Uccelli, biodiversità e cambiamenti climatici
La scienza è ormai concorde nell’affermare che i cambiamenti climatici costituiscono una delle principali minacce per la biodiversità e per gli uccelli in particolare.
Perdita di areale di distribuzione, cambiamenti nella ciclicità degli eventi stagionali (ad es la disponibilità di cibo nei periodi cruciali del ciclo vitale), cambiamenti delle modalità di migrazione, impatto degli eventi meteorologici estremi e cambiamenti nell’ecologia delle comunità sono alcune delle tipologie di impatto prevedibili a causa del clima che cambia.
Solo una minoranza delle specie trarrà vantaggio dai cambiamenti climatici, mentre la maggior parte di esse dovrà affrontare una contrazione degli habitat di riferimento e le previsioni per il futuro non promettono nulla di buono se non corriamo ai ripari con programmi mirati di conservazione.
Ad esempio, si prevede che il 97% delle specie di uccelli nidificanti negli USA verrebbe impattata dall’avverarsi dello scenario climatico dei +3 °C (quello attuale è di +1.5 °C rispetto alla temperatura media pre-industriale).
Il quadro è particolarmente preoccupante per le specie migratrici a lungo raggio che potrebbero vedere scomparire habitat di importanza cruciale per sostare ed alimentarsi durante la migrazione. Ma anche molte specie stanziali (ossia non migratrici) sono a rischio. Tra queste destano particolare preoccupazione quelle legate ad ambienti di alta quota, e dunque adattate ai climi freddi, che dovranno subire un’ingente riduzione del loro areale di distribuzione (le praterie alpine).
Un caso estremo è rappresentato dalla Pernice bianca, poiché i cambiamenti climatici potrebbero portare ad una situazione di incompatibilità per la sua fisiologia.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulle specie sono più complessi e meno facilmente intuibili di quanto si potrebbe immaginare a prima vista. Ad esempio, il clima che cambia potrebbe anche agire in modo indiretto sull’uso del suolo da parte delle comunità umane con significative conseguenze sulle specie legate ad ambienti come quelli pascolivi.
È dunque importante comprendere appieno queste dinamiche per poter correre ai ripari, da un punto di vista della tutela di habitat insostituibili, della loro gestione e ove necessario del loro ripristino.
Negli ultimi decenni gli ecologi e i biologi della conservazione hanno imparato a prevedere, con un buon grado di accuratezza, come il clima influenzerà il futuro di almeno alcune delle specie che saranno maggiormente impattate dal clima. Ma ciò è possibile solo quando sono disponibili dati di buona qualità sull’ecologia e distribuzione delle specie, come nel caso del Fringuello alpino. I modelli di distribuzione utilizzano questi dati per prevedere scenari climatici futuri e indicarci come agire per permettere la sopravvivenza sul pianeta di specie bellissime ed affascinanti.
Gli effetti dei cambiamenti climatici si faranno (e faranno sempre più) sentire anche sulla biodiversità e in particolare sugli uccelli, con perdita di habitat - come ad esempio le praterie alpine - e conseguente crisi di molte specie di uccelli