono la bonifica per uso agricolo di alcune zone di torbiera, la perdita delle zone umide costiere utilizzate dal chiurlottello per l'alimentazione invernale e la caccia, soprattutto negli ultimi tempi, di una popolazione già ridotta, frammentata e in declino. Potrebbero esserci stati impatti dovuti all'inquinamento, alle malattie, alla predazione e ai cambiamenti climatici, ma la loro portata è sconosciuta.
“Quando il chiurlottello – racconta Alex Bond, Senior Curator in Charge of birds presso il Museo di Storia naturale, e parte del team che ha tracciato il destino del chiurlottello - ha smesso di tornare nel suo principale sito di svernamento a Merja Zerga, in Marocco, sono stati compiuti molti sforzi per cercare di localizzarlo nelle zone di riproduzione Diverse spedizioni e centinaia di migliaia di chilometri quadrati di ricerca non hanno, purtroppo, portato a nulla.
"Con l’avanzare dei cambiamenti climatici, questo sarà lo status quo per gli uccelli selvatici, il cui stato non sta migliorando – aggiunge Alex Bond - Affrontare il cambiamento climatico, la distruzione dell'habitat e l'inquinamento è la migliore opportunità che abbiamo per proteggerli, sia in patria che all'estero".
"La devastante perdita del chiurlottello - spiega Alex Berryman, responsabile della Lista Rossa di BirdLife International e coautore dello studio - è un avvertimento che nessuna specie di uccelli selvatici è immune dalla minaccia di estinzione. Più di 150 specie si sono estinte a livello globale dal 1500. Le specie invasive sono state spesso la causa del fenomeno, con il 90% delle estinzioni di uccelli che hanno colpito le specie insulari. Tuttavia, mentre l'ondata di estinzioni nelle isole potrebbe rallentare, il tasso di estinzioni continentali è in aumento. Questo è il risultato della distruzione e del degrado degli habitat, dello sfruttamento eccessivo e di altre minacce. Per salvare gli uccelli - conclude Alex Berryman - è necessario un intervento urgente di conservazione, senza il quale dobbiamo prepararci a un'ondata di estinzione molto più ampia che si abbatterà sui continenti".
"Prevenire l'estinzione di altre specie migratrici in declino è possibile - commenta Claudio Celada, direttore Area Conservazione natura della Lipu-BirdLife Italia - Ma non possiamo più voltarci dall'altra parte. Dobbiamo agire subito per tutelare e ripristinare almeno i siti più importanti lungo le principali rotte migratorie delle specie legate agli ambienti umidi
Questa notizia segue il recente annuncio che altre 16 specie di uccelli costieri migratori sono state inserite nella Lista rossa delle specie minacciate dell'IUCN in categorie più elevate, a causa del declino delle popolazioni.
Sono 164 le specie di uccelli estinte dal 1500 e riconosciute ad oggi dalla Lista Rossa dell'Iucn; oltre 11mila le specie il cui stato di conservazione è stato valutato da BirdLife International, autorità a livello mondiale per la Lista rossa degli uccelli selvatici.