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Schiribilla © Emanuele Natali

Schiribilla

Zapornia parva

Ordine
Gruiformes
Famiglia
Rallidae
Nome scientifico
Zapornia parva
Habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
34-39 cm
Lunghezza
18-20 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

CR - In Pericolo Critico
Stato di conservazione
Cattivo
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Descrizione

Piccolo rallide, decisamente più minuto e più snello del Voltolino e molto simile alla Schiribilla grigiata, specie con le quali condivide l’appartenenza alla stessa famiglia e l’habitat. Il piumaggio del maschio è marrone con rare chiazze bianche e aree nere sul dorso, grigio bluastro sul ventre. La femmina è molto più chiara inferiormente, risultando più simile ai giovani. Presenta un'evidente macchia rossa alla base del becco, un particolare che, insieme alle ali più lunghe e al dorso meno chiazzato di bianco, permette di differenziare la specie dalla Schiribilla grigiata. La lunghezza è compresa tra 18 e 20 cm, l’apertura alare tra 34 e 39 cm e il peso tra 30 e 72 grammi. E’ una specie dal carattere particolarmente schivo, che la rende assai difficile da osservare, il più delle volte mentre si alimenta lungo il margine di un canneto.

La Schiribilla nidifica in zone palustri d’acqua dolce di origine naturale o artificiale, anche di piccola dimensione, ricche di vegetazione sommersa o galleggiante e circondate da ampia vegetazione acquatica. Al di fuori della stagione riproduttiva condivide l’ambiente idoneo con i congeneri Voltolino e Schiribilla grigiata, mentre durante la nidificazione richiede la presenza di porzioni di vegetazione acquatica emergente alta e matura, come Scirpus, Typha, Carex, o Sparganium nonchè canneti a Phragmites non sottoposti a taglio o incendio, con presenza al suolo di uno spesso strato di vegetazione palustre morta. In Italia la nidificazione è stata documentata dal livello del mare fino a 200 m.

Si nutre prevalentemente di invertebrati, ma anche di vegetali quali semi, germogli, alghe o piante acquatiche affioranti, cercando il cibo quasi sempre sull’acqua.

La Schiribilla è una specie che vede concentrata in Europa la massima parte del proprio areale riproduttivo. Questo coincide soprattutto con i bassopiani polacchi e le grandi pianure ungheresi, dell’Ucraina e della Russia meridionale. Migratrice a lungo raggio, il suo areale invernale è poco conosciuto, ma si ritiene che le popolazioni del Paleartico occidentale svernino nell’area che si estende tra la costa mediterranea dell’Africa e le regioni sub-sahariane, e giunga ad est sino alle zone umide che si affacciano sul Golfo Persico. 

In Italia è migratrice regolare, nidificante e svernante irregolare. La scarsa conoscenza dell’areale italiano, fortemente frammentato come in gran parte dell’Europa meridionale ed occidentale, dipende dalla situazione di marginalità dell’Italia rispetto al suo areale e dalla elusività caratteristica della specie. La sua presenza come nidificante è stata accertata negli ultimi anni (2010-2021) in alcune zone umide della Pianura Padana e la sua presenza in periodo riproduttivo è stata documentata in poche località dell’Italia centrale (Toscana, Lazio, Marche, Umbria); la sua nidificazione era stata accertata in precedenza in Toscana, Umbria, Lazio e Sicilia.

Lo Status

La Schiribilla ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, a causa di un areale ristretto, di una popolazione di piccole dimensioni e localizzata, del degrado e della riduzione dell’habitat ottimale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 5-20 coppie e il trend appare in declino negli ultimi decenni.

Non sono disponibili dati relativi ai parametri riproduttivi della specie nel nostro Paese.

Le Minacce

La Schiribilla soffre in Italia della distruzione e del degrado delle aree palustri. Il taglio delle canne palustri e l’incendio dei canneti costituiscono la minaccia principale, seguita dall’interramento e dalla semplificazione delle zone umide, che privano la specie della necessaria alternanza canneto-acqua. Il progressivo degrado di questo habitat ha contribuito al declino e alla frammentazione di una popolazione già ai limiti della sopravvivenza. 

A questo si aggiunge il relativo isolamento delle popolazioni italiane rispetto ai più cospicui contingenti europei, un’evidenza che rende molto improbabile il verificarsi di ricolonizzazioni da parte di individui provenienti dal centro Europa.

Anche le condizioni incontrate durante la migrazione e lo svernamento, che avvengono in larga parte al di fuori dei confini nazionali, possono influenzare la sopravvivenza degli individui e lo stato delle popolazioni.

La Tutela

È necessario consolidare le popolazioni rimaste, attraverso un'attenta gestione dell'habitat, in particolare tramite la tutela o il ripristino dell'alternanza tra vegetazione acquatica, canneti e aree di acqua libera (“chiari”). Tale operazione di ripristino dovrebbe coinvolgere anche le zone in cui la presenza della Schiribilla è storicamente accertata e la cui scomparsa risale molto probabilmente a tempi recenti.

Si tratta in assoluto di una delle specie meno conosciute a livello nazionale. Per la sua conservazione è fondamentale sviluppare un sistema di monitoraggio, almeno sommario, e studiare le esigenze ecologiche delle coppie nidificanti nelle principali aree dove la specie è ancora presente durante il periodo riproduttivo.
A causa della mancanza di informazioni su parametri riproduttivi e demografici non è possibile calcolare il valore di riferimento favorevole (FRV) per questa specie.

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Schiribilla © Emanuele Natali