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Upupa © Barbara Maestrucci

Upupa

Upupa epops

Ordine
Bucerotiformes
Famiglia
Upupidae
Nome scientifico
Upupa epops
Habitat
Mosaici mediterranei
- altri habitat
Foreste
Coltivi
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
44-48 cm
Lunghezza
25-29 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Sconosciuto
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Descrizione

L'upupa è lunga tra i 25 e i 29 centimetri e ha un’apertura alare che sfiora il mezzo metro (44 – 48 cm). Il piumaggio è inconfondibile, marrone molto chiaro nella parte superiore e a strisce orizzontali bianco-nere nella parte inferiore. Il capo è provvisto di un ciuffo erettile di penne, il becco è piuttosto lungo e sottile e leggermente ricurvo verso il basso.


In volo la silhouette è caratterizzata da ampie ali arrotondate e dal lungo e sottile becco; posata appare snella, con corti piedi e testa ornata da un vistoso ciuffo erettile di penne ad apice nero. I sessi sono simili.

È amante dei luoghi secchi, semi-alberati caldi e assolati: la si può incontrare presso boschetti o frutteti o lungo strade sterrate dove spesso si concede bagni di polvere. Il tradizionale paesaggio agricolo dei versanti vallivi esposti a sud, con un mosaico di filari d'alberi, campi terrazzati, prati e vigneti, è ideale per l'Upupa. Si nutre di larve di invertebrati, grossi insetti, molluschi e ragni.

All'inizio del periodo riproduttivo il maschio esegue una semplicissima parata nuziale spiegando a ventaglio la cresta. Nidifica nelle cavità degli alberi, negli anfratti di rocce o di manufatti quali muri a secco o edifici rurali. 

La nidificazione avviene generalmente in ambienti alberati ma non umidi e le uova bianche e grigie, da quattro a sette, vengono deposte alla fine di aprile o ai primi di maggio. La cova dura 16 giorni e durante questo periodo il maschio nutre la femmina portandole il cibo due o tre volte all'ora. La femmina, dopo la schiusa, resta con i piccoli per almeno dieci giorni anche in questo periodo tocca esclusivamente al maschio sfamare la nidiata. I pulli si involano verso il venticinquesimo giorno, e cioè nella seconda metà di giugno. Può effettuare anche due covate.

Terminato il periodo riproduttivo, le upupe partono per i quartieri invernali con una migrazione poco appariscente. La gran parte delle segnalazioni in Italia sono localizzate lungo le coste, dall’alto Adriatico alla Liguria, con una prevalenza in Puglia e nell’area tra Calabria e Sicilia.

Lo Status

L’upupa ha stato di conservazione sconosciuto, a causa delle scarse informazioni sull’entità della popolazione, le preferenze ambientali e il degrado e la riduzione del suo habitat ottimale. Attualmente è classificata come in declino in Unione Europea, con status di conservazione sfavorevole anche a livello continentale. Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Unione Europea nel periodo 1970-1990, seguito da moderato declino nel periodo 1990-2000. La popolazione italiana è stimata in 20.000-50.000 coppie con trend in declino moderato di 0,66% annuo nl periodo 2000-2020. 

Sul successo riproduttivo nessuna informazione specifica. L’eccessivo dispendio energetico richiesto agli adulti per il reperimento delle prede durante l’allevamento dei pulli potrebbe incidere sulla produttività della specie. In Lazio, covata media 7.3 (n = 18), percentuale di schiusa 65.5%, (n = 20), percentuale di involo 79.4% (n = 16), percentuale complessiva di involo rispetto alle uova 52% (n = 20). Percentuale di involo del 68.4% e di successo rispetto alle uova deposte del 45.6%.

Le Minacce

Come molte altre specie legate ad ambienti aperti e semi-aperti, risente negativamente delle trasformazioni avvenute nell’ambiente agricolo; l’intensificazione delle pratiche agricole da un lato e l’abbandono dall’altro comportano una marcata riduzione dell’idoneità ambientale per la specie, legata ad ambienti a mosaico quali quelli generalmente creati e mantenuti dalle pratiche agropastorali tradizionali non intensive.

La Tutela

Impostare la gestione di vigneti, frutteti e altre aree agricole conservando muretti a secco e alberi maturi e garantendo sul suolo l’alternanza di fasce vegetate e con erba assente o molto bassa (condizioni ideali per il reperimento delle prede). Mantenere siti idonei per la nidificazione in aree ricche di prede può evitare eccessivo dispendio per il reperimento delle prede agli adulti durante l’allevamento dei pulli.

Specie poco studiata in Italia, soprattutto in relazione alle esigenze ecologiche e ai fattori influenzanti la qualità dell’habitat. Considerando i valori noti da bibliografia, si può proporre un FRV pari a 50 coppie per 100 chilometri quadrati a vasta scala e di 2 coppie per 10 ettari a scala locale.

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Upupa © Barbara Maestrucci