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Verdone © Paola Tarozzi

Verdone

Chloris chloris

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Fringillidae
Nome scientifico
Chloris chloris
Habitat
Ambienti misti mediterranei
- altri habitat
Coltivi
Urbanizzato
Strategia migratoria
Parzialmente sedentaria
Parzialmente migratrice a corto raggio
Apertura alare
24,5-27,5 cm
Lunghezza
15 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Stato di conservazione
Inadeguato

Descrizione

Il Verdone è un Fringillide di medie dimensioni che nell’aspetto assomiglia a una robusta Passera d’Italia con un grosso becco e piumaggio in gran parte di colore verde nel maschio, mentre la femmina tende al bruno-grigiastro. In periodo riproduttivo si riconosce facilmente per via del tipico canto dal tono nasale che emette spesso anche in volo. La lunghezza media è di 15 cm, l’apertura alare compresa tra 24,5 e 27,5 cm e il peso tra 18,7 e 35,6 grammi.

Originariamente legato agli ambienti agricoli, il Verdone ha mostrato negli ultimi decenni uno spiccato adattamento alle aree urbane residenziali, in particolare zone sub-urbane ricche di giardini, parchi, viali alberati, cimiteri con cipressi e pini, alternati a porzioni di suolo coltivato (orti e frutteti familiari) o incolto. Nidifica spesso a stretto contatto con l’uomo, per lo più utilizzando le piante resinose piantate a scopo ornamentale. Il nido viene costruito tra i rami di alberi, arbusti e rampicanti, solitamente sotto i 5 m di altezza. Nidifica in coppie isolate o in situazioni semi-coloniali. 

La sua alimentazione si basa soprattutto su semi, anche relativamente grandi e coriacei, di specie sia erbacee che arboreo - arbustive, oltreché di gemme e germogli; riveste importanza secondaria la componente animale, soprattutto nelle prime settimane di vita dei nidiacei, quando vengono nutriti con insetti.

Il Verdone ha un vasto areale riproduttivo che nel Paleartico occidentale comprende gran parte delle zone boreali, temperate, mediterranee e steppiche, e si estende dalla Scandinavia e dalla Russia fino all'Africa nord-occidentale, dall'Irlanda agli Urali e, attraverso il Caucaso, all'Iran settentrionale. I quartieri di svernamento sono localizzati quasi interamente entro l’areale riproduttivo e vengono raggiunti con movimenti che seguono direzioni preferenziali verso sud-ovest. Le popolazioni occidentali tendono quindi a svernare più ad ovest, quelle orientali progressivamente verso est. La distribuzione invernale tende ad essere concentrata in aree pianeggianti e costiere più di quanto avvenga in estate. 

In Italia è sedentario, svernante, migratore regolare e nidificante. Risulta diffuso sulla Penisola e nelle isole maggiori e minori, con vuoti di areale in corrispondenza dei principali gruppi montuosi e in Sicilia. Più diffuso fino a 500 m ma ancora ben rappresentato fino a 1.000 m, può raggiungere i 1.400-1.500 m e eccezionalmente i 1.850 m nelle Alpi e in Sicilia, sull’Etna.

Lo Status

Il Verdone ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, in quanto mostra segnali di contrazione di popolazione e areale. A livello continentale lo stato di conservazione è viceversa favorevole. La popolazione italiana conta 800.000-1.200.000 coppie, con tendenza al decremento, localmente anche marcato. La popolazione italiana rappresenta il 4% della popolazione dell’Unione Europea e il 2.6% della popolazione nidificante europea complessiva, rivestendo quindi il nostro paese una certa importanza per la conservazione della specie.

Molto scarsi i dati disponibili per quanto riguarda i parametri riproduttivi in Italia: successo riproduttivo dell’88% e produttività di 4,1 giovani per coppia in Emilia-Romagna.

Le Minacce

La specie soffre, come altri Fringillidi, di azini di bracconaggio legati in questo caso alla cattura dei pulli al nido a scopo di allevamento, benché trattasi di attività illegali. Soffre, altresì della dispersione di pesticidi e altre sostanze tossiche in ambito agricolo. Un’agricoltura maggiormente meccanizzata comporta altresì un minore lascito di semi nei campi, utilizzabili dagli uccelli come fonte alimentare soprattutto in inverno; infatti, la mortalità maggiore per la specie si verifica in periodo primaverile, quando la disponibilità di semi è minima.

La Tutela

La specie beneficerebbe del mantenimento di aree agricole coltivate tradizionalmente in collina, in particolare dal mantenimento di siepi, filari e alberi isolati, mentre in ambito planiziale può trovare giovamento dalla presenza di incolti erbacei per la “produzione” dei semi dei quali si nutre, anche in periodo invernale, o di aree coltivate lasciate a riposo o con mantenimento delle stoppie (il Verdone si nutre di semi di cereali più degli altri Fringillidi), nonché un incremento di aree verdi alberate in ambito urbano e peri-urbano. Il controllo delle attività illegali di cattura e detenzione può avere un riscontro notevolmente positivo sulla specie.

Non tenendo in considerazione situazioni semi-coloniali, che portano a raggiungere densità assai elevate soprattutto a livello locale, sulla base dei dati disponibili si può proporre come valore di riferimento favorevole (FRV) a scala locale una densità pari a 5 coppie/ 10 ha in ambienti urbani e sub-urbani e di 1 coppia/10 ha in ambienti rurali, mentre per quanto riguarda il FRV a scala di comprensorio il valore che si propone è di 10 coppie per kmq.

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Verdone © Paola Tarozzi