Caccia, Governo prepara decreto per una nuova deregulatione venatoria
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Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF: presidente Draghi fermi subito questo nuovo attacco alla natura!
In fase avanzata uno schema di decreto legge che toglie ogni limite al controllo della fauna selvatica: cancellati i metodi ecologici preventivi, cancellato il parere Ispra, fucilazioni anche nei centri urbani, coinvolgimento diretto dei cacciatori, braccata dei cinghiali sei mesi l’anno
Con il pretesto della diffusione della Peste Suina Africana, dei danni all’agricoltura imputati ai cinghiali, del loro avvicinamento alle aree urbane, a breve il Governo potrebbe intervenire con un Decreto Legge allo scopo di modificare pesantemente la Legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica e sulla caccia, demolendo ogni principio di precauzione oggi previsto. Una vera e propria deregulation, che consegna nelle mani dei cacciatori qualsiasi specie di animale selvatico e che rischia di addirittura di aggravare la diffusione della Peste suina piuttosto che arginarla.
Le modifiche che il Governo potrebbe a breve adottare avrebbero ricadute drammatiche sulla fauna selvatica perché:
· viene cancellato l’obbligo di ricorrere alle uccisioni solo dopo avere dimostrato l’inefficacia dei metodi ecologici, consentendo così alle Regioni di stabilire piani di abbattimento senza aver dimostrato che non ci fossero alternative;
· viene eliminato l’obbligo di sottoporre al parere preventivo dell’ISPRA i piani regionali di abbattimento, che quindi potranno avere impatti devastanti non solo sugli animali che entreranno nel mirino dei cacciatori, ma anche sulle altre specie e sull’habitat;
· i cacciatori potranno partecipare ai piani di controllo, sarà sufficiente che seguano qualche ora di corso per poi poter sparare anche alle specie protette;
· gli abbattimenti eseguiti con le armi ad aria compressa o con l’arco, ancora più micidiali perché silenziose, potranno essere condotti da qualsiasi altro soggetto privo di licenza di caccia;
· il periodo di caccia al cinghiale con il metodo della braccata -metodo non selettivo e dannoso, ripetutamente condannato da organi scientifici - raddoppierebbe da tre a sei mesi l’anno;
· aumenterebbe notevolmente il rischio di diffusione della peste suina africana con drammatiche conseguenze a carico di animali e cittadini.
Queste modifiche, se dovessero essere approvate, avrebbero ricadute devastanti su tutte le specie selvatiche, anche quelle super protette dalle norme europee come Orsi e Lupi, che potrebbero essere uccisi dai cacciatori nostrani, con l’autorizzazione delle Regioni.
“Abbiamo scritto al Presidente Mario Draghi chiedendo un suo deciso intervento per cancellare questa vera e propria deregulation venatoria che rischia di tradursi in un massacro di tutti gli animali selvatici, senza peraltro riuscire a risolvere i problemi per cui si vorrebbe varare questo provvedimento d’urgenza – dichiarano ENPA, LAC, LAV, Lipu Birdlife Italia e WWF Italia –. Già dal 2005 la legge sulla caccia consente di sparare ai cinghiali giorno e notte, tutti i giorni dell’anno, ci chiediamo di quale altra prova ci sia bisogno per dimostrare che l’approccio venatorio – come dimostrato anche da autorevoli studi scientifici - non consente di risolvere i problemi ma anzi li acutizza, com’è dimostrato dal numero di cinghiali in costante crescita nonostante l’incredibile pressione venatoria a cui sono sottoposti.”
Anche l’incremento da tre a sei mesi della caccia ai cinghiali consentirà ai cacciatori di raddoppiare i drammatici impatti della caccia in braccata. Una tecnica che prevede la partecipazione contemporanea di fino a un centinaio di cacciatori accompagnati dai loro cani, con i conseguenti effetti devastanti sugli animali e sugli habitat, tutto ciò a poche settimane da quando la tutela della biodiversità e degli animali è stata inserita tra i principi fondanti della nostra Costituzione. Inoltre, occorre sottolineare che l’aumento della caccia e della braccata sia molto rischioso per il diffondersi della peste suina: basti pensare che l’ISPRA, nelle faq dedicate, chiede di limitare fortemente ogni attività per evitare la contaminazione, che avviene anche attraverso indumenti, scarpe, materiali e veicoli.
"La bozza di Decreto Legge riunisce in sé tutte le proposte che più volte la lobby venatoria ha provato a far approvare dal Parlamento, ma che sono state sempre rispedite al mittente perché irricevibili – concludono le associazioni - il Governo non cada ora nel tranello teso dai pasdaran dei cacciatori”.