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1,3 milioni di firme contro il glifosato

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Un milione trecentoventimila firme. Sono quelle raccolte per chiedere alla Ue di bandire il glifosato dai nostri campi e quindi dalle nostre tavole.

È il risultato dell’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) lanciata pochi mesi fa da un gruppo di associazioni ambientaliste e non solo che le ha consegnate ai Paesi membri per la verifica delle firme raccolte. Un milione e ottantamila sono state quelle ottenute online, cui si sono aggiunte le 237 mila raccolte materialmente a banchetti sparsi in tutta Europa. “L’Italia ha dato un suo importante contributo con oltre 73 mila firme, superando di molto il quorum di 54 mila necessarie in appena quattro mesi di campagna: è merito dei cittadini che si sono mobilitati e delle organizzazioni che hanno aderito alla campagna”, dice Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione StopGlifostato, che raccoglie 45 sigle associative. 

Ora – sottolinea la Coalizione – la Commissione dovrà adottare una risposta formale per illustrare le azioni che intende proporre a seguito dell'iniziativa dei cittadini. L’erbicida più diffuso al mondo è stato giudicato come ‘probabile cancerogeno’ dalla Iarc, l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, per poi finire in un processo di revisione di
organismi europei (EFSA, ECHA) che ha colpito l’opinione pubblica per mancanza di chiarezza sui conflitti di interesse dei board scientifici, oltre che per l’inclusione nella valutazione delle ricerche
non pubblicate pagate dalla multinazionale che produce il glifosato. La Commissione europea, per bocca di alcuni dei Commissari, ha lasciato capire che la sua intenzione è quella di prorogare per un decennio l’utilizzo dell’erbicida. In 10 anni si possono fare molti danni alla salute umana e ambientale: nonostante i distinguo sulla sua cancerogenicità – distinguo viziati da troppi sospetti - nessuno degli organismi di valutazione europei ha messo in dubbio la sua dannosità per la salute umana e per l’ambiente. “Il risultato raggiunto è un segnale che rimandiamo forte e chiaro al Governo e al Ministro delle Politiche agricole: l’Italia, un paese che è all’avanguardia sull’agricoltura di qualità e sul biologico, deve fare la sua parte per vietare il glifosato e fermare metodi pericolosi e inadatti alla sua vocazione. Il ministro Martina e il suo dicastero inoltre non hanno ancora dettagliato in cosa consiste il cosiddetto Piano Nazionale Glifosato Zero, annunciato lo scorso anno. Sulla scorta dei risultati raggiunti dall’Ice, chiediamo che venga fatta chiarezza sul piano annunciato”, aggiunge Mammuccini. Il Piano potrebbe essere un importante strumento per l’implementazione della rete di monitoraggio dei residui di glifosato su tutto il territorio nazionale, l’introduzione immediata di limitazioni al suo impiego e la definitiva eliminazione dell’erbicida dai disciplinari di produzione dei Psr delle Regioni per interrompere subito i contributi pubblici che finanziano l’uso di questo pericoloso erbicida. “Chiediamo al più presto un incontro con il ministro Martina – conclude la portavoce della Coalizione - e che il Governo ufficializzi il prima possibile la posizione che intende adottare in sede europea per quanto riguarda il negoziato sul glifosato”.
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