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Rondine rossiccia © Luigi Sebastiani

Rondine rossiccia

Cecropis daurica

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Hirundinidae
Nome scientifico
Cecropis daurica
Habitat
Ambienti misti mediterranei
- altri habitat
Urbanizzato
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
28-30 cm
Lunghezza
14-19 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

VU - Vulnerabile
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Le macchie fulve di alcune parti del corpo sono la particolarità cromatica che caratterizza questa rara specie rispetto alle altre rondini. Dal dorso scuro, con riflessi azzurri o blu, questa specie ha la sommità del capo blu scura, che vira al nero nella regione alare. Spicca dunque il rosso ai lati del capo, fin sulle spalle, ripreso nella prima parte della coda e sotto le ali, che sfuma verso il bianco nell’area del ventre. Tipico il groppone rosato.

Lunga dai 18 ai 20 centimetri, la Rondine rossiccia si ciba prevalentemente di insetti, che cattura mentre è in volo. Sporgenze rocciose, ponti, rupi e tetti di case abbandonate in ambienti caldi e secchi, aperti o accidentati, litoranei, ma anche dell’interno, sono i luoghi prediletti per nidificare. Almeno in Italia, raramente si spinge nei centri abitati. Il periodo della nidificazione, va da marzo ad agosto. Caratteristica è la tecnica di costruzione del nido, realizzato con il fango, a forma di semisfera e provvisto di una lunga galleria di accesso che, una volta terminato il lavoro, viene spesso utilizzato anche da altre specie di uccelli. La femmina vi depone solitamente dalle 3 alle 6 uova.

In Italia è migratrice nidificante localizzata sul territorio peninsulare, in Sicilia e nelle maggiori isole del Tirreno. Nell’Arcipelago Toscano sembra nidificare solo all’Elba.

In Europa è presente nelle regioni paleartica e paleo-tropicale e nidifica in Europa meridionale, Africa centro-occidentale e in ampi territori asiatici: Asia Minore, Asia centrale, Medio Oriente, India, Cina, Giappone. Nel Paleartico occidentale nidifica solo la sottospecie Cecropis daurica rufula. La Penisola Iberica e quella Balcanica ospitano quasi per intero la popolazione nidificante in Europa, mentre l’Africa tropicale e l’Asia meridionale solitamente ospitano la Rondine rossiccia in inverno, anche se le popolazioni concentrate nelle zone meridionali dell’area asiatica sono in parte sedentarie.

Lo Status

La popolazione nidificante in Italia è in cattivo stato di conservazione, a causa soprattutto della ridotta popolazione nidificante. Infatti la rondine rossiccia in Italia è estremamente rara e localizzata al di fuori dei quali è praticamente impossibile osservare esemplari di questa specie. La popolazione complessiva in Italia è stimata in 15-40 coppie.

La distribuzione della Rondine rossiccia è soggetta a rilevanti fluttuazioni, ma complessivamente decresce a livello locale e verso le regioni settentrionali – a partire dagli anni Ottanta – quanto, più recentemente, in quelle insulari e meridionali.

Oltre i confini italiani, invece, lo stato di conservazione della rondine rossiccia è meno preoccupante. Tanto in Europa quanto nei territori dell’Unione europea lo stato di conservazione della specie è valutato come favorevole e dunque la specie può considerarsi, nel complesso, relativamente sicura. La popolazione nidificante presente nei territori dell’Unione europea è stimata dalle 43mila alle 260mila coppie, corrispondenti al 43-60% della popolazione europea complessiva, (100mila-430mila coppie) e a una frazione compresa tra il 5% e il 24% della popolazione globale della specie.

Spagna e Portogallo sono i luoghi che hanno visto un aumento più significativo nel numero di individui. Diminuzioni sono state invece registrate nella penisola balcanica (Albania e Grecia), mentre negli altri Paesi la situazione è generalmente stabile. Da segnalare anche l’ampliamento verso nord, in Europa, dell’area di presenza della specie, un fenomeno che si è verificato in periodi differenti: dagli anni Venti in Spagna e Portogallo, dagli anni Cinquanta nell’area dei Balcani.

Le Minacce

Risente della trasformazione dei siti riproduttivi e dei problemi ambientali nelle aree di svernamento. Anche
l’utilizzo di pesticidi rientra tra i fattori di rischio. A questo va aggiunta l’abitudine della specie di posizionare il nido lungo infrastrutture fortemente antropizzate quali ponti, viadotti, gallerie. 

Anche l’utilizzo di pesticidi rientra tra i fattori di rischio: pratiche agricole oggi ampiamente diffuse provocano notevoli danni all’ecosistema, con gravi conseguenze su moltissime specie, tra le quali la Rondine rossiccia, specie insettivora.

La Tutela

Importanti risultano tutte le precauzioni per non arrecare disturbo nei siti (pareti rocciose, ponti e viadotti) scelti per la nidificazione, comprese le attività come l’arrampicata sportiva.

Un'altra attività essenziale riguarda il monitoraggio delle coppie nidificanti nelle zone di maggiore concentrazione, come Sicilia, Toscana e Gargano. 

Non è possibile indicare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la Rondine rossiccia, perché non si hanno informazioni sufficienti riguardanti l’andamento demografico, anche per le caratteristiche di localizzazione e frammentazione delle popolazioni della specie in Italia. Inoltre, non sono disponibili dati che diano indicazioni attendibili sui fattori in grado di influenzare in modo favorevole la riproduzione.

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Rondine rossiccia © Luigi Sebastiani