Caccia, Lipu: "Gravissime irregolarità nelle delibere regionali della stagione 2022-2023"
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Tra le peggiori Puglia e Veneto, che hanno prolungato la caccia ignorando le indicazioni della Commissione europea contenute nei “Key concept”.
Lipu sta predisponendo una segnalazione alla Commissione europea per violazione di Direttiva Uccelli e Strategia europea sulla biodiversità
“La quasi totalità delle Regioni italiane, in particolare Puglia e Veneto, ha intenzionalmente violato i limiti stabiliti dalla Commissione europea con i ‘Key concept’ e raggirato le indicazioni dell’Ispra concedendo periodi più lunghi di attività venatoria”.
A denunciarlo è la Lipu-BirdLife Italia che, nel giorno di chiusura della stagione di caccia 2022-2023, ricorda come solo poco più di un anno fa la Commissione europea aveva reso note, attraverso il nuovo documento sui Key Concept, le date di inizio migrazione di diverse specie cacciabili. A seguito di questa comunicazione le regioni avrebbero dovuto prevedere la chiusura della caccia in modo anticipato sia ai turdidi (31 dicembre) che alle specie di uccelli acquatici (10 gennaio).
Quasi tutte le regioni, al contrario, hanno volutamente ignorato le indicazioni della Commissione, che derivano da un lunghissimo lavoro scientifico confermato poi dai dati dell’Atlante europeo delle migrazioni.
Incredibile e gravissimo quanto successo in Puglia, dove la Giunta regionale, dietro espressa richiesta delle associazioni venatorie, ha prolungato all’ultimo momento, in piena migrazione prenuziale, la caccia al tordo bottaccio e al tordo sassello. Un fatto già accaduto in passato, con la Regione Puglia recidiva e particolarmente dolosa nel raggiramento delle norme.
Ancor più grave quanto successo in Veneto, dove la Giunta regionale ha prolungato la caccia a diverse specie di uccelli acquatici fino al 30 gennaio, nonostante il Tar ne avesse disposto la chiusura anticipata.
La concessione della caccia in periodo di migrazione non è l’unico problema della caccia nel nostro Paese. Sono ben 17, infatti, le specie che si trovano in cattivo stato di conservazione e oggetto del prelievo venatorio. Fra queste vi sono anche l’allodola e la coturnice, per le quali esistono specifici piani di gestione che risultano, però, sostanzialmente inapplicati. Anche l’Ispra a questo proposito ha denunciato, nel primo rapporto sull’attuazione del Piano di gestione dell’Allodola, come solo cinque regioni abbiano partecipato all’attuazione del piano, fornendo, peraltro, pochi e generici dati, così come nessuna amministrazione ha fornito dati per il Piano nazionale di gestione della coturnice.
“Stiamo predisponendo – spiega Aldo Verner, presidente della Lipu - una dettagliata segnalazione alla Commissione europea dove evidenzieremo il chiaro e ormai inequivocabile sbilanciamento dell’operato delle amministrazioni regionali italiane a favore dei cacciatori, in violazione chiara dei principi cardine e di varie norme della Direttiva Uccelli, della normativa nazionale, delle indicazioni dell’Ispra ma anche della nuova Strategia europea sulla Biodiversità. E’ tempo di una nuova, maxi procedura di infrazione”.
“Ad aggravare la situazione – prosegue il presidente della Lipu - vi è il contesto generale di illegalità diffusa di cui sono state vittime specie di uccelli protette come l'ibis eremita e diverse specie di rapaci, per non parlare delle decine e decine di sequestri operati dalle forze dell'ordine a carico di bracconieri che utilizzavano mezzi non consentiti come i richiami elettronici.
“Tutto ciò - conclude Aldo Verner – in un contesto di Piano d'azione nazionale antibracconaggio rimasto sostanzialmente non applicato, o applicato solo in parte”.