Caccia: le associazioni diffidano il ministro Galletti
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In previsione dell’apertura generale della stagione venatoria fissata per domenica 17 settembre, Enpa, Lav, Lipu, con il sostegno della Lac, hanno diffidato con un atto legale il Ministro dell’Ambiente.
Questo affinché, su sua proposta, il Consiglio dei ministri si sostituisca alle Regioni – inadempienti - e assicuri il rispetto del noto e recente parere Ispra con le forti limitazioni all’esercizio della caccia sollecitate anche in applicazione del principio di precauzione. Secondo quanto previsto dalla legge, infatti, è piena responsabilità del Ministro dell’Ambiente far attivare dal Consiglio dei Ministri quei poteri sostitutivi alle Regioni necessari all’adeguamento dei calendari venatori regionali.
«E’ gravissimo che le Regioni abbiano disprezzato il parere dell’organismo scientifico nazionale che ha denunciato in modo inequivocabile la situazione degli animali selvatici dopo eventi climatici e criminosi senza precedenti. In particolare, l’Istituto ha segnalato una grande preoccupazione per la mortalità di esemplari giovani e adulti, e le pesanti conseguenze sulla capacità riproduttiva degli animali anche negli anni a venire», dichiarano Enpa, Lac, Lav e Lipu, che proseguono: «Ci troviamo dunque di fronte a un enorme vuoto istituzionale in cui le Regioni, ancora una volta ostaggio dei fucili, non solo hanno violato e stanno ancora violando il principio di tutela della fauna selvatica sancito dalla legge nazionale 157/92, ma stanno anche rifiutando la facoltà – dalla stessa legge prevista - di intervenire con misure di divieto o di limitazione della caccia in presenza di eventi straordinari».
Ma è ancor più grave che il primo depositario della tutela della fauna – gli animali selvatici sono patrimonio indisponibile dello Stato – non eserciti le sue prerogative ignorando di fatto il parere del suo stesso organo scientifico. Parere che, ricordano le associazioni, prevede in sostanza l’estensione del divieto di caccia a tutte le aree percorse da incendi, non solo quelle boscate, il divieto di apertura anticipata della caccia, il divieto di allenamento dei cani, il divieto della caccia da appostamento e comunque l’adozione di tutte le misure necessarie alla riduzione della pressione venatoria, quali, ad esempio, la riduzione del periodo di caccia o la limitazione del carniere consentito.