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Rondone pallido © Paolo Taranto

Rondone pallido

Apus pallidus

Ordine
Caprimulgiformes
Famiglia
Apodidae
Nome scientifico
Apus pallidus
Habitat
Ambienti urbani
- altri habitat
Rupi
Coste e mare
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
42-46 cm
Lunghezza
16-17 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
Ascolta il canto

Descrizione

Il Rondone pallido presenta un piumaggio bruno-caffelatte, non nero o nerastro come il Rondone comune adulto, al quale è molto simile per forma e dimensioni. Per poterli distinguere in volo, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, la silhouette del Rondone pallido è leggermente più tozza, il capo più largo e appiattito, i fianchi più sporgenti, le ali appena più ampie e con estremità più arrotondate. Presenta una lunghezza media di 16-17 cm, un’apertura alare compresa tra 42 e 46 cm e un peso tra 28 e 62 grammi.

Nidifica preferibilmente lungo coste marine e in isolette con falesie e scogliere ricche di grotte e ampie spaccature, ma è localmente comune anche in piccoli e grandi centri urbani costieri od allo sbocco di ampie vallate alpine, ricche di edifici storici con cavità adatte alla riproduzione; nidifica in colonie, spesso in associazione con il Rondone maggiore in ambienti naturali e con il Rondone comune in ambienti antropici. Localmente ha nidificato in cavità di Picchio rosso maggiore e in nidi artificiali. Mostra un’elevata fedeltà al sito riproduttivo. A differenza del Rondone comune, che abbandona i quartieri riproduttivi già in estate, il Rondone pallido rimane alle nostre latitudini fino all’autunno inoltrato, deponendo spesso covate tardive e talvolta svernando eccezionalmente in siti costieri. La maggior parte delle colonie si trovano dal livello del mare a 300 m, spingendosi a volte fino a 1.100-1.200 m sulle Alpi e 1.300 m in Calabria.

Si nutre di Insetti alati catturati in volo, soprattutto Imenotteri, Ditteri ed Emitteri.

Il Rondone pallido si riproduce sulle coste e sulle isole del Mediterraneo, nell’entroterra dell’Europa meridionale, nella Penisola Arabica, in Nord Africa, Isole Canarie e Sahara. La maggior parte della popolazione si rinviene in Spagna, Italia, Sardegna, Corsica, Francia meridionale, Croazia e Grecia. Specie completamente migratrice, raggiunge i quartieri di svernamento più tardi rispetto agli altri congeneri. Le principali aree di svernamento sono nelle regioni settentrionali dell’Africa tropicale. Per questa specie intensamente studiata attraverso l’inanellamento in Piemonte a partire dalla seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso, disponiamo di una ricattura all’estero di un pulcino catturato e rilasciato in Algeria dopo quasi cinque anni ed a circa 1.000 Km di distanza dalla colonia di nascita.

In Italia è migratore regolare, nidificante e svernante raro. L’areale riproduttivo comprende le coste (prevalentemente del versante tirrenico), le isole (soprattutto Sardegna) e numerosi centri abitati dell’entroterra distribuiti lungo la Penisola, dall’Alto Adige alla Calabria.

Lo Status

Il Rondone pallido ha in Italia uno stato di conservazione favorevole, grazie ad un’espansione di areale e di popolazione. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana, che rappresenta oltre un decimo dell’intera popolazione nidificante in Europa, conta 7.000-14.000 coppie e il trend appare in aumento negli ultimi decenni.

Per quanto concerne il successo riproduttivo, in Piemonte sono stati rilevati tassi di schiusa variabili tra 63% e 93%, percentuale di involo tra 30% e 84% e media di 1,1-1,8 giovani per nido.

Le Minacce

Come per altre specie che nidificano presso gli edifici urbani, ristrutturazioni e lavori durante il periodo riproduttivo possono avere un impatto importante sulla disponibilità di siti di nidificazione e compromettere l’esito della riproduzione. Trattandosi di una specie coloniale, uno solo di questi episodi può interessare un numero elevato di coppie o un’intera popolazione.

Sulle isole mediterranee, risulta indubbiamente importante l’impatto della predazione da parte del Ratto nero. 

I cambiamenti climatici non sembrano, per ora, avere un forte impatto, data la sua fenologia piuttosto flessibile.

Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi. La sopravvivenza dei rondoni pallidi varia infatti da un minimo del 47% ad un massimo dell’87%, a seconda della piovosità del Sahel occidentale.

La Tutela

Occorre tutelare le colonie, evitando interventi edilizi potenzialmente in grado di compromettere l’idoneità ambientale degli edifici e dei manufatti alla nidificazione della specie. La popolazione piemontese costituisce uno dei migliori esempi in Italia di indagine a lungo termine, a livello di dinamica di popolazione.

Non è possibile stimare un valore di riferimento favorevole (FRV) per la specie.

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Rondone pallido © Paolo Taranto