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Quaglia © Luigi Sebastiani

Quaglia

Coturnix coturnix

Ordine
Galliformes
Famiglia
Phasianidae
Nome scientifico
Coturnix coturnix
Habitat
Ambienti agricoli
- altri habitat
Praterie
Mosaici mediterranei
Steppe
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
32-35 cm
Lunghezza
16-18 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

DD - Carente di dati
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Piumaggio screziato, mimetico, con toni dal bruno al giallastro, e dal ruggine al bianco. La forma è tondeggiante, la coda molto corta e le ali lunghe, adatte ad affrontare i lunghi spostamenti migratori. Nidifica in aree aperte, come campi a cereali, soprattutto frumento e prati stabili. Semi, foglie, insetti e altri invertebrati costituiscono la sua dieta principale. La Quaglia predilige la pianura o al limite la collina e si stabilisce in aree coltivate a cereali, soprattutto frumento e segala. Inoltre non sopporta i climi estremi: fugge dal troppo caldo, dal troppo freddo, dall’aridità e dell’umidità eccessiva.

Per nidificare necessita di ambienti aperti, pianeggianti o in moderata pendenza. I nidi in genere sono leggermente scavati nel terreno dei campi e contengono fino a quattordici uova, che vengono covate per una ventina di giorni. I pulli entro la sesta settimana sono del tutto sviluppati e autonomi. 

Gran parte della popolazione che trascorre in Europa i mesi caldi, migra verso l’Africa a settembre, ma anche in ottobre e novembre, fermandosi soprattutto in Egitto.

Lo Status

La popolazione nidificante in Italia è in cattivo stato di conservazione, a causa dell’intensificazione delle pratiche agricole. Le stime della popolazione italiana sono incerte e il trend sconosciuto: si stimano 15mila-30mila coppie. Che costituiscono circa il 2% rispetto all’Ue. Inoltre per la legislazione venatoria italiana la specie è cacciabile e non gode di alcun piano d’azione, né nazionale né internazionale. Vista la delicatezza della sua condizione, è però stata inserita nell’allegato II/2 della Direttiva Uccelli.

Nel nostro paese la specie è in effetti soggetta a fluttuazioni rilevanti, anche nel corso di brevi periodi di tempo. Notevole la rarefazione della popolazione nidificante e anche quella dei soggetti che attraversano la penisola durante la migrazione. Anche oggi la popolazione italiana appare in decremento.

Le Minacce

Come spesso è accaduto alle specie che hanno il proprio habitat negli ambienti aperti, la Quaglia ha risentito fortemente delle modifiche che hanno interessato l’agricoltura, a partire dall’intensificazione delle pratiche agricole e dall’abbandono delle aree rurali sui rilievi, aspetti che hanno determinato una diminuzione e un generale peggioramento delle condizioni di vivibilità per la specie, Tale peggioramento può tuttavia essere contrastato favorendo un’agricoltura sensibile alle esigenze di questa e di altre specie di ambienti aperti.

Considerando la crescente frammentazione e rarefazione delle popolazioni, la caccia ha senz’altro avuto un impatto non trascurabile, ma, il fattore di minaccia più grave per la specie è comunque relativo all’inquinamento genetico, una conseguenza dell’ibridazione con le quaglie giapponesi (Coturnix japonica), allevate e rilasciate a scopo venatorio.

La Tutela

Per la sua conservazione, occorre fermare l’immissione di quaglie giapponesi o ibride, valutare l’impatto dell’attività venatoria e promuovere forme di gestione degli ambienti agricoli compatibili con le esigenze ecologiche della specie. In generale sarebbe opportuno sospendere la Quaglia dell’elenco delle specie cacciabili in Italia. 

Nel valutare l’FRV relativo alla Quaglia, il termine di riferimento provvisorio su scala locale è fissato a 10 maschi in canto per 100 ettari. Un valore che potrà essere rivisto e possibilmente tarato sulle diverse realtà geografico-ambientali in seguito a ricerche più approfondite. La specie infatti per ora è stata studiata in modo insufficiente, sia in merito alle dinamiche di popolazione sia in relazione alle sue esigenze ecologiche.

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Quaglia © Luigi Sebastiani