Porciglione
Rallus aquaticus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Ascolta il canto
Descrizione
Rallide di dimensioni medio-piccole, risulta inconfondibile per il lungo becco sottile leggermente ripiegato verso il basso. Il piumaggio è superiormente marrone con larghe strie nere, inferiormente è grigio bluastro, con barre verticali nere e bianche sui fianchi; il sottocoda è bianco. La lunghezza è compresa tra 23 e 28 cm, l’apertura alare tra 38 e 45 cm e il peso tra 74 e 190 grammi. Di carattere elusivo, la sua presenza in una zona umida è spesso tradita dal caratteristico e diagnostico verso, molto simile ad un grugnito (da cui deriva il nome italiano).
Necessita di acque dolci, terreno fangoso e vegetazione acquatica densa, anche in superfici piccole all’interno di habitat differenti. Nidifica in porzioni di zone umide con elevata copertura di canneto, tendenzialmente all’interno delle zone umide e lontani da aree asciutte, con scarse coperture di carici e di alberi e una bassa eterogeneità ambientale. Il tifeto viene selezionato ove l’estensione di canneto è più ridotta. In migrazione e durante lo svernamento frequenta anche altri ambienti, talvolta soggetti a marcato disturbo antropico (anche i centri urbani).
La dieta è prevalentemente composta da animali, soprattutto insetti, vermi, molluschi, crostacei, ma anche piccoli Vertebrati; in autunno-inverno si ciba anche di vegetali.
Il Porciglione è presente dal Portogallo fino alla Siberia ed al Kazakhstan entro una fascia latitudinale che si estende dalla Scozia e dalla Scandinavia meridionale fino all’Africa settentrionale. È specie migratrice o parzialmente migratrice nelle regioni caratterizzate da climi di tipo continentale, mentre risulta sedentario nei Paesi che si affacciano sul Mare del Nord, sull’Atlantico e il Mediterraneo.
In Italia è nidificante, parzialmente sedentario, migratore, svernante. Nidifica in gran parte delle regioni, ma presenta una maggiore diffusione in Pianura Padana e nelle zone umide dell’Alto Adriatico, mentre é più localizzato nelle regioni centro-meridionali e nelle Isole maggiori. Risulta più frequente dal livello del mare fino a 500 m, nidificando anche a quote più elevate, fino a un massimo di 1.340 m negli Appennini (Abruzzo) e di 1.450 m nelle Alpi (Alto Adige).
Lo Status
Il Porciglione presenta uno stato di conservazione favorevole a livello europeo ma sconosciuto per l’Italia, in quanto presenta una popolazione fluttuante, con segni di declino a seguito di inverni rigidi. La popolazione italiana conta 3.000-6.000 coppie e negli ultimi decenni ha mostrato una certa stabilità, con locali popolazioni fluttuanti o in declino.
Scarsi i dati disponibili relativi ai parametri riproduttivi nel nostro Paese; in Lombardia sono stati rilevati in media 3,1 giovani per coppia.
In Italia è svernante regolare e in inverno presenta una distribuzione più ampia rispetto alla stagione riproduttiva; sono stati rilevati un massimo di circa 1.000 individui censiti durante l’IWC – International Waterfowl Census sebbene la popolazione svernante viene stimata nel complesso in 5.000-10.000 individui. Un sito risulta di importanza internazionale: la Laguna di Grado, Marano e Panzano.
Le Minacce
Il Porciglione è minacciato dalla distruzione delle zone umide e dalla rimozione/riduzione della vegetazione riparia, in particolare dei canneti, dovuta a pratiche agricole, scorretta gestione o dalla colonizzazione naturale della vegetazione palustre da parte di alberi e arbusti; molte delle piccole zone umide abitate dalla specie appaiono infatti minacciate dai processi naturali di interramento e dalla sostituzione del canneto e del tifeto allagati con altre tipologie vegetazionali meno idonee, quali boscaglie di salici, ontaneti oppure cariceti e altri ambienti erbacei igrofili ma non allagati. La specie appare inoltre sensibile a variazioni degli ambienti frequentati, mostrando immediata risposta ai cambiamenti, in particolare alle variazioni del livello idrico, scomparendo dai siti meno allagati in seguito all’abbassamento dell’acqua nei canneti.
La Tutela
Occorre in primo luogo mantenere densità elevate nelle zone umide dominate da canneti, evitando per quanto possibile l’isolamento delle popolazioni attraverso la conservazione di siti con funzione di connessione ecologica, oppure di una matrice relativamente permeabile alla specie (canali con vegetazione palustre, piccole zone umide sparse, ecc.). Altri interventi a favore della specie consistono nel promuovere una gestione favorevole dei canneti soggetti ad interramento o degrado (potenzialmente utile anche per molte altre specie, come Airone rosso, Tarabuso, Tarabusino, Cannaiola comune e Cannareccione); la creazione di nuove zone umide e nuovi canneti ha portato a un incremento della sua presenza (ad es. in Emilia-Romagna).
Il prelievo venatorio, consentito dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, non appare compatibile con il suo attuale stato di conservazione.
Si propone un valore di riferimento favorevole (FRV) di 10 coppie per 10 ha per zone umide con presenza di canneti e/o tifeti e di 3 coppie per ha per canneti e canneti/tifeti di piccole dimensioni, più o meno continui ed omogenei.