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Stato delle specie cacciabili in Italia

Lo stato di conservazione degli uccelli è un aspetto essenziale per lo svolgimento dell’attività venatoria, in Italia e in tutta l’Unione europea.

La Direttiva Uccelli, pur prevedendo all’articolo 5 il divieto generale di uccidere o catturare deliberatamente gli uccelli selvatici, concede la possibilità di cacciare ma unicamente nella misura in cui il prelievo venatorio non pregiudichi i livelli di popolazione degli uccelli, non si effettui durante i periodi di riproduzione, dipendenza migrazione prenuziale (articolo 7) e nella misura in cui utilizzi metodi di abbattimento ammessi (articolo 8).

Al contrario, gli stati membri devono adottare le misure necessarie non solo per non deteriorare lo stato di conservazione degli uccelli e dei loro habitat ma di adeguare le loro popolazioni ad un livello di conservazione soddisfacente. Una misura recepita dall’articolo 1bis della legge statale 157/1992.

La “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici” della Commissione europea prevede, come situazione limite, che la caccia a specie in difficoltà possa essere esercitata ma solo a condizione che esistano - e siano pienamente applicati - adeguati piani di conservazione di quella specie, i quali limitino il prelievo venatorio, favoriscano la ripresa della specie con varie misure, ad esempio sugli habitat, e tengano attentamente monitorata la situazione. Diversamente, la caccia su specie a stato di conservazione non favorevole rappresenterebbe una violazione dello spirito e della lettera della direttiva e come tale andrebbe rigorosamente evitata.

Eppure, l’Italia consente tuttora la caccia a numerose specie in difficoltà. Secondo la classificazione Spec di BirdLife International (in stretta relazione con la classificazione dell'Iucn), sono 20 le specie di uccelli in stato di conservazione sfavorevole attualmente cacciabili in Italia. 

Il sistema di classificazione Spec (cioè di Specie europee di interesse conservazionistico) prevede tre livelli:

Spec 1: specie presente in Europa e ritenuta di interesse conservazionistico globale, in quanto classificata come gravemente minacciata, minacciata, vulnerabile prossima allo stato di minaccia, o insufficientemente conosciuta secondo i criteri della Lista Rossa Iucn;

Spec 2: specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione sfavorevole;

Spec 3: specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole.

A tutti e tre i livelli sono dunque descritte situazioni di conservazione non favorevole (tra cui la “grave minaccia globale”, nel caso della classificazione Spec 1) e quindi necessitanti, alla luce del dettato normativo comunitario, di interventi di protezione e conservazione.

La seguente tabella riporta il quadro preciso della situazione italiana.

SPECIESTATO DI CONSERVAZIONE
Allodola (Alauda arvensis)

Spec 3

Beccaccia (Scolopax rusticola)

Spec  3

Beccaccino (Gallinago gallinago)

Spec 3

Codone (Anas acuta)

Spec 3

Combattente (Calidris pugnax)

Spec 2

Coturnice (Alectoris graeca)

Spec 1

Fagiano di monte (Lyrurus tetrix)

Spec 3

Folaga (Fulica atra)

Spec 3

Frullino (Lymnocryptes minimus)

Spec 3

Germano reale (Anas platyrhyncos)

Spec 3

Marzaiola (Spatula querquedula)

Spec 3

Mestolone (Spatula clypeata)

Spec 3

Moretta (Aythya fuligula)

Spec 3

Moriglione (Aythya ferina)

Spec 1

Pavoncella (Vanellus vanellus)

Spec 1

Pernice rossa (Alectoris rufa)

Spec 1

Quaglia (Coturnix coturnix)

Spec 3

Starna (Perdix perdix)

Spec 2

Tordo sassello (Turdus iliacus)

Spec 1

Tortora selvatica (Streptopelia turtur)

Spec 1

Come si evince, 

12 specie sono classificate Spec 3,

3 specie sono classificate Spec 2,

5 specie sono classificate Spec 1,

A queste specie va aggiunto il caso della Pernice bianca, la quale, sebbene classificata come Non-Spec, presenta problemi relativi alla sottospecie helveticus, che secondo Ispra è "in evidente declino in numerose province italiane ed è pertanto da considerarsi, nel nostro Paese, vulnerabile”.

Nonostante lo stato di conservazione sfavorevole, tali specie sono tutt'ora presenti nell'elenco italiano delle specie cacciabili (articolo 18 della legge 157/92) e, soprattutto, sono inserite nei calendari venatori regionali, pur in presenza di rari piani di conservazione, peraltro poco incisivi e applicati debolmente (ove non del tutto disapplicati) dalle amministrazioni regionali.

Ciò ha spinto la Lipu e il coordinamento delle associazioni ambientaliste a trasmettere una denuncia alla Commissione europea, che ha attivato (2023) una procedura Pilot contro il nostro paese.

 

 

 

Immagine
Pavoncella
Pavoncella © Luigi Sebastiani

20 specie di uccelli in stato di conservazione sfavorevole sono attualmente cacciabili in Italia, in violazione dello spirito e della lettera della Direttiva Uccelli. la denuncia della Lipu e del coordinamento delle associazioni ambientaliste ha spinto la Commissione europea ad attivare una procedura Pilot contro l'Italia