Torcicollo
Jynx torquilla
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Piumaggio screziato, dominato da colori grigi e bruni superiormente, con parti inferiori color crema attraversate da barrature scure. Becco più corto rispetto agli altri Picidi, di forma conica; coda lunga e arrotondata. Pur appartenendo alla stessa famiglia dei picchi, il Torcicollo non tambureggia, non si arrampica verticalmente sui tronchi e non scava il legno per procurarsi il cibo o costruirsi il nido. Frequenta ambienti alberati caratterizzati dalla presenza di ampi spazi aperti, come boschi radi, frutteti, vigneti, parchi urbani e incolti alberati. La nidificazione ha luogo nelle cavità naturali degli alberi o nei nidi abbandonati scavati dai picchi o in cassette nido. Qui la femmina depone di solito una sola covata formata da 7 a 11 uova che si schiudono dopo circa 2 settimane di incubazione. Dopo altre 3 settimane i pulli abbandonano il nido. L’alimentazione risulta strettamente insettivora (in gran parte si nutre di formiche).
Lo Status
Il Torcicollo ha stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione di areale e di popolazione e del degrado e riduzione del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana conta 50.000-100.000 coppie e il trend appare in declino negli ultimi decenni. Lo status di conservazione viene attualmente considerato sfavorevole in Europa. Sebbene diverse popolazioni dell’Est Europa siano rimaste stabili negli anni 1990–2000 e il trend delle popolazioni chiave della Russia sia sconosciuto, la specie ha continuato a diminuire in gran parte del suo range europeo.
Le Minacce
In contesti planiziali caratterizzati da agricoltura intensiva ed eccessiva banalizzazione su larghe estensioni nonché in giovani formazioni boschive, il fattore limitante per il suo insediamento consiste nella scarsità di siti riproduttivi: proprio in questi contesti ambientali è opportuno intervenire con l’apposizione di cassette nido, mantenendo o ripristinando elementi di diversificazione quali siepi, filari, fossati e incolti.
Nella Pianura Padana si evidenzia un precario stato di conservazione delle popolazioni nidificanti, a causa di una generale semplificazione ambientale degli ecosistemi agro forestali, con particolare riferimento alla scomparsa dei vecchi filari di gelso capitozzati e delle colture prative. La scomparsa o la progressiva rarefazione di cavità naturali, l’eliminazione di alberi morti e marcescenti, l’accorpamento fondiario e i cambiamenti climatici sono tutti fattori limitanti per la specie. In aree planiziali caratterizzate da agricoltura intensiva e banalizzazione dei paesaggi su larghe estensioni, il fattore limitante per il suo insediamento consiste spesso nella scarsità di siti riproduttivi. L’alterazione degli habitat di alimentazione, l’impatto sulle vetrate, l’uso di pesticidi sono altri elementi che minacciano la specie.
La Tutela
Per aiutare la specie occorre promuovere pratiche agricole che prevedano il rilascio e il ripristino di elementi importanti come filari, siepi, vegetazione ripariale lungo fossi. In ambito planiziale e agricolo, maggiore attenzione va quindi rivolta alla pianificazione territoriale, con il mantenimento di reti ecologiche tramite la creazione e il ripristino di aree semi-naturali interconnesse tra loro. Negli ambienti dove la perdita di siti di nidificazione è il principale fattore limitante, risulta utile l’apposizione di cassette nido, mantenendo o ripristinando al contempo gli elementi di diversificazione quali siepi, filari e fossati.
In ambito selvicolturale è fondamentale il rilascio di almeno 4 piante senescenti per ettaro (anche nei pioppeti industriali) nonché il mantenimento degli acervi nel corso dei tagli produttivi e di tutte le piante cavitate che possono favorire notevolmente la specie e altri Picidi.
La specie è ampiamente studiata per quanto riguarda la sua distribuzione ed ecologia ma mancano dati quantitativi e stime di popolazione per alcune regioni meridionali (in particolare Calabria, Campania e Basilicata).
Per gli ambienti agroforestali più idonei e meglio conservati, si propone come FRV un valore di 5 coppie per chilometro quadrato a scala di comprensorio (tale valore può essere superato a scala locale in condizioni particolarmente idonee). Se particolarmente favorito, il Torcicollo può anche superare questi valori come dimostrato in contesti agrari del Nord Italia (Piemonte, Val d’Aosta e Ferrarese) e del Centro (Toscana e Lazio). In zone agricole intensivamente coltivate può essere ipotizzato un valore di riferimento favorevole pari a 1 territorio per chilometro quadrato.