Saltimpalo
Saxicola torquatus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Simile nell’aspetto allo Stiaccino, il Saltimpalo si differenzia da quest’ultimo per l’assenza del sopracciglio, una coda leggermente più lunga e ali in proporzione più corte. Il maschio ha il capo prevalentemente nero, interrotto da chiazze bianche sul collo che formano un collare incompleto. Il petto è tendente al castano e vira all’arancione al centro, la gola è nera. La femmina è più opaca con un sopracciglio bianco sporco appena accennato. Gli individui più giovani si caratterizzano per la tonalità bruna e da striature nere sulle parti superiori, mentre quelle inferiori sono grigio-bianche. Predilige ambienti aperti e semi aperti con vegetazione rada, come brughiere, praterie, campi incolti. Il suo habitat ideale è punteggiato di pietre e da recinzioni, muretti a secco, siepi, arbusti o cespugli. Cattura, generalmente lanciandosi sul terreno da posatoi, insetti e altri invertebrati.
Il periodo della riproduzione va da marzo ad agosto e la femmina depone in media due-tre covate. L’area di nidificazione è solitamente a livello del mare o raggiunge al massimo i 600 metri di altitudine. Il nido viene costruito in cavità del terreno utilizzando fili di erba, paglia, licheni e radici. La femmina depone 4-5 uova alla volta e nutre i pulcini con invertebrati e insetti.
La specie, nel continente europeo, è diffusa principalmente nell’area occidentale e meridionale – Regno Unito, Irlanda e coste iberiche occidentali – zone che frequenta soprattutto durante il periodo dello svernamento. Le sue sottospecie si distribuiscono tra l’Africa nord-occidentale e meridionale, la Turchia, il Caucaso, la Russia e l’Asia centrale e occidentale. In Italia si concentra soprattutto nelle regioni meridionali. In generale ha una diffusione piuttosto omogenea su tutto l’areale, fatta eccezione per le elevate altitudini dell’arco alpino.
Lo Status
Il Saltimpalo ha stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione di areale e di popolazione e del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 300.000-600.000 coppie e il trend appare inforte declino negli ultimi decenni e un calo del 6,58% annuo nel periodo 2000-2020.
Nel ventennio compreso tra il 1970 e il 1990 la popolazione dell’Unione Europea ha subito un pesante declino, riequilibrato almeno in parte dalla crescita positiva fatta registrare nel decennio successivo. La popolazione Ue è ora stimata in 1.400.000-3.500.000 coppie, mentre quella continentale è pari a 2.000.000-4.600.000 coppie. Nidifica dunque entro i confini dell’Unione Europea, il 70-76% della popolazione del continente e il 5-24% della popolazione globale.
L’Italia riveste dunque un ruolo assolutamente rilevante nella conservazione della specie. Preoccupa però il decremento costante della popolazione, soprattutto nelle aree agricole del nord d’Italia, ma, registrato in anni più recenti in quasi tutte le regioni italiane, spesso accompagnato a un ridimensionamento dell’areale: un fenomeno che a livello locale si era già fatto sentire negli anni passati, con continue oscillazioni.
Le Minacce
Considerato il tipo di habitat dal Saltimpalo, una delle principali minacce deriva dall’abbandono delle attività agricole in ampi comprensori. Tale fenomeno comporta infatti a lungo termine l’affermarsi della vegetazione boschiva, che non si accorda con le esigenze ecologiche della specie. Il mantenimento di aree destinate alla pastorizia e all’agricoltura estensiva risulta, quindi, essenziale per la sopravvivenza della specie, che qui nidifica e sverna. D’altro canto, anche l’agricoltura intensiva, ad alto tasso di meccanizzazione ed associata alla rimozione degli elementi marginali, rappresenta un problema alla presenza di questa e altre specie di uccelli. Le minacce che riguardano il Saltimpalo non sono, però, esclusivamente legate all’intervento umano. La specie, infatti, risulta molto sensibile alle temperature troppo rigide, che possono arrivare a minacciarne la sopravvivenza. Un altro pericolo è costituito dai predatori, soprattutto durante il periodo della riproduzione: circa il 15% delle perdite che avvengono all’interno del nido sono dovute ad animali che attaccano i pulcini o mangiano le uova.
La Tutela
Al fine di migliorare lo stato di conservazione della specie, occorre mantenere la pastorizia e le colture tradizionali, evitando metodi intensivi di coltivazione del suolo e prevenendo l’abbandono di prati e pascoli. È inoltre necessario mantenere intatti elementi marginali come arbusti, muretti a secco, siepi o cespugli isolati, luoghi privilegiati dalla specie come punti d’osservazione per individuare le prede a terra.
Le cause dei trend negativi di crescita che si registrano nella quasi totalità delle regioni italiane vanno ricercate principalmente in due fenomeni: fluttuazioni locali sul medio periodo, perdita o riduzione dell’habitat. Quest’ultimo dato è conseguenza di un’intensificazione o di un abbandono delle colture. Secondo i dati a disposizione, circa i due terzi delle uova covate si schiudono e il 70% circa dei pulcini nati riesce, successivamente, a raggiungere l’involo.
La specie non è stata finora oggetto di particolari studi, se si fa eccezione per rare analisi condotte a livello locale. È quindi auspicabile l’avvio di indagini più approfondite sull’ecologia e gli andamenti quantitativi delle popolazioni dei saltimpali, che in diverse regioni italiane presentano un trend fortemente negativo.
Grazie ai dati disponibili, è stato possibile fissare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per il territorio nazionale. A scala locale il numero di individui ritenuto sufficiente per garantire la conservazione della specie è pari a 5 coppie ogni 10 ettari, mentre a scala di comprensorio il Valore di Riferimento Favorevole, a parità di superficie, si attesta sulle 15 coppie.