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Rigogolo © Luigi Sebastiani

Rigogolo

Oriolus oriolus

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Oriolidae
Nome scientifico
Oriolus oriolus
Habitat
Foreste
- altri habitat
Mosaici mediterranei
Coltivi
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
43-48 cm
Lunghezza
22-25 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
Ascolta il canto

Descrizione

Il Rigogolo è uno degli uccelli più appariscenti del nostro territorio, grazie alla sua livrea giallo dorata. Le ali e la coda nere danno ancora più risalto al suo manto sgargiante. Il colore del piumaggio può variare di intensità e il giallo può tendere anche all’arancione. La femmina, più mimetica, ha il mantello verde oliva con becco bruno. I giovani assomigliano alle femmine. Preferisce zone alberate isolate, pioppeti e boschi golenali ove siano reperibili acqua e cibo, costituito da insetti e frutta.

Il suo volo è agile e veloce, anche durante le migrazioni, nelle quali predilige spostarsi in orari notturni. Non ama i boschi di conifere, preferisce le zone alberate sia isolate che più inaccessibili. È di indole solitaria e vive al massimo in coppia. Solamente dopo la nidificazione è possibile osservare gruppi familiari della specie ancora uniti. Nidifica tra maggio e giugno. Il nido viene costruito all’incrocio di due o più rami ed è facilmente riconoscibile perché è ancorato alla biforcazione e al centro è sospeso nel vuoto, come un'amaca. Il nido del Rigogolo ha molte somiglianze, infatti, con quelli dei Tessitori tropicali. La struttura risulta essere estremamente solida a forma di canestro, che rimane appeso. Il luogo preferito per la nidificazione è certamente rappresentato dalla cima più alta degli alberi con chiome rigogliose. Nelle Alpi la sua distribuzione si arresta alla fascia prealpina e collinare. In termini numerici i Paesi più rappresentati sono Francia, Germania, Svizzera, Belgio e Olanda.

Lo Status

La specie presenta uno stato di conservazione favorevole in Italia e a livello continentale. 

In Europa e nell’Unione europea è risultata stabile nel periodo 1970-1990, mentre nel decennio 1990-2000 è stata segnalata in declino in numerosi Paesi (in particolare Francia e Turchia) e stabile nella gran parte delle popolazioni nel settore orientale (incluse le popolazioni chiave di Romania e Russia), così da risultare classificata come stabile a livello europeo e in leggero declino a livello di Ue. La popolazione italiana è stimata in 40mila-100mila coppie. In Europa le densità variano molto al variare dell’habitat, dell’altitudine e della localizzazione geografica. La specie ha avuto una tendenza generale all’incremento moderato nel periodo 2000-2020 (variazione media annuale: +2,10%). In provincia di Parma successo riproduttivo dell’86%, con produttività di 2.5 giovani per coppia.

Le Minacce

Le minacce sono costituite dal taglio dei boschi aperti di alto fusto, con conseguente degrado o distruzione dell’habitat idoneo alla nidificazione, mentre beneficerebbe della graduale evoluzione dei boschi cedui
verso boschi a maggiore complessità ecologica. Nella Pianura Padana una minaccia è costituita dall’irrorazione dei pioppeti industriali con pesticidi.

La perdita di covate a causa di predatori sembrerebbe essere non molto comune a causa della difesa aggressiva portata dagli adulti. In Francia i principali predatori sono risultati soprattutto ghiandaia, gazza e scoiattolo.

La Tutela

Come indicazioni gestionali si segnala la necessità del mantenimento e ripristino di boschi planiziali e di fondovalle, ricchi di querce e di piante fruticose, e in particolare di boschi golenali.

Specie piuttosto conosciuta per quanto riguarda la distribuzione, ma scarsamente studiata per quanto riguarda ecologia e biologia riproduttiva. Mancano informazioni relative ai principali parametri demografici.

Sulla base dei dati disponibili si può proporre come FRV a scala locale una densità pari a 3 coppie per 10 ettari (valore localmente superato in ambienti ottimali).

È senz’altro auspicabile la realizzazione di attività di monitoraggio a vasta scala, al fine di trarne indicazioni in ottica di gestione e conservazione.

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Rigogolo © Luigi Sebastiani