Caccia, Italia fuorilegge tra violazioni della Direttiva Uccelli e bracconaggio dilagante
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Ma la maggioranza parlamentare, dopo la caccia a 16 anni, propone "caccia libera".
“Almeno cinque gravi violazioni della direttiva Uccelli hanno caratterizzato la stagione venatoria in chiusura, esponendo l’Italia a una nuova procedura di infrazione comunitaria. E la proposta di legge della Lega renderà il quadro del tutto ingestibile”. Lo dichiara la Lipu al termine della stagione venatoria 2023/24, che si chiude domani, 31 gennaio, salvo proroghe di vario genere.
La prima violazione comunitaria riguarda le 20 specie cacciate pur in cattivo stato di conservazione e nella pressoché totale assenza di piani di gestione adeguati. Solo in quattro casi (allodola, coturnice, tortora selvatica e moriglione) l’Italia ha predisposto i necessari piani di gestione, che tuttavia sono rimasti interamente - o quasi - inattuati.
Non meno grave è la seconda infrazione, ossia l’abbattimento degli uccelli durante la migrazione preriproduttiva, che per molte specie o gruppi di specie comincia già nel mese di gennaio. Si tratta di una fase biologica di estrema delicatezza per gli uccelli e su cui vige un rigoroso divieto di caccia (articolo 7.4 della Direttiva Uccelli) che però le regioni italiane hanno in molti casi ignorato anche quest’anno.
Eluso altresì il divieto europeo di utilizzo delle munizioni al piombo nelle zone umide, che un decreto congiunto dei Ministri Pichetto Fratin e Lollobrigida ha raggirato, e che la modifica della legge 157/92, con l'approvazione del decreto Asset, ha reso ancor più vacuo. Parimenti ignorato è stato, una volta ancora, l’obbligo di produrre dati che forniscano il quadro dell’impatto della caccia sulla biodiversità. Dati in assenza dei quali ogni ipotesi di sostenibilità venatoria è velleitaria.
Infine il bracconaggio, che continua a rappresentare una piaga, con innumerevoli casi di uccisioni illegali di specie anche superprotette, tra cui falco pellegrino, falco di palude, biancone, aquila minore, cavaliere d’Italia e numerose specie di piccoli uccelli tra cui pispole e pettirossi, con decine di denunce operate da Carabinieri forestali e Polizie provinciali e la pressoché totale inattuazione del Piano nazionale antibracconaggio.
“L’inchiesta europea aperta contro l’Italia la scorsa estate, cui si aggiunge l’annunciata procedura di infrazione sul ‘controllo faunistico’ – dichiara Alessandro Polinori, presidente della Lipu-BirdLife Italia - riguarda quattro delle infrazioni che mettiamo oggi in evidenza, in un quadro che sarà certamente aggravato dalla proposta di legge della Lega alla Camera dei Deputati.
"Una proposta – prosegue Polinori - che, tra le altre cose, regionalizza i pareri scientifici, elimina i limiti di chiusura della stagione venatoria, liberalizza le modalità di caccia, rende impossibili i ricorsi contro i calendari venatori illegittimi. Insomma, in quanto a gravità e conseguenze negative, non è da meno della proposta di caccia a 16 anni da poco presentata e ritirata.
“Tutto questo ci obbliga a sottolineare il silenzio assoluto del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, che pure dovrebbe rappresentare il massimo riferimento istituzionale per la difesa della biodiversità e della legalità ambientale, e a integrare la documentazione di denuncia già trasmessa alla Commissione europea. Procedura di infrazione e condanna del nostro paese - conclude il presidente della Lipu - sono ormai indispensabili”.
SCHEDA
5 infrazioni alla Direttiva Uccelli
- Caccia a specie in stato di conservazione negativo e in assenza di piani di gestione adeguati e attuati (articoli, 2, 3.1, 5, 13 della Direttiva)
- Caccia durante il periodo di ritorno al luogo di nidificazione (articolo 7.4 della Direttiva)
- Utilizzo di munizioni al piombo nelle zone umide (Regolamento 2021/57 connesso alla Direttiva)
- Caccia illegale e bracconaggio (articoli, 2, 3.1, 5, 8, 13 della Direttiva)
- Mancata trasmissione alla Commissione europea di informazioni utili sull’applicazione pratica della legislazione sulla caccia (articolo 7.4 della Direttiva)
20 specie cacciate in cattivo stato di conservazione
- Spec 1 (specie globalmente minacciate): coturnice, moriglione, pavoncella, pernice rossa, tordo sassello, tortora selvatica
- Spec 2 (specie dallo stato europeo sfavorevole, concentrate in Europa): combattente, starna
- Spec 3 (specie dallo stato europeo sfavorevole, non concentrate in Europa): allodola, beccaccia, beccaccino, codone, fagiano di monte, folaga, frullino, germano reale, marzaiola, mestolone, moretta, quaglia
4 misure rilevanti del Piano nazionale antibracconaggio non attuate
- Adeguamento del quadro normativo nazionale
- Rafforzamento della vigilanza
- Armonizzazione delle regolamentazioni regionali in materia di caccia, allevamenti, detenzione e commercio di specie ornitiche
- Realizzazione di una banca dati sul bracconaggio
20 specie cacciate oltre il limite consentito
- beccaccia (31 dicembre)
- tordo bottaccio, tordo sassello, cesena (10 gennaio)
- alzavola, germano reale, fischione, codone, canapiglia, moriglione, moretta, marzaiola, mestolone, folaga, gallinella d’acqua, beccaccino, frullino, combattente, pavoncella, porciglione (20 gennaio)