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Uccello delle tempeste © Nicola Baccetti

Uccello delle tempeste

Hydrobates pelagicus

Ordine
Procellariiformes
Famiglia
Hydrobatidae
Nome scientifico
Hydrobates pelagicus
Habitat
Litorali sabbiosi
Litorali rocciosi
Mare aperto
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
36-39 cm
Lunghezza
14-18 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Descrizione

È il più piccolo uccello marino nidificante in Europa, delle dimensioni di un Passeriforme. Lo si riconosce anche a distanza per la caratteristica tecnica di volo sfarfallante, simile a quella di un pipistrello, con movimento delle ali quasi continuo, a pelo d’acqua. Il piumaggio ha colorazione nero-brunastra su dorso e coda, contrastante con il groppone bianco. La lunghezza è compresa tra 14 e 18 cm, l’apertura alare tra 36 e 39 cm e il peso varia tra 24 e 38 grammi.

Frequenta soprattutto lo spazio immediatamente sovrastante la superficie marina (10 m di altezza) su tratti pelagici e in minor misura verso la costa. La distribuzione e l’uso dell’habitat sono sicuramente legati alla disponibilità di risorse trofiche, ma i fattori ambientali che li regolano non sono ancora stati identificati con precisione. Occasionalmente viene osservato mentre in volo segue la scia delle navi. Si porta a terra solo per la nidificazione e solo di notte, utilizzando soprattutto isole e isolotti non disturbati, più raramente promontori di aree continentali. Nidifica su pareti rocciose, in sottili fessure tra le pietre, talvolta in tane di altre specie. Mostra fedeltà al sito riproduttivo. Migratore a lungo raggio, raggiunge i tropici in inverno.

Si nutre soprattutto di plancton e piccoli pesci.

L’Uccello delle tempeste ha una distribuzione riproduttiva sparpagliata lungo le coste rocciose europee dell’Oceano Atlantico e del Mar Mediterraneo, dove occupa un discreto numero di piccole isole intorno all’Islanda ed alla Norvegia, numerose isole e scogliere della Gran Bretagna e dell’Irlanda, pochi siti nella Francia nord-occidentale, parti della costa atlantica della Penisola Iberica e del Mar Mediterraneo, le Canarie, Madeira ed alcune isole del Mediterraneo centro-occidentale. La consistenza della popolazione mediterranea viene stimata tra le 8.500 e le 15.500 coppie, oltre la metà delle quali nidificanti presso la colonia di Filfla nelle isole Maltesi.

In Italia è specie migratrice regolare, nidificante e svernante parziale. Le colonie sono concentrate principalmente in Sicilia (isole Egadi, Eolie e Pelagie) ed in alcune isole minori lungo la costa sarda.

Lo Status

L’Uccello delle tempeste ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, a causa di una popolazione ridotta e per il degrado del suo habitat ottimale. A livello continentale lo stato di conservazione è favorevole. La popolazione italiana, che si riferisce alla sottospecie melitensis, conta circa 3.700-4.500 coppie e il trend appare stabile negli ultimi decenni. La popolazione italiana costituisce il 14,5% della popolazione Mediterranea complessiva. Il successo riproduttivo mostra forti variazioni tra un anno e l’altro, con una media di 0,5-0,6 giovani per coppia.

Le Minacce

L’eccessivo sfruttamento da parte delle attività di pesca commerciale e il locale inquinamento delle acque sono minacce potenzialmente impattanti. Particolarmente vulnerabile al disturbo umano presso i siti di nidificazione, la specie risente della predazione da parte di cani, gatti rinselvatichiti e soprattutto di ratti: l’incidenza del Ratto nero risulta infatti alta nella maggior parte delle colonie riproduttive della specie.

Presumibile, anche se impossibile da quantificare sulla base dell’attuale livello di conoscenze, è anche un effetto negativo sulla specie riguardo i cambiamenti climatici intervenuti negli ultimi anni nel bacino del Mediterraneo.

La Tutela

Tra le principali indicazioni di conservazione va annoverata la necessità di assicurare protezione alle colonie più importanti, limitando il disturbo ai siti riproduttivi, pesca e turismo, e monitorando l’effetto dei predatori terrestri (in particolare il Ratto nero), procedendo, ove necessario, a interventi diretti di bonifica dei siti. Utili sarebbero indagini per migliorare le conoscenze sulla distribuzione, l’ecologia e l’entità numerica delle colonie, oltre che sull’effetto dei cambiamenti climatici sulla specie.

Sono stati calcolati due distinti valori di riferimento favorevole (FRV), corrispondenti alle due principali aree geografiche di presenza della specie: Sicilia (isole minori comprese) e Sardegna (isole minori comprese), pari a circa 3.000 individui (corrispondenti grosso modo a 1.000 coppie nidificanti e a 1.000 individui non ancora riproduttori) per singola regione.

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Uccello delle tempeste © Nicola Baccetti