Venturone corso
Carduelis corsicana
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Ascolta il canto
Hans Matheve - xeno-canto.org - Creative Commons
Descrizione
Fringillide molto simile al Venturone alpino, solo marginalmente differente per struttura e per dimensioni (è leggermente più piccolo) e per avere le parti superiori di color bruno cannella con sottili striature scure e il groppone giallognolo con una tonalità grigiastra (mentre è verde nel Venturone alpino). Presenta d’altro canto una distribuzione assai differente, in quanto vive nelle isole del Tirreno, mentre il Venturone alpino è strettamente legato alle Alpi. La lunghezza media è di 16,5 cm, l’apertura alare compresa tra 25 e 28 cm e il peso tra 10,5 e 11,9 grammi.
Nidifica in terreni rocciosi coperti da cespugli e arbusti, macchia mediterranea ad Erica arborea, ginestreti, pinete aperte montane, dal livello del mare fino al limite della vegetazione arborea. Può nidificare anche in zone di transizione con coltivi, oltre che in vigneti, oliveti radi, leccete e sugherete aperte. I siti riproduttivi sono solitamente posti nelle immediate vicinanze di aree aperte e fonti d’acqua con numerose piante erbacee ricche di semi. Il nido viene costruito su arbusti (ginepri, Erica arborea, Cisto, ontani) di varia altezza e tra rami di alberi (soprattutto conifere). Nidifica in coppie sparse, localmente raggruppate.
Si nutre per quasi tutto l’anno di semi di varie piante erbacee ed arboree; l’alimentazione della specie sembra dipendere dalle condizioni e disponibilità locali; a Capraia, il cibo prevalentemente utilizzato sembra essere il Rosmarino, in Sardegna invece pinoli di Pino nero, in Corsica semi di Capsella rubella. Marginale è il contributo alla sua dieta della componente animale, in particolare larve di Lepidotteri.
L’areale riproduttivo è molto ristretto e comprende Corsica, Sardegna e alcune isole dell’Arcipelago Toscano. Specie sostanzialmente sedentaria o dispersiva, comunque soggetta a movimenti post-riproduttivi a brevissimo raggio, non chiaramente orientati e per lo più di tipo altitudinale, soprattutto dalle quote di nidificazione più elevate verso fondovalle e zone costiere.
In Italia è specie sedentaria e nidificante in Sardegna e nell’Arcipelago Toscano. È diffuso dal livello del mare fino a 1.800 m in Sardegna, mentre in Corsica può raggiungere i 2.250 m.
Lo Status
Il Venturone corso ha in Italia stato di conservazione sconosciuto, a causa delle scarse conoscenze sull’entità delle popolazioni nidificanti e del suo habitat ottimale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 3.000-5.500 coppie, il cui trend appare sconosciuto negli ultimi decenni, ed è pari a circa il 20% della popolazione globale della specie. La responsabilità dell’Italia per la tutela del Venturone corso è quindi molto elevata, stante distribuzione e consistenza numerica della specie.
Per quanto riguarda i parametri riproduttivi in Italia, il successo riproduttivo è risultato del 30% in Sardegna e del 50% a Capraia. Gli individui subadulti (un anno di età) e le coppie con almeno un partner subadulto hanno un successo riproduttivo inferiore a quello delle coppie composte da due adulti; un’alta percentuale di maschi di un anno non si riproduce.
Le Minacce
Alterazione e riduzione della macchia mediterranea e delle brughiere su terreni rocciosi possono indubbiamente comportare una riduzione dell’ambiente idoneo al Venturone corso. Il suo areale è probabilmente rimasto immutato negli ultimi decenni, ma è comunque piuttosto ridotto, rendendo la specie potenzialmente sensibile alle alterazioni ambientali. Se l’areale del Venturone corso è probabilmente rimasto stabile, nulla si sa dell’andamento demografico della specie, al di là di una supposta sostanziale stabilità, non suffragata da dati oggettivi, e delle eventuali variazioni qualitative e quantitative dell’habitat.
La Tutela
I principali interventi che possono favorire la conservazione della specie consistono nel preservare macchia mediterranea alta e bassa, arbusteti, vegetazione erbacea frammista alla macchia mediterranea, vaste estensioni di Erica arborea, limitando allo stesso tempo il disturbo antropico nelle aree riproduttive più importanti per la specie.
Di fondamentale importanza risulta l’incremento delle conoscenze su esigenze ecologiche, biologia riproduttiva e dinamica di popolazione.
È attualmente impossibile formulare un valore di riferimento favorevole (FRV) stante la scarsa conoscenza dei parametri riproduttivi.