Spatola
Platalea leucorodia
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Trampoliere di grandi dimensioni, la Spatola è una specie inconfondibile per il lungo becco largo e piatto, a forma di spatola, da cui prende il nome e che le consente di catturare le sue piccole prede nell’acqua bassa. Il piumaggio è interamente candido ad eccezione, in periodo riproduttivo, di una chiazza giallo ocra alla base del collo. Sulla nuca è presente una cresta appiattita di lunghe penne ricadenti. Il becco è nero con la punta gialla; l’iride è rossa. La lunghezza è compresa tra 80 e 90 cm, l’apertura alare tra 1,1 e 1,3 m e il peso tra 1,1 e 1,9 kg.
Per la nidificazione, che avviene in colonie (spesso dense, a volte miste con Mignattaio o Ardeidi), preferisce folti canneti o simili assembramenti di piante emergenti, spesso con cespugli o alberi sparsi, come salici, pioppi, usati per nidificare fino a 2-5 m. d’altezza; il nido può anche essere posto tra le canne o altra vegetazione erbacea alta. Le colonie si trovano spesso presso stagni o canali e per il loro insediamento è essenziale un alto grado di protezione da disturbo e predazione; per questa ragione, spesso i nidi sono posti su isole in laghi, fiumi o acque costiere.
Altamente specializzata per l’alimentazione in acque basse, solitamente estese, con profondità più o meno costante e fondo di fango, sabbia fine, preferibilmente con limitata escursione di marea o debole corrente, o appena inondate, sia dolci, salmastre o salate. Evita acque stagnanti e troppo vegetate. La dieta della Spatola si basa essenzialmente su invertebrati acquatici, ma comprende anche pesci di piccole dimensioni, rane e girini.
In Europa l’areale riproduttivo è molto frammentato e limitato a pochi siti della costa atlantica (Francia, Olanda), dei paesi mediterranei e dell’area balcanica, dove occupa sia zone umide lagunari che interne. I migratori si trattengono nelle zone umide dell’Italia centro-meridionale fino a ottobre o novembre, in seguito nei mesi più freddi raggiungono l’Africa settentrionale, in particolare la Tunisia, mentre pochi individui si spingono fino alle coste atlantiche e più raramente nelle regioni interne della fascia equatoriale.
In Italia la Spatola è migratrice regolare, nidificante localizzata e svernante regolare. La prima nidificazione nota per l’Italia è avvenuta nel 1989, con due nidi nelle Valli di Comacchio. Attualmente nidifica nelle zone umide della Pianura Padana interna, dell’Alto Adriatico e della Toscana.
Lo Status
Le minacce a carico della specie sono quelle tipiche delle grandi zone umide: variazioni del livello delle acque, eutrofizzazione e inquinamento. Anche la disponibilità di cibo può avere grande impatto sull’esito della nidificazione. La Spatola si dimostra molto sensibile ai predatori e al disturbo umano; per questo la specie non di rado predilige gli isolotti alla terraferma. Il disturbo da parte di predatori può causare anche il totale abbandono di un sito riproduttivo, come avvenuto in Olanda a causa dell’abbondante presenza di volpi. Anche singoli episodi di alterazione delle zone umide possono causare la totale perdita della covata, per esempio in caso di brusco innalzamento del livello dell’acqua, che può portare alla sommersione dei nidi e a una mortalità dei pulcini (di solito pari a circa il 25% entro i primi 10 giorni di vita) vicino al 100%. Lenta e modesta appare l’espansione di areale della specie in Italia, nonostante l’incremento relativamente confortante della popolazione a pochissimi anni dalla colonizzazione, suggerendo prudenza e attenzione relativamente alle possibilità di insediamento della specie in altri contesti.
Le Minacce
Le minacce a carico della specie sono quelle tipiche delle grandi zone umide: variazioni del livello delle acque, eutrofizzazione e inquinamento. Anche la disponibilità di cibo può avere grande impatto sull’esito della nidificazione. La Spatola si dimostra molto sensibile ai predatori e al disturbo umano; per questo la specie non di rado predilige gli isolotti alla terraferma. Il disturbo da parte di predatori può causare anche il totale abbandono di un sito riproduttivo, come avvenuto in Olanda a causa dell’abbondante presenza di volpi. Anche singoli episodi di alterazione delle zone umide possono causare la totale perdita della covata, per esempio in caso di brusco innalzamento del livello dell’acqua, che può portare alla sommersione dei nidi e a una mortalità dei pulcini (di solito pari a circa il 25% entro i primi 10 giorni di vita) vicino al 100%. Lenta e modesta appare l’espansione di areale della specie in Italia, nonostante l’incremento relativamente confortante della popolazione a pochissimi anni dalla colonizzazione, suggerendo prudenza e attenzione relativamente alle possibilità di insediamento della specie in altri contesti.
La Tutela
Affinché le nidificazioni della specie non restino episodi isolati o occasionali, è essenziale che le colonie siano rigorosamente protette da ogni forma di disturbo e che i fattori chiave per garantire una gestione compatibile dei livelli idrici vengano monitorati. Queste azioni potrebbero portare a un consolidamento sia della popolazione nidificante sia dei contingenti svernanti.
Non è possibile formulare un valore di riferimento favorevole (FRV) per questa specie entrata a far parte dell’avifauna nidificante in Italia da pochi anni.