Pivieressa
Pluvialis squatarola
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
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Vandousselaere Patrick - xeno-canto.org - Creative Commons
Descrizione
La Pivieressa è un limicolo di medie dimensioni, simile nell’aspetto al Piviere dorato, ma più alto sulle zampe e di corporatura decisamente più robusta. Il maschio in abito nuziale ha una colorazione bianca-grigio chiara con fitta macchiettatura nerastra nelle parti superiori. Sono invece neri: becco, zampe, gola, guance, petto, la parte anteriore del collo, addome e fianchi fino alle ascelle. L’abito invernale è viceversa caratterizzato dalle parti superiori su base grigia chiara soffusa di fulvo chiaro e fitte macchiettature nerastre. Diagnostiche rispetto al Piviere dorato risultano sempre, quando è in volo, un’ampia macchia nera visibile inferiormente all’attaccatura delle ali e, superiormente, una evidente barra alare bianca che contraddistingue, in tutte le stagioni, sia i maschi sia le femmine. La lunghezza è compresa tra 27 e 30 cm e l’apertura alare tra 71 e 83 cm, per un peso di 163-315 grammi.
Nidifica nella tundra artica, mentre durante la migrazione la Pivieressa frequenta soprattutto zone umide costiere e in inverno utilizza lagune e foci fluviali in aree con forti escursioni di marea o altre zone umide dove sono disponibili estesi banchi di fango o sabbia, come le saline, dove frequenta quasi esclusivamente i bacini di prima evaporazione. Tendenzialmente gregaria in inverno, nelle zone più favorevoli in Italia forma concentrazioni anche di centinaia di individui, tipicamente aggregati a Piovanello pancianera e altri limicoli di taglia maggiore.
La sua alimentaione si basa soprattutto su invertebrati di litorale, quali Anellidi, Molluschi e Crostacei.
La Pivieressa ha un’ampia distribuzione euroasiatica circumpolare e nidifica dal Mar Bianco alla Siberia orientale. È una specie totalmente migratrice a lungo raggio, il cui areale di svernamento si estende dalle coste del Sudamerica all’Africa, all’Asia meridionale ed all’Australia. Ridotti movimenti avvengono attraverso il Mediterraneo, probabilmente effettuati da individui che svernano in Sud Africa.
In Italia è migratrice e svernante regolare e gli individui svernanti si concentrano soprattutto nelle zone umide costiere dell’Alto Adriatico; i siti di maggiore importanza sono la Laguna di Grado e Marano, la Laguna di Venezia, il Delta del Po e le zone umide pugliesi in particolare le saline di Margherita di Savoia e Sardegna.
L’origine delle pivieresse che svernano in Italia e nel Mediterraneo non è nota, anche se si presume che provengano da aree più orientali rispetto a quelle atlantiche. L’assenza di riprese di individui marcati in Italia lungo la costa atlantica fa ritenere che le pivieresse italiane seguano rotte che attraversano il Mediterraneo e il Mar Nero.
Lo Status
La Pivieressa ha uno stato di conservazione favorevole a livello europeo.
Il numero di individui svernanti in Italia censiti durante l’IWC – International Waterbird Census nel periodo 2000-2010 è stato di 4.000-5.000, con un massimo di 6.450 individui nel 2008.
Il numero di individui svernanti in Italia è circa il 2% della popolazione svernante europea.
Il transito migratorio nel nostro Paese è particolarmente importante e le aree maggiormente utilizzate come siti di stop-over durante la migrazione meritano particolare attenzione.
Le Minacce
La specie appare attualmente minacciata da inquinamento da petrolio lungo le aree costiere, dalla trasformazione e frammentazione di ambienti di sosta e alimentazione (molluschicoltura), dal disturbo venatorio e dal bracconaggio nelle aree di svernamento.
La Tutela
La qualità delle informazioni sulle popolazioni svernanti è da ritenersi buona, grazie al censimento standardizzato degli uccelli acquatici svernanti (IWC) sul territorio nazionale, coordinato dall’ISPRA. I dati relativi alla presenza e quantità dei migratori sono invece molto più localizzati e relativi a casi più o meno locali e specifici.
Per il futuro appare opportuno conservare i siti di sosta e svernamento e preservarli da eccessivo disturbo antropico, inquinamento, alterazione degli habitat.