Zafferano
Larus fuscus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Ascolta il canto
Descrizione
Lo Zafferano è un gabbiano di medio-grandi dimensioni, lungo tra i 52 e i 70 centimetri e con un apertura alare che può arrivare a un metro e mezzo. È un po’ più piccolo del Gabbiano reale, dal quale si distingue soprattutto per le parti superiori di colore più scuro. Il maschio e la femmina adulti hanno una livrea praticamente identica, con corpo e testa bianchi, dorso e ali grigio scuro ed estremità delle ali nere con alcune macchie bianche. Becco e zampe sono gialle. In prossimità della punta del becco vi è una macchia rossa. In inverno gli adulti hanno il capo con una fine striatura grigia.
La specie nidifica in colonie e costruisce il nido a terra, nascosto dalla vegetazione (ad es. brugo o felci). Frequenta pendii prativi, dune sabbiose, la cima di scogliere, isolette rocciose, paludi salmastre, rive di laghi nell’entroterra, isole su laghi e fiumi, torbiere alte, a volte anche i tetti di edifici, analogamente al Gabbiano reale. Sverna soprattutto lungo le coste marine, compresi i tratti antropizzati; frequenta anche le discariche di rifiuti urbani, associandosi al Gabbiano reale e al Gabbiano comune, e i porti, dove raccoglie scarti del pescato sulla superficie dell’acqua, ma è anche in grado di catturare pesci vivi con brevi immersioni. In Italia settentrionale è stata rilevata la presenza delle specie in inverno anche lungo il corso dei principali fiumi e laghi della Pianura Padana.
Lo Zafferano è presente in Europa con quattro sottospecie. L’areale riproduttivo tradizionale, che dalle coste dell’Atlantico centro-settentrionale e del Mar Baltico attraversava verso est la Finlandia e la Russia sino alla penisola Yamal, nel corso del XX secolo si è via via ampliato sino a comprendere l’Islanda, i Paesi Bassi, il Baltico meridionale sino alla Polonia, la costa atlantica a sud della Bretagna sino al Portogallo, con insediamenti anche nel Mediterraneo occidentale. È una specie spiccatamente migratrice, con alcune popolazioni trans-sahariane.
In Italia lo Zafferano è specie migratrice e svernante regolare. I siti più importanti per lo svernamento sono localizzati nelle isole maggiori (la Sicilia presenta le maggiori concentrazioni, con un massimo di circa 3.000 individui alle Foci del Simeto nel 2005) e lungo le coste delle regioni meridionali, mentre interessanti osservazioni si hanno anche da località lungo aste fluviali e laghi delle regioni settentrionali
Lo Status
Lo Zafferano in Europa presenta uno stato di conservazione favorevole.
L’area di origine degli uccelli inanellati e segnalati in Italia si incentra primariamente lungo le coste finlandesi del Baltico e in varie isole danesi nel Baltico e Kattegat. Origini più occidentali sono localizzate lungo la costa meridionale norvegese e lungo quella orientale della Gran Bretagna.
Le indagini più recenti (2001-2010) svolte nell’ambito dei censimenti IWC – International Waterbird Count hanno permesso di stimare per il nostro Paese una presenza media invernale di circa 2.000 individui nel primo quinquennio e di circa 800 individui nel secondo, con un massimo di 3.198 nel 2004. Il 90% delle presenze negli ultimi cinque anni risulta contenuto negli 11 siti più importanti, localizzati soprattutto in Sud Italia. Scarsa invece è la presenza nelle regioni settentrionali. La reale consistenza numerica dello Zafferano può tuttavia risultare sottostimata; infatti l’uso delle discariche di rifiuti o di altri ambienti di alimentazione diversi dalle zone umide, la frequentazione di posatoi diurni in aree portuali e tratti di costa non monitorati, la sosta in dormitori situati in mare aperto e, non ultimo, la difficoltà di riconoscere in natura gli individui immaturi, simili a quelli del più diffuso e numeroso Gabbiano reale, rendono difficile una reale stima delle presenze.
Le Minacce
La specie appare minacciata dalla trasformazione degli ambienti di sosta e alimentazione, nonché dall’inquinamento costiero
La Tutela
La qualità delle informazioni sulle popolazioni svernanti è da ritenersi complessivamente sufficiente, in quanto il censimento standardizzato degli uccelli acquatici svernanti sul territorio nazionale, coordinato dall’ISPRA, fornisce il numero degli individui svernanti nel nostro Paese, sebbene essendo anche specie marina tali numeri potrebbero essere sottostimati.
La ridotta presenza numerica, peraltro limitata al periodo di svernamento, e la frequentazione degli ambienti litoranei dove le fonti di impatto antropico sono ridotte, non fanno intravedere la necessità di particolari iniziative di protezione della specie nel nostro Paese.
Si segnala d’altro canto l’opportunità di conservare i siti di sosta e svernamento, in particolare quelli costieri, preservandoli da eccessivo disturbo antropico.