Parco nazionale del Circeo: con esercitazioni militari pericoli per la biodiversità
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Lipu: “servono chiarimenti e attenzione per la natura"
Spari, esplosioni, boati: nel Parco nazionale del Circeo, i suoni della natura verranno presto coperti da quelli della guerra. Nella seconda metà del 2023, infatti, il Comando militare della Capitale condurrà le sue esercitazioni di tiro nella zona umida dei Pantani d’Inferno, all’interno dell'omonima Riserva naturale e sito della rete Natura 2000. Un vero e proprio paradosso: è evidente infatti come un’attività del genere vada in contrasto con le finalità di conservazione di un Parco nazionale.
Per questo Lipu-BirdLife Italia è scesa in campo, a fianco di tante associazioni ambientaliste locali, per attivare l’opinione pubblica e fare luce sulla vicenda. “L'impatto delle esercitazioni sulla biodiversità - commenta Alessandro Polinori, presidente della Lipu-BirdLife Italia -non potrà che essere molto elevato, in particolare sull'avifauna. Peraltro in pieno periodo di migrazione in un’area, i Pantani d'Inferno, che è uno dei siti più importanti della penisola, come testimoniato anche dal suo riconoscimento come Zona umida di valore internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar”.
Sono diversi i punti poco trasparenti in questa vicenda. Innanzitutto, non è chiaro se sia stata eseguita una doverosa Valutazione d’Incidenza Ambientale. La direttiva Habitat e le norme nazionali impongono infatti che venga svolta una Valutazione di Incidenza per tutte le attività potenzialmente impattanti su siti della rete Natura 2000. Questa necessità riguarda anche le attività militari, come è stato ribadito dal Consiglio di Stato. Nel caso dei Pantani d’Inferno, di questa Valutazione non c’è traccia sui siti web istituzionali.
Mancano poi il Nulla osta del Parco del Circeo, reso obbligatorio dalla Legge 394/1991, e l’autorizzazione del Reparto Carabinieri Biodiversità di Fogliano, che gestisce direttamente la Riserva. La situazione è quindi critica: sia che le procedure siano state eseguite ma non messe a disposizione dei cittadini, sia che ancora non siano state svolte, si prefigura una serie di violazioni a norme italiane ed europee.
“Confidiamo nella sensibilità delle istituzioni e in particolare del ministro della Difesa Crosetto - conclude il presidente della Lipu Polinori - e auspichiamo che, rispondendo alle richieste provenienti dalla società civile, provvedano a spostare le esercitazioni in un sito più idoneo, nel quale non si abbiano impatti così rilevanti sulla biodiversità”.