Zigolo giallo
Emberiza citrinella
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Passeriforme poco più grande di un Fringuello, il maschio è facilmente riconoscibile per avere testa e parti inferiori giallo limone, con un disegno brunastro sul capo. La femmina ha colorazione più sbiadita. Il canto è diagnostico, ed è rappresentato da una strofa composta da un trillo di una decina di semplici e brevi note, leggermente crescenti di intensità, ed una nota conclusiva lunga: “zi-zi-zi-zi-zi-zi… siii”. Presenta una lunghezza media di 16-16,5 cm, un’apertura alare compresa tra 23 e 29,5 cm e un peso tra 14 e 38 grammi.
Specie tipica degli ecotoni, nidifica in ambienti aperti misti, con alternanza di spazi erbosi, siepi, macchie arbustive, boschetti, filari e alberi sparsi, quali pascoli alberati, laricete rade, brughiere, incolti cespugliosi, boscaglie termofile. Le presenze sono localizzate sotto i 400-500 m e risultano in decremento, mentre risulta più comune tra 800 e 1.900 m, con massima diffusione tra 1.300 e 1.700 m. Nidifica con coppie sparse o isolate. Il nido è semisferico e viene costruito di solito a terra, ben celato tra la vegetazione spesso alla base di un cespuglio o di un albero. Durante lo svernamento frequenta sostanzialmente gli stessi tipi di habitat, anche se a quote mediamente inferiori, con tendenza ad occupare zone coltivate e margini di zone umide con abbondanza di semi.
Si ciba per tutto l’anno di semi di piante erbacee, ma durante la riproduzione anche di Invertebrati (Insetti, ragni, Molluschi, Anellidi), con cui principalmente alimenta i giovani.
Lo Zigolo giallo è distribuito nella regione Paleartica dall’Irlanda alla Siberia centro-occidentale. In Europa frequenta l’intero continente dal nord di Spagna, Italia e Grecia al nord di Scandinavia e Russia; manca in Islanda e nelle grandi isole del Mediterraneo. La maggior parte delle popolazioni sono parzialmente migratrici e svernano all’interno dei territori riproduttivi, specialmente negli anni con clima più mite. Solo le porzioni più settentrionali dell’areale vengono completamente abbandonate in autunno quando i migratori europei si dirigono principalmente verso sud-ovest, effettuando solitamente spostamenti su brevi o medie distanze. Gli uccelli che svernano nelle regioni mediterranee provengono in gran parte dall’Europa centrale o meridionale.
In Italia è parzialmente sedentario, migratore, svernante e nidificante. In periodo riproduttivo è presente sulle Alpi, più scarso e localizzato sugli Appennini, con limite meridionale in Basilicata; nuclei isolati sul Carso Triestino; estinto come nidificante nella Pianura Padana. La distribuzione è ovunque frammentata, soprattutto sugli Appennini, dove le presenze sono generalmente instabili.
Lo Status
Lo Zigolo giallo ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, a causa di un decremento della popolazione nazionale e locali estinzioni di popolazioni locali, nidificanti alle quote più basse (ad es. in Pianura Padana, con analoghe tendenze anche nei fondivalle alpini). Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie è sfavorevole.
La popolazione nidificante italiana è stimata in 20.000-50.000 coppie, con trend in declino. Scarse le informazioni relative al successo riproduttivo: tasso d’involo di 2,6-3 giovani per coppia.
Le Minacce
Lo Zigolo giallo appare in calo un po’ ovunque, probabilmente a causa della contrazione e degrado del suo habitat riproduttivo, causati da abbandono delle pratiche agricole tradizionali in ambito montano e dall’intensificazione dell’agricoltura in aree di pianura. Il calo è dovuto anche alla rimozione di filari e macchie arboreo-arbustive ubicate al margine dei coltivi.
La Tutela
Il mantenimento dei paesaggi agricoli tradizionali, non intensivi, è necessario per consentire la sopravvivenza della specie, che risente negativamente sia dell’abbandono a lungo termine delle aree rurali sia per l’intensificazione delle pratiche agricole e l’avvento delle monocolture. Limitare l’utilizzo di pesticidi e antiparassitari nelle coltivazioni, dovrebbe favorire la disponibilità di prede per l’allevamento dei pulli. In alcuni casi (come nei pascoli arbustati montani), è sufficiente mantenere forme anche contenute di utilizzo agro-pastorale degli ambienti aperti per consentire condizioni idonee alla specie.
Predisporre l’incremento di terreni incolti in inverno presso i coltivi è importante per favorire la presenza di territori riproduttivi durante la primavera-estate; interventi a scala locale, su singole unità di campi e siepi, possono migliorare la qualità dell’habitat riproduttivo con risvolti positivi a livello di popolazione.
Specie poco studiata, per la quale abbiamo informazioni puntiformi e generalmente relative a situazioni locali. Mancano studi estesi su ecologia e biologia riproduttiva e dati relativi a parametri demografici e serie storiche relative all’andamento delle popolazioni.
Sulla base delle informazioni disponibili, piuttosto lacunose, si può ipotizzare un valore di riferimento favorevole (FRV) pari a 3 coppie per 10 ha a scala locale.