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Scricciolo © Luigi Pallotta

Scricciolo

Troglodytes troglodytes

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Troglodytidae
Nome scientifico
Troglodytes troglodytes
Habitat
Foreste
- altri habitat
Mosaici mediterranei
Arbusteti
Strategia migratoria
Migratrice a corto raggio
Apertura alare
< 14 cm
Lunghezza
9-10,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
Ascolta il canto

Descrizione

Grazioso uccello dalla forma rotonda e paffuta, con dorso bruno e ventre più chiaro, ha una piccola coda bruno-rossiccia che tiene spesso sollevata Ama muoversi sul terreno volando di cespuglio in cespuglio e saltellando sul terreno con grande abilità, tanto da assomigliare a un piccolo mammifero.

Lo Scricciolo è un uccello prevalentemente stanziale e vive prevalentemente in località umide e abbondanti di cespugli e alberi. In generale, ama le zone fresche e ombrose, in collina o in montagna, vicino a corsi d’acqua con cespugli, alberi e massi sparsi. Non particolarmente intimorito dalla presenza degli esseri umani, lo si può incontrare in pianura e vicino ai centri abitati in inverno, mentre in estate predilige le zone montane. Si nutre di insetti, bruchi, vermi e piccoli ragni che trova sulle foglie; in inverno non disdegna qualche bacca.

Il maschio, poligamo, possiede un territorio personale in cui costruisce un certo numero di nidi, che utilizza come “dormitori”. Sceglie di costruire i nidi ovunque ne trovi la possibilità, comunque in luoghi ben mimetizzati con l’ambiente circostante: tra fitti cespugli, nelle cavità delle rocce o degli alberi, tra vecchie mura diroccate, ben nascosto tra rami di edera. Quando una femmina entra nel suo territorio, esso inizia a cantare emettendo acuti trilli sonori per attirare la sua attenzione. Una volta accettate le attenzioni del maschio e avvenuto l’accoppiamento, la femmina provvede a rivestire internamente il nido con lana, piume, crini, rendendolo confortevole per i pulcini.

La riproduzione avviene solitamente a fine aprile, con la deposizione di 5 a 8 uova di colore bianco-giallognolo punteggiate di rosso, impenetrabili al freddo e alla pioggia grazie al rivestimento folto e impermeabile del nido. Alla covata “bada” solamente la femmina per circa 15 giorni. Anche dopo avere imparato a volare ed essere divenuti indipendenti, i pulcini continuano a frequentare il nido, che utilizzano specialmente come riparo per la notte.

La specie è ben distribuita sulle Alpi tra i 1.000 e i 2.000 metri di quota in presenza di acqua e di boschi misti di latifoglie e conifere. Sulle piccole isole, pur nidificando anche in ambienti caldi, rocciosi e assolati, la specie tende a localizzarsi nei settori più umidi e ombreggiati, spesso associati a ruscelli e piccoli corsi d’acqua. È molto comune in tutta la Sicilia in ambienti boschivi e arbustivi, in frutteti, negli ambienti urbani, nelle forre e nei canaloni freschi. In inverno, lo Scricciolo è maggiormente diffuso sotto i 1.000 metri di quota, con sporadiche presenze, in inverni particolarmente miti, fino a 2.000-2.400 metri nel mese di dicembre.

Lo Status

La specie presenta uno stato di conservazione favorevole in Italia e a livello continentale ed è per questo valutata come sicura. In Italia sono stimate tra 1 e 2,5 milioni di coppie. Valutata stabile nel nostro Paese, la popolazione italiana rappresenta una porzione significativa della popolazione complessiva europea, con una percentuale stimata tra il 4% e il 6%. 

Nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna ci sono picchi di abbondanza che coincidono con le foreste d’altitudine; gli ambienti più adatti per gli scriccioli risultano essere quelli boschivi ben strutturati, anche di dimensioni ridotte, con la necessaria copertura di sottobosco; mentre sono più scarsamente frequentate le aree aperte. Questa situazione è invariata nei territori del Forlivese rispetto a 10 anni fa; mentre nei territori del Ravennate appare, limitatamente alla fascia costiera, in rapida evoluzione. L’occupazione delle pinete è infatti recente, visto che ancora 50 anni fa la specie non era considerata nidificante.

Le Minacce

Non esistono particolari minacce per la popolazione di Scricciolo. Localmente, lo Scricciolo può risentire degli interventi selvicolturali di pulizia del sottobosco, come riscontrato in un’area del Trentino: coltivazione e utilizzazione dei boschi possono infatti alterare o addirittura distruggere alcuni tra gli elementi naturali importanti per la vita del passeriforme.

Un particolare motivo di disturbo, che può degenerare in minaccia, è costituito per la specie dalla presenza dell’uomo e dalla distruzione dei siti riproduttivi con azioni di frammentazione e taglio del sottobosco negli habitat di presenza. Sono potenzialmente pericolosi anche i lavori di manutenzione di siepi e opere di mantenimento stradale effettuati in periodo primaverile ed estivo. 

La Tutela

In zone particolarmente impoverite da un punto di vista boschivo e agreste, come in Pianura Padana, sarebbe necessario favorire la presenza di macchie continue e sufficientemente interconnesse di vegetazione lungo canali e fontanili.

Per gli ambienti forestali più idonei e continui, come boschi igrofili maturi e strutturati, boschi freschi e ricchi di sottobosco, si devono considerare come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) densità riproduttive comprese tra le 23 e le 25 coppie per 10 ettari, in tutte e tre le regioni biogeografiche italiane (alpina, mediterranea, continentale).

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Scricciolo © Luigi Pallotta