Rampichino comune
Certhia brachydactyla
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Il Rampichino comune è estremamente simile al congenere Rampichino alpestre per morfologia, piumaggio e comportamento. Le parti superiori presentano un piumaggio brunastro, con strie e macchie chiare. La coda è brunastra. Le parti inferiori sono bianche solo in corrispondenza della gola, mentre il resto presenta una tonalità più “sporca” e bruno chiara, aspetto quest’ultimo che lo differenzia dal Rampichino alpestre. Il canto risulta particolarmente diagnostico: consiste in una strofa composta da meno di 10 note, piuttosto acute, che si susseguono rapidamente con una tonalità più elevata alla fine, quasi interrogativa. L’apertura alare è di 17-20,5 cm, per una lunghezza di 12,5 cm.
Frequenta in prevalenza ambienti con piante d’alto fusto: boschi maturi, frutteti e uliveti di vecchio impianto, castagneti da frutto, parchi urbani e suburbani con alberi di grandi dimensioni; sono preferite le latifoglie (in particolare boschi con querce mature, con elevata densità di tronchi e ampia superficie di corteccia, con elevata ricchezza e diversità di entomofauna) ma frequenta anche pinete di Pino silvestre nelle Alpi occidentali e di conifere alloctone in Liguria. Nidifica in coppie sparse e mostra un’elevata fedeltà al sito riproduttivo. Il nido viene costruito in cavità di tronchi, più tipicamente nella fessura di un lembo di corteccia sollevata, ma anche in anfratti di costruzioni e manufatti, tra 2 e 6 m di altezza. Utilizza talvolta nidi artificiali, anche predisposti per altre specie.
Si nutre soprattutto di piccoli Insetti e ragni in tutti i loro stadi di sviluppo e la sua dieta è molto limitatamente integrata da piccoli semi in autunno e inverno.
Specie a distribuzione europea, è più diffusa nell’Europa centro-occidentale, in Italia e nei Paesi balcanici. Manca da Russia, Penisola Scandinava, Ucraina, Gran Bretagna e Irlanda. Specie sedentaria, dispersiva, può compiere saltuariamente movimenti di una certa portata. Le popolazioni che occupano il limite settentrionale di distribuzione sembrerebbero essere parzialmente migratrici. Tale ipotesi è corroborata dall’abbandono dell’area dei polder nel Nord dei Paesi Bassi nei mesi invernali.
In Italia è sedentario, migratore irregolare, nidificante sulla Penisola e in Sicilia, oltre che in alcune isole minori, con distribuzione più frammentata sulle Alpi (dove è presente in modo più regolare nel settore centro-occidentale, ove penetra in tutte le vallate con ampio fondovalle), in Liguria e più vistosamente nella Pianura Padana centro-orientale. E’ assente in Sardegna. Più diffuso fino a 1.000-1.200 m, con presenze localizzate fino a 1.500-1.600 m sulle Alpi e 1.800-2.000 m sull’Etna in Sicilia.
Lo Status
La specie presenta uno stato di conservazione favorevole in Italia e in Europa. La popolazione italiana è stimata in 100.000-500.000 coppie, con tendenza alla stabilità; in Pianura Padana, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, ha d’altro canto mostrato una contrazione d’areale, con sparizione da ampi settori planiziali. La popolazione nidificante italiana rappresenta il 5% di quella dell’Unione Europea e il 4,8% della popolazione nidificante europea complessiva. Il dato riveste particolare importanza in quanto trattasi di specie concentrata in Europa.
La popolazione invernale è composta da individui sedentari e da un numero limitato di soggetti in erratismo.
Scarsi i dati relativi ai parametri riproduttivi: tasso d’involo di 4,75 giovani per nido in Sicilia.
Le Minacce
Il taglio delle piante annose o la ceduazione dei boschi può incidere negativamente sull’abbondanza di questa specie. E’ inoltre specie molto sensibile alla frammentazione del suo habitat. I cambiamenti climatici potranno portare a uno spostamento verso nord ed est dell’areale attuale, con frammentazione nelle parti centrali e abbandono dei settori meridionali (Sicilia).
La Tutela
Devono essere visti con favore interventi di mantenimento di una certa percentuale di alberi stramaturi e deperienti nella gestione degli ambienti forestali planiziali e collinari, oltreché interventi di messa a dimora di nuovi boschi di querce in ambito planiziale. Trattandosi di specie sensibile alla frammentazione dell’habitat, tanto da essere utilizzata quale specie target nello svolgimento di analisi per l’individuazione di reti ecologiche, risulterebbero di grande beneficio per il Rampichino comune interventi di creazione di nuove aree boscate che possano permettere di mettere in connessione ecologica aree di presenza con quelle attualmente isolate.
Specie piuttosto conosciuta per quanto riguarda la distribuzione ma scarsamente studiata per quanto riguarda ecologia e biologia riproduttiva. Quasi assenti le informazioni relative ai principali parametri demografici, che necessitano di specifiche indagini.
Sulla base dei dati disponibili, si propone come valore di riferimento favorevole (FRV) a scala locale una densità riproduttiva in habitat ottimale (bosco maturo) di 5 coppie per 10 ha.