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Caccia in Lombardia, domani il voto su proposte estremiste

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Il 2 ottobre i Consiglieri della Regione Lombardia voteranno due proposte di legge che, se approvate, consentiranno ancora una volta la cattura di uccelli selvatici per usarli come richiami vivi nella caccia da appostamento e l’uccisione di piccoli uccelli migratori non cacciabili. 

Ciò avviene a poche ore dalla tragedia di Imperia che ha visto l’uccisione di un escursionista di 19 anni per mano di un cacciatore e che richiederebbe ben altre riflessioni ed azioni.

Il tutto violando fragorosamente la norma europea (Direttiva Uccelli), la legge nazionale per la tutela della fauna e la Costituzione italiana, con integrazione di danno ambientale ed erariale nonché di uccisioni di animali non necessitate.
Un illecito regalo patrimoniale ai cacciatori lombardi che potrebbero vedersi così consentite pratiche illegittime che nel resto del nostro Paese ed in tutta Europa sono punite penalmente.
“I consiglieri della Regione Lombardia hanno scelto ancora una volta e dopo una decina di sentenze della Corte Costituzionale contrarie la strada delle leggi provvedimento regionali nella piena consapevolezza di violare l’impianto normativo nazionale, al fine ultimo di rendere impossibile il nostro ricorso alla Giustizia amministrativa – dichiarano le associazioni LAC, LAV, WWF, CABS, LIPU, ENPA e LEGAMBIENTE – che avrebbe immediatamente sospeso provvedimenti così scellerati da essere già stati censurati, oltre che da Ispra, anche dallo stesso ufficio legislativo regionale.”
La Lombardia non è nuova a provvedimenti del genere, approvati al solo scopo di favorire ingiustamente la lobby venatoria, violando le norme che impongono particolari misure di protezione nei confronti degli uccelli migratori. Numerosissime le sentenze della Corte Costituzionale che hanno cassato tali leggi negli anni, e addirittura negli anni scorsi la Corte di Giustizia Europea è intervenuta con una ordinanza di ingiunzione di sospensione delle leggi lombarde minacciando sanzioni milionarie nei confronti del nostro Paese per ottenere il divieto della cattura degli uccelli da richiamo con le reti e l’uccisione dei migratori protetti in tutta Europa.
Grande è dunque l’irresponsabilità giudiziaria, oltre che politica, di chi ha presentato i due progetti, ritenendo che la Lombardia possa essere considerata una zona franca dal diritto europeo, nazionale e dalla Costituzione, e violare impunemente le normative nazionali e comunitarie ed esponendo regione e Paese ad alto rischio ambientale.
Le associazioni ambientaliste e animaliste hanno costantemente informato la Commissione Europea e il Governo nazionale su quanto sta accadendo in Lombardia. E il Ministero dell’Ambiente ha già dato seguito all’allarme, inviando una puntuale diffida dal procedere con l’approvazione delle due leggi.
“Oggi le nostre associazioni hanno consegnato una diffida a tutti i Consiglieri Regionali – proseguono le associazioni – per ribadire ancora una volta dopo le numerose audizioni i macroscopici profili di illegalità di tali norme e perché, in caso di approvazione delle due leggi, si renderebbero responsabili di un grave danno ambientale ed erariale direttamente perseguibile.”
Il voto dei consiglieri li inchioderà infatti a gravi e precise responsabilità giudiziarie. Sia in caso di voto palese che di voto segreto, le due leggi saranno pienamente sindacabili per il danno erariale, in sede di Corte dei Conti e innanzi al Giudice Penale per le uccisioni non necessitate (articolo 544 bis c.p. uccisione senza necessità), con le relative responsabilità a carico dei consiglieri.
E’ utile ricordare, a proposito della responsabilità erariale, che solo a giugno scorso la Corte dei Conti su denuncia delle stesse Associazioni ha condannato due ex amministratori della Provincia Autonoma di Bolzano, al pagamento di una somma superiore al milione di euro, proprio per aver consentito la caccia di specie protette nel resto d’Europa. Ma c’è ancora tempo per evitare i danni.
“Ci appelliamo al Presidente della Regione Attilio Fontana – concludono LAC, LAV, WWF, CABS, LIPU, ENPA e LEGAMBIENTE – perché fermi le due proposte di legge, e ai Consiglieri regionali affinché non cadano nel tranello teso loro dai cacciatori. I rispetto della vita degli animali e il rispetto delle norme poste a loro protezione e della Costituzione non possono essere sacrificati per l’ingordigia di una risicata minoranza di cittadini, disposti a tutto pur di sparare a uccelli che pesano meno della cartuccia usata per ucciderli”.
 

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Upupe © Luca Antognelli