Ricorso delle associazioni contro collegamento sciistico nel bellunese
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Depositato il ricorso contro il collegamento sciistico Padola - Passo di Monte Croce Comelico. Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, WWF le associazioni firmatarie
l 4 giugno scorso la commissione regionale VAS della Regione Veneto ha espresso il proprio parere in merito alla Valutazione di Incidenza (Vinca) e Valutazione Ambientale Strategica (Vas), relative al collegamento sciistico Campotrondo – Col dla Tenda, a completamento di quanto già espresso nel 2017 per il collegamento tra Campotrondo e Passo di Monte Croce Comelico, in Comune di Comelico superiore (BL).
Entrambi i collegamenti interessano aree Natura 2000 (Zps – Zona di protezione speciale IT3230089 “Dolomiti del Cadore e del Comelico” e il Sic – Sito di interesse comunitario IT3230078 “Gruppo del Popera, Dolomiti di Auronzo e del Comelico”); inoltre il collegamento con il Passo di Monte Croce interessa la zona buffer Dolomiti Unesco - Sistema delle Dolomiti Settentrionali.
Entrambi i pareri evidenziano che i collegamenti comportano importanti criticità ambientali, quali la frammentazione di habitat e specie, la perdita di biodiversità, il disturbo della quiete invernale e il forte sfruttamento delle risorse idriche. Nonostante le forti incidenze negative sulla Val Grande, ampiamente argomentate nei pareri e la dubbia efficacia delle misure di mitigazione proposte, l’intervento è stato approvato. Ancora una volta la tutela dell’ambiente viene calpestata dagli interessi economici.
Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lipu e WWF hanno impugnato dinanzi al Tar del Veneto le delibere del Comune di Comelico Superiore con cui sono state approvate le varianti relative ai predetti interventi progettuali ed i sottesi pareri (Vas e Vinca) della Regione Veneto, denunciando che il comune di Comelico Superiore ha inteso procedere con il collegamento sciistico nonostante l’impatto fortemente negativo sull’ambiente in alcune aree protette dalla rete Natura 2000 e patrimonio Unesco.
Il fatto che per il collegamento sciistico siano già stati stanziati 26 milioni di Euro, provenienti dal Fondo dei Comuni Confinanti (con la Provincia autonoma di Bolzano) rende ancora più grave la situazione, perché consolida un modo di procedere, secondo il quale prima si stanziano dei contributi pubblici e solo successivamente si fanno le verifiche ambientali, indispensabili ed obbligatorie, che dovrebbero al contrario esserne il presupposto.
Il ricorso è stato presentato nello spirito di salvaguardia di un territorio, unico al mondo, prezioso, perché ancora conservato nella sua integrità che gli ha conferito il riconoscimento Unesco; un valore che abbiamo il dovere di preservare anche per le generazioni future. Questo è anche il significato delle aree Natura 2000, che la normativa europea consente di alterare esclusivamente per ragioni di sicurezza pubblica. Ogni altra motivazione è in queste aree secondaria rispetto alla tutela dell’ambiente.
I fondi stanziati potrebbero essere in parte investiti per creare lavoro con un turismo innovativo, che differenzi il Comelico dalle offerte turistiche delle aree circostanti, valorizzando lo stato di conservazione dei luoghi che altrove è invece stato distrutto; ed in parte spesi per servizi a favore della collettività, che contrastino realmente e nel lungo periodo lo spopolamento.
(Comunicato stampa di Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness e WWF)