Campania, associazioni denunciano assenza di controlli su bracconaggio e territorio
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“Garantire il pieno contrasto al bracconaggio reperendo i fondi necessari per permettere alle polizie provinciali la vigilanza nei settori caccia, pesca e tutela della fauna selvatica”.
E’ la richiesta che le associazioni Aidap, Asoim, Cai, Enpa, Lav, Lipu e Wwf hanno rivolto al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nella quale denunciano l’assenza, in Campania, dei necessari controlli antibracconaggio e, in generale, l’insufficiente vigilanza degli habitat naturali quali boschi, montagne, aree agricole, zone umide, corsi d’acqua, che costituiscono gli ambienti di parchi, riserve naturali e aree Sic e Zps della rete Natura 2000.
Nel riordinare le funzioni esercitate dalle Province, a seguito dell’applicazione della Legge n.125/15 e della Legge 56/14 “Delrio” – affermano le associazioni – la Regione Campania non ha dato il giusto peso ai controlli ambientali. Ma non solo: la Regione Campania, infatti, sta riformando alcuni punti della Legge regionale 9 agosto 2012, n. 26 “Norme per la protezione della fauna selvatica e disciplina dell'attività venatoria in Campania”, cancellando completamente il ruolo delle polizie provinciali con gravi ripercussioni sulla gestione della fauna selvatica.
Ciò nonostante che nel Piano antibracconaggio del ministero dell’Ambiente sia indicato chiaramente che “indagini condotte a livello internazionale hanno consentito di accertare come il bracconaggio ed il traffico di animali rappresentino una delle prime fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali, insieme alla prostituzione e al traffico delle armi e della droga”.
Mentre dunque lo Stato italiano ha predisposto il Piano nazionale antibracconaggio anche per onorare gli impegni internazionali, piano in cui si prevede, tra le altre cose, proprio di rafforzare il ruolo delle polizie provinciali riportando il personale addetto alla sorveglianza al numero in servizio nel 2007, e tutte le regioni italiane hanno valorizzato il ruolo di tali corpi di polizia locale impiegandoli nei controlli sull’attività venatoria e sostenendone anche i costi con apposite risorse finanziarie, la Regione Campania non se ne interessa e addirittura cancella il ruolo delle polizie provinciali.
Si pensi inoltre che nel piano nazionale antibracconaggio viene data grande importanza all’educazione ambientale, con la “realizzazione di campagne mirate di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, anche rivolta alle scuole, in corrispondenza dei black-spot per stigmatizzare i comportamenti illeciti e i danni arrecati all’ambiente e alla collettività”.
“Facciamo appello al Presidente della Regione Vincenzo De Luca – affermano le associazioni - chiedendogli di dare un forte impulso per garantire le necessarie misure di contrasto al bracconaggio mediante la piena applicazione del Piano di Azione nazionale, in particolare creando le condizioni affinché le polizie provinciali della Città Metropolitana di Napoli e delle Province di Caserta, Benevento, Avellino e Salerno possano esercitare efficacemente le loro funzioni di vigilanza, mediante l’istituto dell’avvalimento e quindi delegando ad esse la vigilanza in quei settori (caccia, tutela fauna, pesca, ecc) così come analogamente fatto dalla totalità delle regioni italiane che hanno anche sostenuto i relativi oneri finanziari per tali attività di sorveglianza”.
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