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Rondone comune © Luigi Sebastiani

Rondone comune

Apus apus

Ordine
Caprimulgiformes
Famiglia
Apodidae
Nome scientifico
Apus apus
Habitat
Urbanizzato
- altri habitat
Rupi
Coste e mare
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
40-44 cm
Lunghezza
17-18,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Descrizione

Di piccole dimensioni, la specie non raggiunge i 20 centimetri di lunghezza, ha un’apertura alare fino a 44 cm e non supera i 50 grammi di peso. È quasi del tutto nera o marrone scuro con alcune screziature, fatta eccezione per il mento chiaro, tendente al bianco. Le ali sono falciformi, il becco cortissimo, scuro. Le zampe sono molto corte e la loro funzionalità è ridotta poiché il femore vi è direttamente collegato, caratteristica che le rende quasi impossibile spiccare il volo da un terreno pianeggiante.

Il Rondone costruisce il suo nido in punti nascosti tra le rocce, crepacci, cavità degli alberi, cornicioni, grondaie, tegole, intercapedini degli edifici e facilmente anche nei nidi artificiali a cassetta, senza mostrare particolare sensibilità alla presenza umana. In genere le coppie, ogni primavera ritornano allo stesso sito di nidificazione. Si nutre catturando insetti in volo.

Le uova deposte sono due o tre e vengono incubate da maschio e femmina. Anche l’allevamento dei pulli è compito di entrambi: instancabilmente i genitori in questa fase restano in volo continuamente, alla ricerca di cibo. L’involo della prole avviene negli ultimi giorni di luglio.

Il Rondone comune si trova in quasi tutte le regioni d’Europa, Asia e Africa mediterranea, dove in primavera nidifica, per poi svernare al caldo dell’Africa sud-sahariana o dell’Asia meridionale.

Lo Status

l Rondone comune ha stato di conservazione inadeguato, a causa di una contrazione di areale e di popolazione e per il degrado del suo habitat. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana conta 500.000-1.000.000 di coppie e il trend appare
stabile negli ultimi decenni, anche se recentemente si è notato decrementi e fluttuazioni a livello locale. E nel complesso costituendo tra il 14% e il 23% di quella dell’Unione europea e tra il 6% e il 10% di quella continentale complessiva, percentuale non elevata ma comunque rilevante per la conservazione della specie.

Attualmente classificato come sicuro in Unione europea, il Rondone comune presenta uno status di conservazione favorevole anche a livello continentale. La popolazione nidificante nel territorio Ue si è dimostrata stabile sia nel periodo 1970-1990 e nei decenni successivi.

Le Minacce

A livello locale o regionale, le modifiche agli edifici storici ha causato la riduzione dei siti di nidificazione, probabilmente con effetti non trascurabili sulla conservazione del Rondone comune. In diverse aree infatti, l’ammodernamento e la ristrutturazione degli edifici hanno fortemente ridotto la disponibilità di siti riproduttivi, soprattutto nei centri storici delle città, generalmente preferiti rispetti a sobborghi e piccoli centri abitati.

Hanno sicuramente inciso e continuano a incidere su fenologia e riproduzione della specie i cambiamenti climatici, i cui potenziali effetti sono però ancora difficili da valutare. 

Probabilmente incidono su fenologia e riproduzione della specie i cambiamenti climatici, i cui effetti sono però ancora difficili da valutare. A giocare un ruolo positivo è la possibilità per la specie di nidificare su un fronte geografico molto ampio, che va dalla fascia mediterranea a quella continentale e alpina.

La Tutela

Occorre mantenere condizioni idonee alla nidificazione presso gli edifici più importanti soprattutto nei centri storici. Recentemente, ristrutturazioni dei monumenti storici sono state pianificate tenendo conto della tempistica riproduttiva della specie, evitando di mettere a rischio il successo riproduttivo di intere colonie. Inoltre, riqualificazione e ripristino delle torri rondonaie potrebbero permettere di nuovo l’insediamento
di importanti colonie. Tra le attività di ricerca, risulta prioritario verificare gli effetti dei
cambiamenti climatici soprattutto nella fase di migrazione. Va considerato prioritario quindi sia il mantenimento di condizioni idonee alla nidificazione presso gli edifici più importanti per la specie (ovvero le sedi di colonie di dimensioni o interesse rilevante), sia approfondire lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali.

Il Rondone comune è una specie coloniale con popolazioni superiori alle 2.500 coppie. Per questo non viene proposto alcun FRV, ma è possibile affermare che l’abbondanza locale della specie sia proporzionale all’idoneità ambientale e che pertanto densità più elevate possano essere riscontate in condizioni maggiormente idonee.

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Rondone comune © Luigi Sebastiani