Tordela
Turdus viscivorus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Tordo di grandi dimensioni, sensibilmente superiori a quelle del Tordo bottaccio e della Cesena. Il piumaggio è simile a quello del Tordo bottaccio: le parti superiori sono di colore grigio-bruno chiaro, mentre quelle inferiori sono biancastre con una trama di macchie scure piuttosto grosse, di forma quasi triangolare. Molto caratteristico e diagnostico è il verso prodotto in volo o in situazioni di agitazione: una rapida ripetizione di note aspre e crepitanti (“trrrrrr….”). Presenta una lunghezza media di 27 cm, un’apertura alare compresa tra 42 e 47,5 cm e un peso tra 117 e 167 grammi.
Nidifica in ambienti boscati e alberati aperti, montani e collinari, di conifere e latifoglie, dove occupa zone marginali ricche di radure e spazi erbosi utilizzati per alimentarsi. Predilige formazioni rade di conifere miste a latifoglie, come laricete, abetine, cembrete e pinete, oltre che faggete pure o miste a conifere, alternate a prati e pascoli. Nidifica a coppie isolate, a volte raggruppate. Il nido viene costruito sulle biforcazioni dei rami degli alberi, generalmente tra 3 e 10 m di altezza.
L’alimentazione è molto varia e basata prevalentemente su Invertebrati e al di fuori della stagione riproduttiva da bacche e frutta.
La Tordela nidifica in un’ampia porzione dell’Europa centro-occidentale, dalle coste settentrionali del Mediterraneo fino agli ambienti boreali della Fennoscandia, spingendosi ad oriente fino ai territori centro-occidentali della Russia. In Europa presenta ampie lacune distributive in zone aride della Penisola Iberica, dell’Italia, nelle estese pianure dell’Ungheria orientale e in Romania. Le popolazioni più nord-orientali sono migratrici, mentre procedendo verso sud-ovest le tordele divengono progressivamente sedentarie o dispersive.
In Italia è migratrice, svernante e nidificante sulla Penisola, in Sardegna e in Sicilia, con ampi vuoti di areale in corrispondenza della Pianura Padana, del versante tirrenico, del Salento e di ampi settori di Sardegna e Sicilia. Più diffusa tra 600-700 e 1.800-1.900 m, con massimo di 2.330 m sulle Alpi.
Lo Status
La Tordela ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, a causa di una contrazione di areale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 50.000-100.000 coppie e il trend appare in decremento negli ultimi decenni, soprattutto nelle aree pianeggianti e collinari. La popolazione italiana costituisce circa l’1.3-1.6% della popolazione complessiva europea.
Scarsi i dati relativi ai parametri riproduttivi: in media 1,7 giovani involati per nido sulle Alpi.
Le Minacce
La Tordela può risentire negativamente di trasformazioni ambientali legate allo sfruttamento del territorio (urbanizzazione crescente in contesti agroforestali, uso di pesticidi e intensificazione delle pratiche agricole). In passato era sicuramente più diffusa in aree collinari e planiziali, da cui è in buona parte scomparsa a causa verosimilmente delle trasformazioni in agricoltura e della semplificazione e banalizzazione del paesaggio. Questi cambiamenti hanno determinato una diminuzione nella disponibilità di habitat idonei alla specie, sia in termini di estensione che di qualità. In Italia non è oggetto di caccia; tuttavia, le modalità con cui la caccia ai turdidi viene praticata la rende fortemente esposta al rischio di abbattimenti involontari.
La Tutela
Non si ravvisa l’urgenza di particolari misure di conservazione. La specie può localmente beneficiare del mantenimento di ampie zone aperte lungo i margini boschivi in ambito agro-forestale. Per le aree planiziali del Nord Italia, in cui sono presenti nuclei nidificanti o lo erano fino a tempi recenti, è importante prevedere a scala di paesaggio la costituzione di una fitta rete di aree verdi (tramite il mantenimento e la creazione di boschi in aree agricole), in connessione geografica soprattutto con quelli pedemontani, a vantaggio di questa e di molte altre specie forestali.
Specie piuttosto conosciuta per quanto riguarda la sua distribuzione ed ecologia in Italia ma permangono ampie lacune per quanto riguarda la sua biologia riproduttiva. Mancano infatti informazioni relative ai principali parametri demografici e una migliore conoscenza sulla densità con cui la specie si distribuisce nelle diverse tipologie ambientali. È necessario in particolare monitorare gli effettivi delle popolazioni in alcune aree campione, con particolare riguardo a quei comprensori caratterizzati da fluttuazioni numeriche più consistenti.
Sulla base dei dati disponibili relativi all’Italia si può proporre come valore di riferimento favorevole (FRV) a scala alpina e continentale una densità pari a 3 coppie per 10 ha. In aree in cui la specie è considerata in diminuzione, come ad esempio zone di pianura e settori collinari, è importante mantenere rispettivamente densità di 0,2-0,4 coppie/10 ha e di 0,5-1 coppie/10 ha.