Pollo sultano
Porphyrio porphyrio
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Il Pollo sultano, il Rallide di maggiori dimensioni, ha un piumaggio colorato, blu con sfumature porpora; ha zampe e dita lunghe e becco triangolare rosso che si prolunga in una placca frontale.
Le zampe sono piuttosto lunghe, dotate di “dita” che permettono alla specie di arrampicarsi senza difficoltà tra i canneti e la fitta vegetazione delle aree palustri. Lungo circa 47 cm, il Pollo sultano si riproduce tutto l’anno – la femmina depone dalle 2 alle 6 uova – con due “picchi” tra marzo-aprile e ottobre-novembre.
Specie dall’ecologia estremamente specializzata e legata alle zone umide di pianura nell’area mediterranea, il Pollo sultano predilige ambienti umidi di acqua dolce o salmastra posti in prossimità della costa, di dimensioni preferibilmente inferiori ai 300 ettari e con una superficie di acque aperte prossima al 50% dell’intera estensione del sito. Sii nutre generalmente di parti di piante acquatiche o bacche, così come di invertebrati. Fino a poco tempo fa, era presente solo in Sardegna, prima di essere reintrodotto in Sicilia all’inizio degli anni 2000.
Lo Status
Il Pollo sultano ha stato di conservazione inadeguato, a causa soprattutto del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 550-750 coppie e il trend appare in aumento negli ultimi decenni.
Tutelata da uno specifico Piano d’Azione Nazionale e Internazionale, la specie è inclusa nell’Allegato I della Direttiva Uccelli. Con una popolazione pari all’8-10% di quella comunitaria e al 2-4% di quella complessiva, l’Italia ha un ruolo abbastanza importante nella conservazione del Pollo sultano.
I dati raccolti sul tasso d’involo indicano un tasso di mortalità piuttosto elevato, che può raggiungere anche il 52%, mentre il successo riproduttivo è spesso influenzato dalla presenza di predatori nei pressi del nido.
Le Minacce
Pur adattandosi a zone umide di limitata estensione e relativamente isolate, la specie risulta potenzialmente sensibile a fenomeni di distruzione o degrado dell'habitat e di disturbo eccessivo. Le modifiche che le zone umide costiere potranno subire a causa dei cambiamenti climatici potrebbero impattare gravemente alcune subpopolazioni della specie. Anche un eccessivo isolamento delle popolazioni, conseguente ad un ulteriore degrado o frammentazione degli habitat, può costituire una minaccia per la sopravvivenza a lungo termine del Pollo sultano nel nostro Paese. La specie mostra infatti dinamiche riconducibili a metapopolazioni, con fenomeni di colonizzazione ed estinzione locale. Tale caratteristica determina un certo dinamismo nella presenza ed abbondanza della specie e rende fondamentale la possibilità di mantenere scambi di individui tra i siti occupati o comunque idonei.
Un dato che non autorizza alla tranquillità rispetto alla situazione della specie sull’isola, data l’elevata frammentazione delle popolazioni e la probabile saturazione della capacità portante degli habitat riproduttivi.
Pur essendo adattabile anche a zone umide di piccole dimensioni e isolate, una singola popolazione non riesce a tollerare, nel lungo periodo, un totale isolamento. Proprio la mancanza di connessione tra le varie zone umide in cui la specie nidifica (ad esempio in Sardegna), rappresenta uno dei principali elementi di preoccupazione per la persistenza dell’attuale popolazione di Pollo sultano nel nostro Paese.
Potenzialmente, la predazione al nido e dei giovani nelle prime settimane di vita può costituire un importante limite alla produttività della specie.
La Tutela
Il Pollo sultano risponde in modo molto favorevole agli interventi diretti di protezione, come dimostra il buon successo del progetto di reintroduzione condotto in Sicilia da Ispra, Provincia di Catania e Lipu. Sia per la popolazione siciliana reintrodotta, sia per quella sarda, è importante implementare interventi che favoriscano la connettività ecologica tra le popolazioni, per limitare il rischio di estinzioni locali.
La tutela delle aree umide residue nel nostro Paese e la messa al bando della persecuzione diretta hanno fortunatamente invertito una tendenza che rischiava di veder scomparire per sempre il Pollo sultano anche dalle sue ultime roccaforti. Il buon esito del progetto di reintroduzione in Sicilia, poi, lascia ben sperare rispetto alla ripresa di una popolazione selvatica in grado di autosostenersi.
Pur non essendo possibile, data la mancanza di dati sufficientemente approfonditi su parametri demografici e riproduttivi, calcolare un Valore di Riferimento Favorevole, è comunque utile fornire alcune indicazioni per la conservazione della specie, necessarie per confermare il trend positivo della popolazione sarda e per non disperdere, col tempo, gli importantissimi risultati raggiunti in Sicilia. A questo proposito, occorre anzitutto mantenere metapopolazioni vitali nei principali areali di presenza della specie.