Svasso piccolo
Podiceps nigricollis
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
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Descrizione
Uno svasso di piccole dimensioni, confrontabili con quelle del Tuffetto, e dal piumaggio che lo avvicina al più raro Svasso cornuto, rispetto al quale risulta sempre identificabile per il diverso profilo del capo, con fronte angolata e soprattutto vertice arrotondato, mentre il becco è appuntito e leggermente rivolto all’insù. È una specie molto gregaria, talvolta anche durante la nidificazione, ma soprattutto in autunno-inverno. La lunghezza media è di 28-34 cm e l’apertura alare supera di poco il mezzo metro.
Lo Svasso piccolo nidifica in corpi d’acqua eutrofici, sia dolci sia salati, anche di dimensioni molto ridotte (2-3 ha), spesso anche in siti allagati irregolarmente e con acque basse. Il nido è galleggiante e ancorato a piante acquatiche sommerse (ad esempio lamineti di Potamogeton o Polygonum) oppure emergenti (Phragmites). In inverno, nelle Valli di Comacchio la specie seleziona le “valli” con maggiori estensioni di acque aperte. Ciò è confermato dalla distribuzione in Italia accertata nel corso dei censimenti IWC svolti nel mese di gennaio, quando il 90% della popolazione si concentra in sole 14 aree, appartenenti alle seguenti categorie ambientali: lagune salmastre, acque marine costiere riparate (sacche) e laghi interni d’acqua dolce di dimensioni medio-grandi. In Sardegna frequenta acque ad elevata salinità, come le vasche di evaporazione delle saline, dove condivide l’habitat con il Fenicottero.
Lo Svasso piccolo si nutre di Pesci, Insetti, larve acquatiche che cattura immergendosi sott’acqua.
Il suo areale europeo si estende fra la Spagna e il Medio Oriente; questa popolazione sverna prevalentemente nel Bacino del Mediterraneo.
In Italia è specie nidificante, migratrice e svernante regolare. La popolazione nidificante nel periodo 2000-2015 è variata tra una e 130 coppie. Il più importante sito riproduttivo è costituto dal lago Pergusa, in Sicilia, con 130 coppie nel 2015, dove la sua presenza come nidificante era già nota dagli anni ’50 del secolo scorso (20-25 coppie nel 1957). Altri siti riproduttivi, ospitanti piccole colonie, sono noti in Puglia e in Lombardia. Il trend risulta positivo, con locali fluttuazioni. La popolazione svernante è ospitata soprattutto presso le zone umide lungo la costa adriatica, del Tirreno centro-settentrionale e della Sardegna, con numeri significativi anche nei laghi della Pianura Padana interna (soprattutto il Lago di Garda, sito quest’ultimo dove è stato registrato un leggero decremento) e delle regioni centrali della Penisola. È specie più costiera rispetto allo Svasso maggiore, e spesso di abitudini più gregarie.
Lo Status
Lo Svasso piccolo in Europa ha uno stato di conservazione favorevole.
Gli individui inanellati all’estero e ripresi in Italia sono prevalentemente provenienti da Paesi dell’Europa centro-settentrionale (Repubblica Ceca, Ungheria, Germania, Danimarca).
La popolazione svernante in Italia nel 2000-2010 è risultata compresa tra 8.000 e 16.000 individui (massimi di 15.680 nel 2002 e di 11.375 nel 2006), con trend negativo. Un sito di svernamento risulta si importanza internazionale: il Delta del Po.
Il successo riproduttivo rilevato mediamente in varie regioni italiane è di 2,25 giovani per covata e nel principale sito di nidificazione (Lago di Pergusa) sono stati rilevati da un minimo di 1,3 giovani per covata nel 2013 a un massimo di 3,76 nel 2014.
Le Minacce
Specie prevalentemente svernante e migratrice, la cui abbondanza in Italia è probabilmente influenzata da una molteplicità di fattori, incluse le condizioni climatiche nei quartieri di svernamento più settentrionali. I pochi siti di riproduzione rendono la popolazione nidificante naturalmente vulnerabile a variazioni locali dell’habitat e ad altri fattori di impatto anche a piccola scala.
Tra le minacce principali che insidiano la specie va certamente annoverato il bracconaggio, che colpisce per lo più gli individui svernanti. Il trappolamento accidentale in nasse da pesca è un problema localmente grave, che in alcune lagune italiane provoca la morte di qualche centinaio di individui ogni anno.
La Tutela
Data la scarsità di informazioni disponibili sulla specie, non è agevole formulare indicazioni mirate dal punto di vista conservazionistico. Occorre prevenire alterazioni o eccessivo disturbo nei pochi siti riproduttivi e mantenere condizioni idonee negli ambienti acquatici particolarmente selezionati durante lo svernamento.