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Sparviere © Luigino Busatto

Sparviere

Accipiter nisus

Ordine
Accipitriformes
Famiglia
Accipitridae
Nome scientifico
Accipiter nisus
Habitat
Foreste
- altri habitat
Mosaici mediterranei
Coltivi
Urbanizzato
Strategia migratoria
Parzialmente sedentaria
Parzialmente migratrice a corto raggio
Apertura alare
femmina 67-80 cm, maschio 58-65 cm
Lunghezza
femmina 35-41 cm, maschio 29-34 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
Ascolta il canto

Descrizione

Piccolo rapace diurno la cui lunghezza non supera mai, di solito, i 30 cm, di cui 10 costituiscono la coda. Le sue ali invece sono ampie circa 16 cm, con un’apertura alare che può raggiungere i 60 cm nel maschio. Le ali sono corte e la coda è lunga che gli permette di volare agilmente tra i rami intricati dei boschi. Il corpo magro e slanciato, la testa piccola che termina con un becco elegante sono i suoi tratti distintivi. 

La femmina supera il maschio sia per lunghezza sia per apertura alare. Gli adulti della specie sono di colore scuro cenerino nella parte superiore, mentre quella inferiore è bianca con linee ondulate e presenta striature rosso ruggine. Gli individui più giovani hanno tonalità più vicine al grigio e al bianco, con macchie trasversali su ventre e cosce. Durante la parata nuziale, il maschio e la femmina si cimentano in vertiginose picchiate seguite da brusche risalite.

Lo Sparviere sceglie, per la costruzione del nido, complessi boschivi collinari e montani di varia natura e composizione, con una netta predilezione per quelli di conifere di 15-40 anni di età, in presenza di radure e aree aperte dove possa cacciare. A livello locale, la specie si rinviene anche in boschetti suburbani, boschi planiziali lungo le aste fluviali e di sclerofille in aree mediterranee.

Lo Sparviere caccia nascondendosi tra gli alberi per poi scagliarsi veloce contro la sua preda, cambiando repentinamente direzione durante il volo. Ogni coppia di Sparviere può costruire più di un nido, che riutilizza nel corso del tempo. Le uova (3-5) sono covate per 33-35 giorni, dopodiché i giovani sono in grado di abbandonare il nido, anche se solitamente restano a lungo sotto la protezione dei genitori.

Nel nostro Paese, la specie è diffusa tra i 500 e i 1.600 metri, ma può raggiungere i 1.930-1.950 metri nelle valli lombarde e in Valle d’Aosta. Nel nord Italia lo Sparviere sta incrementando il proprio areale riproduttivo nella fascia alpina e prealpina, anche vicino a contesti urbanizzati e parchi urbani.

Lo Sparviere è diffuso in tutto il Paleartico, dalle coste occidentali europee all’Asia, fino al Giappone e al Medioriente. Le aree di svernamento si trovano in Europa sud-occidentale e raggiungono il Nord Africa. In Italia, è una specie nidificante sedentaria dall’arco alpino fino alle latitudini più estreme della penisola e delle due isole maggiori.

Lo Status

La specie presenta uno stato di conservazione favorevole in Italia e a livello continentale. 

Attualmente lo Sparviere è classificato come specie sicura in tutta l’Unione europea. 

In Italia si contano tra le 4.000 e le 7.000 coppie. Il trend è positivo, con una tendenza sia all’incremento numerico sia all’espansione dell’areale. Tali aumenti sembrano particolarmente marcati nelle bioregioni alpina e continentale.

In Pianura Padana, ad esempio, si è assistito negli ultimi anni a una forte espansione lungo ambienti golenali degli affluenti del Po, ma anche in pioppeti e boschi suburbani. Anche nell’area mediterranea l’andamento della popolazione è stabile, e localmente in aumento. 

Nel complesso quindi l’aumento dei territori riproduttivi, registrata negli ultimi due decenni in numerosi comprensori italiani, delinea, a livello nazionale, un quadro complessivamente stabile e localmente in aumento, come diretta conseguenza di una riduzione del bracconaggio e della riforestazione in atto.
Sul lungo periodo, in base ai dati a disposizione, la situazione per la specie si prospetta favorevole: le elevate densità riscontrate in contesti alpini, appenninici e planiziali permettono di prevedere anche nel futuro stabilità o ulteriori incrementi delle popolazioni.

Le Minacce

In Italia, soprattutto in passato, lo Sparviere ha risentito negativamente dell’uso massiccio di antiparassitari cloro-organici in agricoltura, e della persecuzione diretta dovuta al bracconaggio. 

L’abbandono di ampie porzioni di paesaggi legati all’agricoltura tradizionale ha quindi determinato, negli ultimi decenni, un forte incremento della superficie forestale a vantaggio della specie. Risulta tuttavia importante tutelare lo Sparviere in periodo riproduttivo, posticipando gli interventi selvicolturali a partire dalla terza settimana di luglio. Questa specie, infatti, può localmente essere minacciata da trasformazioni ambientali permanenti o durature legate allo sfruttamento indiscriminato delle risorse agrosilvopastorali in ambiti forestali. Per questo l’apertura di nuove strade, la frammentazione degli habitat e gli interventi silvicolturali sono potenziali fattori di minaccia.

Anche gli elettrodotti e altri cavi sospesi in aree forestali – fili a sbalzo e teleferiche per trasporto del legname – e agricole possono rappresentare un pericolo mortale per la specie.

La Tutela

Ad oggi, mancano dati quantitativi sulla reale incidenza del bracconaggio a danno della specie e sulla problematica relativa l’impiego di organoclorati in agricoltura capaci di inquinare direttamente le reti trofiche a vari livelli.

Risulta quindi necessario rilevare dati quantitativi più approfonditi da aree campione dell’Italia meridionale, sia per aggiornare le informazioni disponibili, sia per valutare se le basse densità riscontrate in queste aree siano dovute a problematiche ambientali specifiche oppure a una sottostima della reale consistenza delle popolazioni.

Mentre operazioni di esbosco condotte in periodo riproduttivo possono provocare l’abbandono dei nidi. A questo fine è importante prevedere aree di rispetto nell’arco di almeno 100 metri dai siti noti di nidificazione. Nel corso di tagli produttivi del bosco è consigliabile evitare i pericolosi fili a sbalzo sostituendoli con l’impiego di gru a cavo, meno impattanti per questa ed altre specie di uccelli legate agli ambienti forestali.

Poiché le densità in contesti ambientali idonei variano prevalentemente tra le 10 e le 24 coppie per 100 kmq, si può ritenere che una densità media di 10-12 coppie per 100 kmq sia un parametro soddisfacente a scala di comprensorio. Considerando ambienti forestali idonei alla specie si propone come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) una soglia di 20 coppie per 100 kmq. Questo dato può essere localmente superato, ma è in ogni caso indice di una situazione nel complesso favorevole per la specie. Per quanto riguarda i contesti sub-ottimali, si propone un valore di 5 coppie per 100 kmq.

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Sparviere © Luigino Busatto