Un altro ibis impallinato. "Fermare la stagione venatoria"
Pubblicato il
Dopo l’abbattimento del quinto ibis eremita nel giro di poche settimane, la Lipu, con una lettera urgente inviata al Ministro dell’Ambiente, al Ministro dell’Interno e ai prefetti di 4 città italiane, chiede l’interruzione della stagione venatoria.
Il nuovo caso di abbattimento di ibis eremita, specie rarissima e a rischio di estinzione che sta migrando in queste settimane dall’Austria alla laguna di Orbetello quale areale di svernamento, riguarda un esemplare, di nome, Luna, recuperato ieri, gravemente ferito, a Caprino Veronese (Verona) da due volontari della Lipu insieme a Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del parco Natura Viva e di Linda Nowack, membro dello staff a terra del Waldrappteam, che segue la migrazione degli ibis via Gps con i due volontari Lipu. L’animale presentava una frattura alla zampa causata un pallino ed è stato subito condotto in una struttura veterinaria di fiducia e poi trasferito a Bolzano dove dovrà essere operato e dove, si spera, possa essere recuperato.
Prima del ferimento di questo esemplare, dai primi di settembre a oggi sono stati abbattuti in Italia ben 3 esemplari di questa specie (il primo nel grossetano, a Punta Ala; il secondo nel vicentino, a Montecchio Precalcino; il terzo nel bresciano, a Darfo Boario Terme), e ferito un quarto nel grossetano, oltre al nuovo episodio del veronese di ieri. Un numero molto elevato che rappresenta il 30% dei 17 partiti dall’Austria.
Il nuovo caso conferma il quadro di gravità inaudita, che ha spinto la Lipu a intervenire presso le istituzioni.
NO ALLA CACCIAL'allodola ci chiede solo di poter continuare a cantare. Firma l’appello per chiedere al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di cancellare l'allodola dalle specie cacciabili.
“Siamo di fronte ad una situazione totalmente fuori controllo – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu-BirdLife Italia - che non è figlia del caso ma di una doppia causa: la strategia violenta e dolosa messa in atto da una parte del mondo dei cacciatori e l’impossibilità, da parte dello Stato, di farvi fronte con controlli, prevenzione e repressione. Se dunque lo Stato è impossibilitato a evitare questi casi, che nelle settimane scorse hanno riguardato altre specie superprotette come ad esempio l’aquila del Bonelli, non si può fare altro che intervenire con una decisione straordinaria. E’ quello che abbiamo scritto ai prefetti delle quattro città nelle quali gli ibis sono stati abbattuti e che chiediamo al Ministro dell’Interno e al ministro dell’Ambiente.
“Al Ministro Galletti – continua Mamone Capria , che è il responsabile primo della tutela degli animali selvatici in Italia, tocca l’onere principale. Se nel nostro Paese crollasse un ponte al giorno, il Ministro dei Trasporto forse non interverrebbe? Ebbene, visto che in Italia si abbattono quasi ogni giorno animali superprotetti, il Ministro Galletti non può più esimersi dall’intervenire e non con piani antibracconaggio futuribili, pur importantissimi ma con azioni immediate”.
Dovrebbe essere una ragione di speranza il progetto di reintroduzione dell’ibis eremita in Europa. “Reason for hope” è infatti il titolo del progetto Life+ portato avanti dal team austriaco Waldrapteam con il coinvolgimento di otto paesi tra cui l’Italia (unico partner per l’Italia è il Parco Natura Viva di Bussolengo), con l’intento di insegnare ad una popolazione nata in cattività di ibis eremita, specie estinta in Europa da 400 anni, la migrazione in autonomia dall’Austria alla laguna di Orbetello. Impresa che questo gruppo di 17 ibis sta cercando, doppiette italiane permettendo, di raggiungere i propri compagni d’avventura.
Dell’ibis eremita sopravvive solo una relitta e alquanto localizzata popolazione in Marocco di circa 500 esemplari, mentre la popolazione medio-orientale è probabilmente estinta.