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Il nuovo Atlante degli uccelli migratori

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Pubblicato l’atlante degli uccelli migratori delle zone euroasiatica e africana. Opera straordinaria che detta molte linee di tutela degli uccelli migratori. Identificate mappe e tempi di migrazione per 300 specie delle quali 57 cacciabili in Europa.

Lipu: “Confermati i dati italiani sui ‘key concept’. Ministero Transizione ecologica, Ispra e Regioni agiscano subito per la salvaguardia della biodiversità”.

“Un’opera dall’importanza straordinaria, la prima del genere nella storia della scienza europea, giunta dopo un lavoro di molti anni e fondata sulla base di una banca dati di proporzioni e qualità eccezionali, che contribuirà alle politiche di tutela della migrazione degli uccelli e in generale alla conservazione della biodiversità”.

Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia, nel commentare l’Atlante della migrazione degli uccelli euroasiatici-africani, presentato nei giorni scorsi a Ventotene e realizzato per conto del ministero della Transizione ecologica e del Governo italiano da alcuni tra i maggiori esperti al mondo di migrazione degli uccelli, tra cui Franz Barlein dell’Institute of Avian Research di Wilhelmshaven, Fernando Spina dell’Ispra e Roberto Ambrosini dell’Università di Milano.

L’Atlante analizza e mappa gli spostamenti nel tempo e nello spazio di 300 specie di uccelli nei loro percorsi migratori tra Eurasia e Africa, sulla base dei dati raccolti dai sistemi di inanellamento europei (uccelli inanellati e ricatturati) nel corso di oltre un secolo attraverso la banca dati Euring, indagando otto macroregioni europee e fornendo le mappe di migrazione e i tempi di partenza e spostamento dei primi migratori verso i luoghi di nidificazione.

Di grande rilievo, a tal proposito, è l’analisi dei dati che riguardano i cosiddetti “Key Concepts” (Concetti chiave) sulle date di inizio della migrazione preriproduttiva degli uccelli selvatici, che la Direttiva Uccelli e la relativa giurisprudenza considerano necessitanti di tutela rigorosa, ad esempio rispetto all’attività venatoria, da interdire completamente.

Ebbene, gli studi di Bairlein e colleghi confermano pienamente la validità dei dati italiani circa le date di inizio della migrazione preriproduttiva, con una parte consistente di uccelli (tordi, alzavola, beccaccia) che parte già tra la prima e la seconda decade di gennaio, attivandosi così una fase biologica delicatissima che richiede la massima protezione possibile. Consentire la caccia in questi periodi rappresenterebbe un danno di alto grado per la conservazione di tali specie e una palese violazione della Direttiva Uccelli.

Di grande rilevo è altresì il contributo esplicito e implicito che l’Atlante fornisce alla conoscenza degli effetti dei cambiamenti climatici sulla migrazione degli uccelli, tra i quali l’anticipazione dei periodi di migrazione, la perdita di habitat, le difficoltà trofiche e altro ancora.

E’ urgente, in tal senso, attivare seri programmi sulla connettività migratoria che in particolare pongano in connessione le aree di sosta dove gli uccelli migratori trovano cibo e riparo, soprattutto quelle più delicate e sofferenti come le zone umide, dalla cui salute dipende molto della conservazione degli uccelli e che oggi sono insidiate da prosciugamenti, cunei salini e altri problemi seri.

"L’Atlante europeo della migrazione chiude definitivamente la questione dei Key Concepts italiani - dichiara Claudio Celada, direttore dell’Area Conservazione della natura della Lipu-BirdLife Italia – dimostrando la bontà dei dati raccolti ed elaborati dal nostro Paese nel corso degli anni, e puntualmente accolti dalla Commissione europea, e la correttezza delle metodologie adottate, a cominciare dalla scelta di prendere in considerazione le fasi iniziali della migrazione e non quelle avanzate, che costituirebbero una violazione della Direttiva.

“Ora è necessario che il ministero della Transizione ecologica, che ha commissionato questo imponente lavoro e può ritenersi davvero soddisfatto della sua eccezionale qualità, si adoperi per mettere in campo le opportune valutazioni e azioni programmatiche, così come Ispra si attivi senza indugi per l’integrazione dei pareri sui calendari venatori, da adeguare ai nuovi Key Concepts, e le Regioni agiscano a loro volta, con calendari venatori decisamente più attenti alla tutela della natura. Finito il tempo della distrazione deve ora cominciare quello dell’attenta cura alla biodiversità. Lo chiedono la Costituzione, le leggi ordinarie e gli studi dei migliori scienziati al mondo”.

 

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Oca selvatica - Roberto Parmiggiani © Oca selvatica - Roberto Parmiggiani