Life NatConnect2030, con 80 esperti per la natura piemontese
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Sabato 22 febbraio e sabato 8 marzo 80 esperti si sono riuniti per individuare le aree importanti per la biodiversità delle province di Vercelli, Biella ed Alessandria nell’ambito del progetto Life NatConnect2030
Due sabati importanti quelli del 22 febbraio e dell’8 marzo per la natura del Piemonte. Si sono, infatti, svolti due incontri di lavoro che hanno riunito oltre ottanta esperti della biodiversità in Piemonte, coordinati da Lipu e Regione Piemonte, al fine di individuare le aree più preziose per la biodiversità all’interno dei territori delle province di Biella, Vercelli ed Alessandria. Queste aree faranno da punti nodali per l’individuazione della Rete Ecologica delle due province. Un insieme di “corridoi verdi” basati sulle caratteristiche naturalistiche del territorio che garantiscano, in un paesaggio sempre più frammentato come è quello dell’Italia settentrionale, la continuità territoriale indispensabile alle popolazioni delle specie locali.
La modalità di lavoro ha visto al centro la collaborazione di esperti, appassionati volontari, personale delle istituzioni regionali e provinciali, docenti e ricercatori universitari e liberi professionisti suddivisi nei sei seguenti gruppi tematici (Flora vascolare e vegetazione, Artropodi, Cenosi acquatiche e pesci, Anfibi e rettili, Uccelli e Mammiferi), che hanno condiviso informazioni, conoscenze, dati pubblicati ed inediti, contribuendo in modo fondamentale all’aumento della conoscenza e, quindi, alla conservazione della biodiversità. Molto importante il contributo del personale e dei guardiaparco delle tre aree protette Piemontesi presenti nel territorio: Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, Aree protette del Po piemontese, e Aree protette dell'Appennino piemontese.
Questa metodologia di lavoro, detta “expert based”, è stata alla base per la redazione della Rete Ecologica della Regione Lombardia e del metodo utilizzato sulle Alpi dal WWF internazionale nell'ambito della Biodiversity Vision for the Alps. Tale approccio è stato applicato in seguito dalla Lipu e dalla Regione Piemonte, in altri progetti europei, per la definizione delle Aree prioritarie per la biodiversità e per la successiva progettazione della Rete ecologica provinciale del Verbano-Cusio-Ossola, della provincia di Novara e della provincia di Cuneo, nonché della Regione Valle d’Aosta.
I due incontri di lavoro sono stati organizzati nell’ambito del progetto Europeo Natural connections for Natura2000 in Northern Italy to 2030, il cui acronimo è LIFE NatConnect2030, coordinato da Regione Lombardia e che lavorerà, con lo sforzo congiunto di 16 partner, fino al 2032, per garantire il raggiungimento degli obiettivi di conservazione delle Direttive Habitat e Uccelli attraverso l’attuazione di un insieme di azioni ritenute strategiche sul territorio di quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) e della Provincia autonoma di Trento.
Anche i luoghi scelti per gli incontri sono simbolo della ricerca e protezione della biodiversità: l’incontro del 22 febbraio, che ha approfondito i territori del biellese e del vercellese, è stato ospitato dalla sede di Albano Vercellese dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, mentre il Museo Civico di Storia Naturale di Stazzano è stato la cornice per il gruppo di lavoro sull’alessandrino.
“Il mondo della ricerca scientifica e degli appassionati di natura si è dimostrato ancora una volta non solo competente ma anche generoso, mettendo a disposizione il proprio sapere per un fine comune: la tutela della biodiversità. Cosa per nulla scontata in questi tempi.” dichiara il professor Giuseppe Bogliani, responsabile scientifico per Lipu di questo lavoro.
Tutte le informazioni raccolte saranno ora analizzate dal team di lavoro guidato dalla Lipu e dalla Regione Piemonte, per poi essere di nuovo condiviso con gli esperti e successivamente con le istituzioni. Un processo lungo e partecipato, che consentirà, alla fine, di avere un quadro più completo della biodiversità di questa porzione del Piemonte e di come garantirne la futura tutela.